L'ex ostaggio Eli Sharabi con il fratello Sharon a Londra per il Golden Book Award

“Hostage”, l’autobiografia dell’ex ostaggio Eli Sharabi, vince il Golden Book Award

Personaggi e Storie

di Pietro Baragiola

Lunedì 23 giugno l’ex ostaggio Eli Sharabi è stato premiato con il Golden Book Award per aver battuto il record israeliano per il maggior numero di copie vendute in poco tempo, grazie alla sua nuova autobiografia Hostage in cui racconta la sua esperienza di prigioniero a Gaza.

Pubblicato dalla Sella Meir Publishing House, il libro è stato scritto in due mesi ed è il primo ad essere pubblicato da un ex ostaggio di Hamas.

“Ho cercato di scriverlo più in fretta possibile per raccontare la condizione dei rapiti in modo che i lettori capiscano cosa abbiamo vissuto io e i miei compagni e cosa sta ancora accadendo a Gaza” ha spiegato l’autore alla consegna del premio, ringraziando il pubblico israeliano per aver letto il suo libro.

Ad oggi Hostage ha venduto più di 20.000 copie in cinque giorni e sarà tradotto in altre lingue per raggiungere il più ampio pubblico possibile.

Il racconto di Eli Sharabi

Il 52enne Eli Sharabi è stato rapito dalla sua casa nel kibbutz Be’eri durante l’attacco del 7 ottobre 2023. Sua moglie Lianne e le figlie Noiya, 16 anni, e Yahel, 13, sono state uccise e anche suo fratello Yossi è stato rapito ed assassinato dai terroristi che ancora ne detengono il corpo.

Eli è stato tenuto prigioniero per diversi mesi insieme ad Alon Ohel, Eliya Cohen e Or Levy. L’autore ricorda che durante la prigionia ha insegnato a Cohen a parlare e leggere l’inglese attraverso l’unico libro che avevano: un romanzo dell’autrice americana Leigh Bardugo.

“Abbiamo insegnato l’inglese a Eliya e lui ha letto questo libro diverse volte imparando a pieno la lingua” ha spiegato Sharabi durante la presentazione del libro. “Questo dimostra quanto fosse importante per noi sopravvivere.”

L’8 febbraio 2025, dopo 491 giorni di prigionia, Sharabi è stato rilasciato durante un accordo di cessate il fuoco mediato da Qatar, Egitto e Stati Uniti. Del loro gruppo solo il 23enne Ohel è stato lasciato indietro mentre i suoi tre compagni di cella sono stati rilasciati.

“Non riesco a smettere di pensare ad Alon e agli altri ostaggi e continuerò a lavorare affinché possano tornare a casa. E ci torneranno” ha affermato l’autore che, tornato in patria in condizioni fisiche particolarmente provate, ha potuto raccontare la sua storia durante un incontro alla Casa Bianca con il presidente Donald Trump ringraziandolo per il suo contributo nell’aver mediato il cessate il fuoco. In seguito Sharabi ha testimoniato anche davanti al consiglio delle Nazioni Unite descrivendo le condizioni strazianti degli ostaggi a Gaza.

Sono stati questi incontri ad aver ispirato Sharabi a scrivere il suo libro: “trovo che i libri più dei film, delle serie TV o delle opere teatrali, siano in grado di raccontare le circostanze reali di ogni situazione. Ed io ho scritto questo racconto per far capire al mondo che non importa quali carte ti distribuisce la vita, il destino è nelle tue mani. Puoi sempre scegliere di vivere e come vivere.”

A causa del conflitto tra Israele e l’Iran, scoppiato il 13 giugno, il Comando della Difesa Civile dell’IDF ha vietato gli assembramenti pubblici, causando la cancellazione degli eventi della Settimana del Libro Ebraico iniziata la settimana scorsa e durante la quale Sharabi avrebbe dovuto ricevere il premio di persona.

La cerimonia si è dunque tenuta online, anche per agevolare l’autore che oggi si trova bloccato a Londra insieme al fratello Sharon, dopo che il loro volo per Israele è stato cancellato a causa del conflitto in corso.

La liberazione di Eli Sharabi da Gaza