Come arginare il “mercato” delle bufale? Con un sano principio di realtà. E un po’ d’istruzione, purché sia “verificata”

Taccuino

di Paolo Salom

[Voci dal lontano occidente] Sono reduce da un interessante scambio di opinioni con un utente di YouTube, un italiano di origine araba, che mi ha dato un illuminante spaccato di come parte del mondo vede Israele, gli ebrei e persino gli arabi. Questo signore, non ho la minima idea di quanti anni possa avere ma immagino abbia raggiunto da un po’ l’età adulta, mi ha spiegato – commentando un video che illustra una giornata nel mondo degli haredim israeliani – che la “Palestina” esiste da seimila anni, che i “palestinesi” non sono arabi, così come non sono arabi gli abitanti odierni di Siria, Egitto per arrivare sino al Maghreb. Non sono arabi: ma semplicemente i “discendenti” delle popolazioni autoctone che – evidentemente – illuminati da una civiltà superiore si sono convertiti all’Islam (che è sempre esistito, si capisce) e oggi parlano arabo suppongo soltanto per una fortunata coincidenza.

Immagino le vostre considerazioni: si tratta soltanto di una persona poco informata come se ne trovano tante nell’infinità del web. Forse è così. Ma non possiamo accontentarci di questa riflessione: perché quello che conta è che di individui “male informati” l’umanità nei secoli ha dato prova non solo di averne in abbondanza. Ma – ecco quello che più mi interessa in questo ragionamento – di averli seguiti con entusiasmo in molteplici occasioni. Senza arrivare all’apoteosi di un Hitler, pensate soltanto al nostro “modesto” Mussolini che, a un certo punto della Storia di un’Italia finalmente unita dopo millenni di tribolazioni, ha pensato bene di distruggere una comunità ebraica tra le più integrate della Golah, dichiarare guerra all’Occidente democratico, il tutto per seguire un sogno di potenza che, guarda caso, si ripresenta con caratteristiche non molto differenti di nuovo, oggi, nella nostra martoriata Europa dell’Est.

Siamo partiti da un utente arabo-italiano per arrivare alla guerra di Putin in Ucraina: un bel salto, vero? La verità è che per quanto possa apparire incongruente, è proprio lo scollamento dalla realtà che porta a queste follie. Se un cittadino qualunque del lontano Occidente è convinto (e come lui altre migliaia di individui) che le fantasie sul passato siano “reali” e che quanto realmente accaduto sia una “invenzione” dei sionisti per spogliare “gli abitanti storici” della Palestina che hanno vissuto lì “da seimila anni”, mi spiegate come sarà mai possibile trovare un punto di incontro? L’analogia con l’invasione dell’Ucraina ovviamente sta nella negazione a priori di una individualità nazionale sganciata dall’impero russo. E, fatte le debite differenze, non sono proprio queste fantasie di una “superiorità morale” ad armare la mano di tutti quei terroristi che sparano e accoltellano “eroicamente” e a casaccio nelle strade di Israele (e talvolta del resto del mondo), uccidendo ignari e inermi passanti intenti alle loro civili faccende?

Non ho una ricetta per arginare questa deriva sempre più pesante. Ma trovo che sia ironico come, per cambiare le sorti di questo nostro universo, basterebbe soltanto un po’ di istruzione verificata in più. Verificata: nel senso di fondata su fonti attendibili e dimostrabili, solida di fronte alle contestazioni. Sappiate che al mio interlocutore, che cercava di convincermi come i palestinesi non fossero arabi ma i discendenti degli indigeni (ebrei compresi), ho provato a suggerire qualche lettura “appropriata”. La risposta? Tetragona: sbagliati sono i libri che ho letto io, non i suoi…