Manfredi Palmeri: scopriamo le nostre radici

Personaggi e Storie

Nella splendida sala Alessi del Comune di Milano è stata presentata alla stampa la Giornata europea della Cultura ebraica. Sono intervenuti il presidente del Consiglio Comunale di Milano Manfredi Palmeri, il presidente Ucei Renzo Gattegna, il presidente della Comunità di Milano Leone Soued, il consigliere Ucei delegato alla Giornata, Yoram Ortona, e l’assessore alla Cultura della Comunità Sara Modena.
Presenti autorità consolari di diversi Paesi, tra cui la Francia, presidente di turno dell’Unione Europea.

Particolarmente significative le parole di Palmeri: “In questa occasione riscopriamo le nostre radici” ha detto “e tutto l’anno sarà ricco di iniziative che legheranno Milano all’ebraismo”.

Nel suo intervento di apertura, Manfredi Palmeri ha ricordato che oltre ai 60 anni dalla Fondazione di Israele quest’anno Milano festeggia 10 anni di gemellaggio con Tel Aviv e anche per questo ritiene importante la sede di Milano come città capofila della Giornata della Cultura ebraica. “Avevo prospettato questa possibilità l’anno scorso, nel corso della Giornata 2007, con Yoram Ortona, nel Tempio di via Guastalla. Sono felice e ringrazio l’Ucei per aver accolto la candidatura di Milano”.
“In questa occasione” ha continuato, “Noi non stiamo conoscendo meglio un popolo, ma noi stessi e il nostro percorso per il futuro. Nell’anno appena trascorso si sono sempre più consolidati i rapporti tra la città di Milano e la comunità ebraica. Penso alla Fondazione Giardino dei Giusti, al Binario 21 che illumina un luogo buio – moralmente oscuro – della nostra città, al conferimento alla Scuola della Comunità Sally Mayer della Benemerenza civica il 7 dicembre, per la sua capacità di formare buoni ebrei e buoni cittadini. L’esperienza della comunità ebraica deve essere un modello di integrazione nel rispetto della propria identità, valido per altri”. Ha concluso ricordando le sue origini familiari intrecciate con l’ebraismo e la sua città, Salemi, di cui nota la radice di Shalom.

Renzo Gattegna ha spiegato la scelta di Milano e Mantova come città capofila “sedi di importanti realtà ebraiche”. “Sotto il profilo ebraico” ha spiegato il presidente Ucei, “Milano si caratterizza per essere il punto di incontro di gruppi etnici e culturali estremamente diversificati, provenienti dai quattro
angoli della Diaspora, fedeli alle proprie tradizioni d’origine e alle proprie identità; ma contemporaneamente tutti accomunati dal desiderio di costruire assieme il proprio futuro in una delle città più dinamiche d’Europa”. E ha concluso; “Gli spostamenti degli ebrei nel territorio sono sempre
stati caratterizzati dalla ‘ricerca della libertà’ e ritengo che questa sia la sintesi del contributo che essi
hanno dato e che vogliono continuare a dare alla civiltà e alla cultura europea e mediterranea: libertà e
uguaglianza nei rispetto della specificità dei propri principi e delle proprie tradizioni”.

Il presidente della Comunità Leone Soued ha parlato dei rapporti sempre più stretti e proficui tra Milano e la Comunità, nella ricerca di valori comuni. “Milano e la comunità sono il laboratorio dell’Italia che guarda avanti” verso un futuro di integrazione e sviluppo. “Gli ebrei daranno il loro contributo ai momenti significativi della città, all’Expo, alla rivoluzione sociale e urbanistica. La Comunità vuole vedere la città in cui vive aperta e solidale, nel rispetto delle regole del vivere comune”. “La musica, tema della Giornata, è un linguaggio universale e spero che attraverso la musica ebraica si possa capire il nostro amore per la vita”.

Sara Modena, assessore alla Cultura della Comunità, ha esposto in dettaglio il programma della giornata, mentre Yoram Ortona si è soffermato sulla musica ebraica, i compositori, in particolare Aldo Finzi, perseguitato e costretto a nascondere sotto falso nome anche la sua musica per le Leggi razziali, di cui cade quest’anno il settantesimo anniversario; ma anche quel genere particolare che è la Chazanut, il canto liturgico, che sarà possibile ascoltare al Teatro Dal Verme nel pomeriggio del 7 settembre.

Ester Moscati (ester.moscati@mosaico-cem.it)


Il Programma nelle città capofila

Giornata europea della Cultura ebraica – IX edizione
Domenica 7 settembre 2008 – 7 elul 5768

MILANO
Tempio Centrale Hechal David uMordekhai, via della Guastalla 19
Ore 11.00 Apertura ufficiale della Giornata nella città capofila della manifestazione – Saluto delle autorità e suono dello Shofar
Ore 11.30 Intermezzo musicale con Amit Arieli: clarinetto
Ore 12.00 Rav Alfonso Arbib: E ora scrivete per voi questa cantica, Sala Jarach
Ore 15.00 Rav Roberto Colombo: Il dono della Torà tra suono e canto
Ore 16.00 Gianni Gualberto Morelembaum: I sopravvissuti di Varsavia: la tradizione ebraica nella musica del Novecento
Ore 16.45 Bruno Finzi: Aldo Finzi 1897-1945

Visite guidate alla sinagoga: ore 12.30 – 14.30 – 15.30 – 16.30 – 17.30
Stand di oggettistica, libri e gastronomia nei giardini adiacenti alla sinagoga.

Teatro Dal Verme, via San Giovanni sul Muro 6
Ore 17.00 Il Golem, spettacolo teatrale con concerto. Regia di Miriam Camerini
Ore 20.30 Le voci dell’anima. Musica ebraica liturgica e klezmer. Orchestra Nuova Cameristica
(direttore Andrea Gottfried, Angel Harkatz – voce, Amit Arieli – clarinetto, con la partecipazione del Chazan Rav David Elia Sciunnach).
Ore 22.00 Musica ebraica e vita notturna in Italia. Francesco Spagnolo: Le cerimonie notturne cabalistiche dall’era dei ghetti a oggi.

Ingresso libero.

Altre città

VICENZA
Ore 17.30, Piazza dei Signori, in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica
Lehaim concerto del coro della Comunità ebraica di Milano Col Hakolot Diretto dal M° Uri Chameides

MANTOVA
Città capofila, con Milano, della Manifestazione.
Comunità Ebraica, via G. Govi 13, Mantova
Ore 9 – 10.30 Visita guidata alla Sinagoga
Ore 10.45 Presentazione del volume Il Giardino degli ebrei. I cimiteri ebraici del Mantovano. Con le autorità comunitarie, cittadine e regionali e l’autrice.
Ore 15 – 17 Visita guidata alla Sinagoga
Ore 17.30 Incontro interculturale sul tema Ospitalità nella tradizione ebraica in collaborazione col Centro di Educazione Interculturale – Assessorato Politiche Sociali e Sanitarie della Provincia di Mantova.

Teatro Bibiena, via Accademia 47, Mantova
Ore 21.00 Concerto in ricordo del Maestro Claudio Gallico. Interverrà Renzo Gattegna, presidente Unione delle Comunità ebraiche Italiane. Debutto del Quartetto “Archi dell’Accademia Virgiliana”: Paolo Guidoni, violino I; Vinicio Capriotti, violino II; Elisa Ardinghi, viola; Piero Bosna, violoncello. Musiche di: Alessandro Rolla, Felix Mendelsshn; Johannes Brahms.

In particolare – Spettacoli a Milano

IL GOLEM spettacolo – concerto in otto quadri

da testi di Leivik, Meyrink, Singer, Wiesel, Von Kleist e Pirandello con musiche di Stravinskji, Smetana e Bach e brani di musica ebraica tradizionale e klezmer. Regia Miriam Camerini, Direzione musicale Manuel Buda, con Arianna Bianchi e Roberto Talso voci recitanti; Francesco e Vincenzo De Stefano pianoforte; Trio NefEsh: Daniele Parziani violino, Manuel Buda chitarra, Davide Tedesco contrabbasso.
Il Golem è uno spettacolo – concerto che narra la leggenda dell’automa d’argilla creato dal famoso Rabbi Loew, il “Maharal” di Praga, vissuto alla fine del ‘500, per difendere gli ebrei della sua comunità costantemente minacciati dalle perfide trame del Vescovo Taddeo e dei suoi seguaci. Se all’inizio tutto sembra procedere per il meglio e gli ebrei possono finalmente godere di una quiete mai sperimentata prima, ben presto il Golem sfugge al loro controllo, assumendo tratti sempre più umani. Il panico si diffonde allora per le vie del ghetto e per l’intera Praga mentre il Golem incontrollabile miete le sue vittime. Il Maharal dovrà infine rivolgersi contro la sua stessa creatura e porre fine alla vita del gigante. Lo spettacolo si interroga sul rapporto fra il popolo ebraico e quella forza fisica che per tanti secoli ha rifiutato di utilizzare in ossequio al comandamento divino: “non uccidere”, pur pagandone un altissimo prezzo di violenze e massacri. La scelta è drammatica: lasciarsi ancora una volta condurre al macello o opporre violenza a violenza, macchiandosi irrevocabilmente le mani di sangue? Cosa succede di un popolo che si voleva “eletto” – qualsiasi cosa ciò significhi – ma che per non morire è costretto a uccidere? Il mito del Golem – nella nostra lettura – è una riflessione sull’eterno conflitto tra tensione ideale e necessità reale, tra la millenaria attesa messianica del popolo ebraico e la necessità di agire per sopravvivere. La forza, con la quale l’uomo imprime il suo segno sulla creazione divina, deve però necessariamente essere un mezzo provvisorio, limitato nel tempo: per questo lo Shabbat segue i sei giorni della creazione, a suggello di quella provvisorietà dell’agire umano che trova il suo limite necessario nell’astensione da ogni opera nel settimo giorno della settimana. E’ infatti proprio in quell’ora al crepuscolo del venerdì, quando la settimana è già finita e lo Shabbat non è ancora iniziato, che i Maestri della tradizione ebraica collocano la nascita di tutte le creazioni miracolose e straordinarie. Dio creò l’uomo nel sesto giorno e, secondo un Midrash, lo fece per scommessa, dicendo a se stesso: “Speriamo che regga!”. Di questa ironia e provvisorietà della condizione umana si fanno cantori, nel nostro spettacolo, i musicisti del trio NefEsh, sempre pronti a rimettersi in cammino con una malinconia leggera leggera, già pronta al sorriso. Nel suo “Saggio sul teatro di marionette”, Heinrich Von Kleist sostiene che l’imperfezione e il male sono caratteristiche dell’uomo, che non riguardano invece Dio e gli automi, esseri creati dall’uomo a sua somiglianza, ma privi di anima e quindi anche di pulsione malvagia. Solo all’uomo è data, di conseguenza, la possibilità di scegliere fra il bene e il male. Il Golem proposto al Dal Verme riunisce giovani artisti che provengono da esperienze molto diverse fra loro. Altrettanto variegata è la scelta musicale, che armonizza perfettamente brani di musica klezmer, con compositori quali Smetana e Stravinskji.

LE VOCI DELL’ANIMA
MUSICA EBRAICA LITURGICA E KLEZMER

Il canto è la massima espressione della religiosità ebraica attraverso la cantillazione della Torah. Per questo motivo nei secoli si sono sviluppate molteplici tradizioni musicali ebraiche e soprattutto si è affinata la figura del Chazzan (cantore), colui che cantava le lodi al Signore con la sua bellissima voce. In Italia troviamo nelle diverse comunità ebraiche un patrimonio musicale liturgico di inestimabile valore.

Ma l’anima ebraica non si esprime solamente attraverso canti liturgici, la religiosità è espressa in tutte le azioni del quotidiano e ancor più nei momenti di gioia. Lo strumento che è diventato il simbolo di questa voce gioiosa ebraica è il clarinetto, che con la sua duttilità espressiva rappresenta lo strumento musicale più simile alla voce umana.

Il progetto è stato ideato dal M°Andrea Gottfried che ha selezionato i brani musicali recuperando melodie liturgiche quasi dimenticate e le ha arrangiate per orchestra.

Per la prima volta in Italia Chazzanim di due diverse Comunità Ebraiche, (Verona) e Rav David Elia Sciunnach (Milano) si incontrano per presentare al pubblico canti della tradizione liturgica ebraica accompagnati dall’Orchestra Nuova Cameristica.

Il concerto propone uno spaccato di questo patrimonio, dal rito romano a quello di Vercelli passando per la tradizione sefardita livornese.

Il programma musicale alterna momenti lirici con canti liturgici sinagogali per voce e orchestra a intermezzi musicali per clarinetto e orchestra eseguito da un virtuoso della musica klezmer, il clarinettista israeliano Amit Arieli.

Le musiche appartengono tutte alla tradizione ebraica liturgica e popolare.

Francesco Spagnolo
Musica e vita notturna degli ebrei italiani dal Rinascimento a oggi

In questa presentazione il musicologo Francesco Spagnolo svela il fenomeno della “vita notturna” degli ebrei italiani nell’età dei ghetti. Da tempi remoti, le tradizioni ebraiche comprendono cerimonie notturne: di studio, di preghiera, e anche di vero e proprio convivio, con musiche, canti, e danze. La diffusione del caffè in Italia, bevuto da mistici e studiosi, è legata alla vita notturna ebraica. A partire dal XVI secolo, con la diffusione della mistica ebraica (Kabbalah) presso le comunità italiane, queste manifestazioni si trasformarono in veri e propri eventi culturali, con musiche composte per l’occasione e la partecipazione degli italiani non ebrei in qualità di spettatori, curiosi di scoprire la vita entro le mura dei ghetti, e le tradizioni antiche dei loro vicini di casa ebrei. Nei secoli, le celebrazioni notturne hanno cambiato aspetto: i festeggiamenti popolari sono stati trasformati in cerimonie (para)liturgiche, e le manifestazioni cabalistiche sono diventate “eventi culturali”. Spagnolo esplora le origini e lo sviluppo di questi fenomeni culturali con l’aiuto di registrazioni etnografiche dei canti tradizionali ebraici italiani ed esempi musicali tratti dal repertorio delle cantate ebraiche dal barocco al risorgimento.