Cultura e Società

Sotto la stella di David

Libri

ha organizzato a partire dal maggio scorso nell’ambito dell’importante ricorrenza del 60° Anniversario della fondazione dello Stato di Israele avranno il loro culmine con MI TAKHAT LE MAGHEN DAVID, Sotto la stella di David – Festival della Letteratura Israeliana. Dal 3 al 16 luglio, nella suggestiva cornice del Cortile del Terribilia – nel cuore di due istituzioni culturali di Bologna quali l’Accademia di Belle Arti e la Pinacoteca Nazionale – si vorrà offrire la suggestione di pagine straordinarie di questa letteratura e l’emozione degli incontri con gli scrittori Lizzie Doron, Etgar Keret, Sara Shilo, tra i più noti della nuova generazione di autori israeliani, con la conduzione di Bruno Gambarotta.
Il Festival arricchisce il suo programma anche con il concerto di Amit Arieli e del sestetto The New Old Klezmer Ensemble e con la proiezione del film Meduse dei registi Etgar Keret e Shira Geffen.

Kolbojnik

Spettacolo

di Milano, fino al 29 settembre è possibile visitare la personale dell’artista israeliano Tal R You laugh an ugly laugh. Per l’occasione l’artista, nato nel 1967 e attualmente residente a Copenaghen, ha realizzate appositamente 15 opere, tra cui alcune sculture il legno di grande dimensione che occupano il primo piano dello spazio espositivo. Le opere di Tal R vengono descritte dall’artista stesso come Kolbojnik, un termine ebraico che potrebbe essere tradotto in “resti, avanzi”.

Meritocrazia: un valore ebraico

Libri


ha pubblicato Meritocrazia, un testo che svela impietosamente i mali dell’Italia ma con l’ottimismo e la determinazione che chi non si limita a definire un problema ma ne fornisce anche la soluzione. Valida anche per i problemi della Comunità

Roger Selden

Arte


hanno lasciato la NRA per trasferirsi nella Residenza Arzaga, hanno trovato ad accoglierli la luce filtrata dalle ampie vetrate realizzate dall’artista newyorkese Roger Selden, che già lavorò a quelle del Tempio centrale Hechàl David U-Mordechai di via della Guastalla

Conta e racconta. Memorie di un ebreo di sinistra

Libri

Ottant’anni di storia e di politica italiana nell’autobiografia di Amos Luzzatto. L’infanzia sotto il fascismo, l’adolescenza in Palestina dove la sua famiglia ripara dopo l’emanazione delle leggi razziali, il ritorno nell’Italia liberata, la nascita dello Stato d’Israele, la militanza nel PCI, l’abbandono del Partito al quale tuttavia sarebbe stato destinato a tornare, il ’68, l’impegno nelle comunità ebraiche italiane che lo porterà alla presidenza dell’Ucei, il rapporto con la nuova destra, il viaggio di Gianfranco Fini in Israele, il difficile equilibrio fra ebraismo e sionismo, gli ebrei e la politica, la laicità e la religione, la professione medica, gli studi biblici.

Ebrei nella Russia zarista

Spettacolo

Fino al 15 luglio, presso la Biblioteca Nazionale dell’Università Ebraica di Gerusalemme, è possibile visitare la mostra Ebrei nella Russia zarista che comprende una selezione di fotografie provenienti dalle collezioni del Museo Etnografico Russo di San Pietroburgo ed in gran parte mai esposte prima in pubblico, che documentano la vita degli Ebrei di Russia tra la metà del XIX secolo e l’inizio del XX.

Ricordo di Mario Rigoni Stern

Personaggi e Storie


scompare uno dei maggiori testimoni del Novecento. Grande amico di Primo Levi, ha condiviso con lui l’esperienza della deportazione e della scrittura come memoria. In molti testi emergono ricordi che rivelano la vicinanza di Rigoni Stern al popolo ebraico, come nel racconto La segheria abbandonata

Mes Amis – Dvir Gallery, Tel Aviv

Spettacolo

da Dvir Gallery, Tel Aviv, è possibile ammirare la singolare mostra Mes Amis, realizzata in condivisione dai tre artisti Lawrence Weiner, Douglas Gordon e Adel Abdessemed, come risultato del loro sodalizio artistico ma anche del loro legame di amicizia. Il titolo, Mes Amis, si ispira all’omonimo romanzo di Emmanuel Bove, pubblicato in ebraico dalla casa editrice Me’orer.

La lunga strada dal Reno al Giordano

Libri

Molti di coloro che sono sfuggiti alla Shoà, sopravvivendo nei campi o riuscendo a nascondersi, hanno adempiuto a quel dovere della memoria così insistentemente sottolineato da Elie Wiesel. Le testimonianze sono tante e vanno tutte accolte con rispetto e con commozione. Alcune però ci colpiscono più di altre, per la lucidità dello sguardo, per la chiarezza dell’esposizione o magari perché ci raccontano dei particolari inediti di un ambiente familiare.
E’ il caso del libro di Arno Baehr, La lunga strada dal Reno al Giordano, pubblicato qualche mese fa da Giuntina (pp.148, € 13).