Twitch vieta l’uso del termine “sionista” come insulto

Personaggi e Storie

di David Fiorentini
La nota piattaforma di streaming Twitch, con oltre 240 milioni di utenti attivi, ha annunciato un aggiornamento della sua politica riguardo all’uso del termine “sionista” in contesti denigratori.

In un post sul proprio blog ufficiale, l’azienda di proprietà Amazon ha spiegato di voler proibire “l’uso di termini che, pur non essendo dannosi o offensivi di per sé, possono essere utilizzati come insulti o per denigrare altri in determinati contesti”.

Secondo la nuova politica, è consentito utilizzare il termine “sionista” per commentare l’ideologia o il movimento politico che ha portato alla fondazione di Israele, ma non per insultare ebrei o israeliani.

“L’utilizzo del termine per riferirsi al movimento politico, sia in modo critico che favorevole, non viola la nostra politica contro i comportamenti d’odio,” ha precisato l’azienda. Ciò che risulta problematico è “l’uso del termine ‘sionisti’ come un riferimento a ebrei o israeliani quando viene utilizzato in contesti che promuovono danni o violenza, fanno paragoni disumanizzanti o perpetuano stereotipi antisemiti.” 

Una riforma molto attesa, che giunge in seguito alle pesanti accuse avanzate dal deputato americano Ritchie Torres, democratico di New York, che aveva anche sollecitato l’espulsione di Hasan Piker, uno dei creatori più seguiti nella piattaforma, per la condivisione di contenuti antisemiti.

“Sono lieto di riferire che Twitch, in risposta alle pressioni pubbliche, abbia aggiornato i suoi Termini di Servizio per proibire tutte le forme di antisemitismo, indipendentemente dall’uso del termine ‘sionista’ o ‘ebreo’, riflettendo lo spirito della definizione di antisemitismo dell’IHRA,” ha dichiarato soddisfatto Torres a Jewish Insider. “Ma sebbene i nuovi Termini rappresentino un progresso, il vero successo arriverà solo con l’applicazione effettiva. Rimarrò vigile.”