Wiesel: “Il Nobel all’UE è un premio alla Storia. Ma ora l’Europa deve combattere l’antisemitismo”

L’Unione Europea ha trasformato “un continente in guerra in un continente in pace”, è questa la motivazione con cui quest’anno il premio Nobel per la pace è stato assegnato all’Unione Europea. “E’ un premio alla Storia”, osserva Elie Wiesel, premio Nobel per la Pace nel 1986, che a proposito del premio assegnato quest’anno all’UE ha rilasciato un’ intervista che appare su Repubblica di oggi. Spiega Wiesel: “l’Europa è un continente in pace dopo secoli di odio e guerre. Riflettiamo un momento: per secoli nella storia dell’umanità l’Europa è stata il luogo di odio e guerre. Francia contro Germania, o tutti contro tutti. Adesso è un’unione di nazioni, popoli, società che vivono insieme cercando di superare odio e ideologie”.  Questo Nobel, in fondo, “è anche un monito a non dimenticare crimini passati, in primis l’Olocausto, e a non tollerare deviazioni pericolose come vediamo purtroppo in Ungheria, per esempio”.  “Se l’Europa non ricorderà crimini ed errori del passato sarà in pericolo”.

Per il futuro, secondo Wiesel,  “l’Europa deve darsi una migliore strategia per crescere insieme nei valori, non solo nell’economia”. In alcuni paesi il populismo sta crescendo, fa notare ancora Wiesel. “In Ungheria, ad esempio, il premier parla di ‘nazione etnica’. L’Ungheria oggi non porta onore all’Europa e ai suoi valori. Può essere contagioso».  Wiesel tuttavia spera che “malgrado errori occasionali come in Ungheria” l’Europa abbia imparato la lezione dal passato. “E’ tuttora sotto esame e merita di essere criticata e di ricevere lezioni. Nazismo e comunismo, le due ideologie più vergognose, sono nate in Europa, ma – aggiunge – là sono crollate”.

Il premio Nobel è stato ritirato ad Oslo dai tre presidenti dell’UE, Herman Van Rompuy, della Commissione europea, José Manuel Barroso, e del Parlamento europeo, Martin Schultz.
Fra i capi di Stato e di governo presenti, il presidente francese, Francois Hollande, il cancelliere tedesco, Angela Merkel e il premier italiano Mario Monti. Tra gli assenti, il
premier britannico David Cameron, sostituito dal suo vice, Nick Clegg.