di Redazione
«Il Commentario al Pentateuco di Rashi stampato a Reggio Calabria dal tipografo Avraham Ben Garton nel 1475 fu salvato miracolosamente da un bibliotecario di Parma grazie anche all’aiuto da un gruppo di suore di clausura». A rivelarlo, in un documentario da Klaus Davi che verrà presentato a ottobre, è il politico italo-israeliano Roberto Della Rocca.
Attualità e news
Meghnagi: “L’antisemitismo cresce, anche a Milano. Ma dobbiamo continuare a essere fieri di quello che siamo e non dobbiamo avere paura”
di Ilaria Myr
A pochi giorni dall’aggressione a un rabbino con il figlio all’Autogrill a Lainate, a Mosaico il presidente della comunità ebraica di Milano spiega il coinvolgimento per fare arrestare i colpevoli (quattro sono stati individuati oggi). E condanna i continui atti ed episodi di odio contro gli ebrei, mascherato da antisionismo, non risparmiando i media e la sinistra italiana.
Quando gli ebrei sono in pericolo, colpiti dall’antisemitismo, avere paura è normale. Schierarsi per questo con i nostri nemici lo è meno. E non è onorevole (anche se si ricevono onori)
di Paolo Salom
[Voci dal vicino occidente] Un altro anno di guerra è trascorso. Molte cose sono cambiate in Medio Oriente, molte meno nel lontano Occidente. Israele si è difeso con intelligenza, capacità ed efficacia e ha pagato un duro prezzo in vite umane pur di restare uno Stato moralmente ineccepibile.
Boicottaggi accademici e università israeliane: tra coscienza civile e logica della colpa collettiva
di Anna Balestrieri
L’università italiana è oggi attraversata da un acceso dibattito sulla legittimità — e sui limiti — dell’impegno civile all’interno del mondo accademico. A infiammare la discussione è il recente appello firmato da oltre 200 docenti dell’Università di Messina, rivolto alla rettrice Giovanna Spatari, per chiedere l’interruzione immediata dell’accordo di cooperazione con la Hebrew University di Gerusalemme. E a Pisa? la Lettera aperta al Rettore, al Senato Accademico e al CdA dell’Università di Pisa della docente Alessandra Veronese
L’ex ostaggio israelo-britannica Emily Damari critica Starmer: “Riconoscere la Palestina non favorisce la pace, ma premia il terrorismo”
di Maia Principe
L’ex ostaggio, sopravvissuta a 471 giorni di prigionia nelle mani di Hamas, non nasconde il suo dolore di fronte a quello che considera un tradimento del premier britannico. “In qualità di cittadina britannica e israeliana, ed ex ostaggio di Hamas, sono profondamente rattristata dalla decisione del Primo Ministro”.
UCLA nel mirino del Dipartimento di Giustizia: “Indifferenza deliberata” verso l’antisemitismo
di Anna Balestrieri
L’università è stata accusata di aver agito con “indifferenza deliberata” nei confronti delle minacce e delle violazioni dei diritti degli studenti ebrei durante un accampamento antisraeliano. Parallelamente ha raggiunto un accordo di 6 milioni di dollari con tre studenti ebrei e un professore che avevano citato in giudizio l’ateneo per violazione dei diritti civili.
La violenza non si ferma: attivista palestinese di No Other Land ucciso in scontro con coloni
di Maia Principe
Awdah Hathaleen, un importante attivista palestinese apparso nel documentario vincitore dell’Oscar “No Other Land”, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco nella sera di lunedì 28 luglio nei pressi del villaggio di Umm al-Khair, in Cisgiordania, durante scontri con coloni israeliani ai quali un gruppo di palestinesi avrebbe lanciato pietre.
I media ebraici hanno identificato uno degli israeliani coinvolti nello scontro mortale come Yinon Levi, un colono estremista precedentemente sanzionato dagli Stati Uniti sotto l’amministrazione Biden e ancora soggetto a sanzioni da parte del Canada, del Regno Unito e dell’Unione Europea. Secondo quanto riferito, Levi avrebbe sparato contro un gruppo di palestinesi vicino all’insediamento di Carmel, nelle colline a sud di Hebron. Hathaleen, 31 anni, è stato gravemente ferito alla parte superiore del corpo durante lo scontro ed è stato trasportato al Soroka Medical Center di Beersheba, dove è deceduto poche ore dopo a causa delle ferite riportate.

Almeno altri due palestinesi sarebbero rimasti feriti nell’incidente. La Mezzaluna Rossa palestinese e il Magen David Adom sono stati chiamati sul posto per fornire cure mediche di emergenza.
Il sito di notizie Ynet ha riferito che Levi si trovava nella zona per eseguire lavori di costruzione autorizzati in un nuovo quartiere di Carmel e, nella sua versione dei fatti, ha affermato che decine di rivoltosi provenienti dalla vicina Umm al-Khair hanno lanciato pietre contro di lui e diversi altri israeliani.
Ha affermato di aver aperto il fuoco sui palestinesi perché si sentiva in pericolo di vita, secondo quanto riportato da Ynet.
In una dichiarazione, la polizia israeliana ha affermato che sta indagando sull’incidente e che un cittadino israeliano coinvolto nella sparatoria è stato fermato sul posto e successivamente arrestato.
La polizia ha aggiunto che sta indagando sul ruolo di Hathaleen negli scontri che hanno portato alla sua morte, e Haaretz ha riferito che è stata richiesta un’autopsia nell’ambito delle indagini.
Il presunto omicidio è stato denunciato in Israele dal deputato laburista Gilad Kariv, il quale ha affermato che il governo israeliano e l’IDF hanno permesso “alle milizie ebraiche armate di operare senza alcun controllo”.
«[Il ministro della Sicurezza nazionale Itamar] Ben Gvir ha paralizzato la polizia, [il ministro della Difesa Israel] Katz ha bloccato le operazioni dello Shin Bet e l’esercito continua a chiudere un occhio», ha scritto Kariv su X. «Lo spargimento di sangue è già un terribile disastro e richiede un intervento, ma che nessuno si faccia illusioni: questo non si fermerà alla Linea Verde», ha avvertito.
Grecia, ancora proteste filopalestinesi : 600 passeggeri israeliani sbarcano a Rodi con l’aiuto della polizia locale
di Pietro Baragiola
È stato solo grazie all’intervento della polizia antisommossa che i manifestanti sono stati arrestati e i 600 passeggeri israeliani sono riusciti a sbarcare dalla nave, la MS Crown Iris, gestita dalla compagnia Mano Maritime. La stessa imbarcazione era stata presa di mira sull’isola di Siro. E si presume che questi eventi continueranno nei prossimi giorni.
Per la prima volta la Lega Araba all’Onu condanna i massacri del 7 ottobre e chiede il disarmo di Hamas
di Maia Principe
La dichiarazione, firmata anche dall’UE e da oltre una dozzina di paesi, esorta il gruppo terroristico a rinunciare al controllo di Gaza e a liberare gli ostaggi; invita Israele a porre fine alla guerra, a riconoscere lo Stato palestinese e il “diritto al ritorno”.
La fine degli ebrei in Francia? La provocazione di un libro shock sulla situazione degli ebrei: un caso editoriale
“Tutto era mirato a spezzarci”. Dopo 246 giorni nell’inferno, l’ostaggio Shlomi Ziv racconta la prigionia a Gaza
di Pietro Baragiola
Domenica 27 luglio 300 persone si sono riunite a Kfar Yehoshua ad ascoltare l’ex ostaggio che, per la prima volta dalla sua liberazione (avvenuta grazie a un’operazione dell’esercito l’8 giugno 2024), ha deciso di raccontare la propria storia al pubblico grazie all’iniziativa “Stories that Bind Us”. “Ci davano una pita al giorno e ci mostravano i filmati degli attacchi contro Israele e l’IDF” ha dichiarato.
Premier palestinese Mustafa all’Onu: “Hamas deponga le armi, liberi gli ostaggi e rinunci al potere a Gaza”
di Maia Principe
Intervenendo alla conferenza dell’Onu sulla soluzione a due
Stati, il premier dell’Autorità Palestinese ha anche sottolineato la responsabilità collettiva dei Paesi nel porre fine alla guerra contro il popolo palestinese, aggiungendo che l’Autorità Palestinese è pronta ad ospitare e coordinare una forza araba internazionale per stabilizzare Gaza dopo il conflitto.














