Gli Usa liberano la spia del Mossad Jonathan Pollard

di Davide Foa

pollardDopo trent’anni di prigionia (10.956 giorni), venerdì 20 novembre la spia israeliana Jonathan Pollard è stata rilasciata dal carcere di Butner,  in Nord Carolina. Ex analista della marina militare americana, Pollard, originario del Texas, venne arrestato il 21 febbraio 1985 con l’accusa di aver consegnato ai servizi segreti israeliani delle notizie top secret.

Era stato Rafi Eitan, addestratore del Mossad, a coinvolgere Pollard nei servizi segreti, come lo stesso Eitan rivelò in un’intervista ad Haaretz del dicembre 2014. Inizialmente impressionato dalle grandi capacità del texano, col passare del tempo Eitan non apprezzò la mancanza di prudenza di Pollard, che spendeva velocemente i soldi guadagnati con il “lavoro-extra”, facendo sollevare non pochi sospetti.

Quando fu poi scoperto da un collega, per non finire nelle mani dell’FBI Pollard chiese asilo politico presso l’ambasciata israeliana ma gli fu negato.

Stando a quanto dichiarato da Eitan, Pollard avrebbe avuto l’occasione di lasciare gli Stati Uniti prima del processo ma non lo fece, pensando che “lui e sua moglie si sarebbero recati all’ambasciata israeliana con due valigie piene di informazioni e gli avrebbero dato asilo”.

Nel 1986 fu quindi condannato all’ergastolo per alto tradimento e il suo arresto provocò non pochi dissapori tra Usa e Israele. Nel 1995, mentre scontava la sua pena, chiese ed ottenne la cittadinanza israeliana.

“Nessuno lo ha aiutato. Nessun governo ha ridotto la sua sentenza neanche di un giorno”: questo quanto dichiarato dalla sua ex-moglie al momento della scarcerazione, critica nei confronti dell’operato dei vari governi israeliani e convinta che Jonathan non debba ringraziare nessuno se non se stesso per la propria libertà.

Una libertà che, peraltro, non può dirsi ancora piena; uscito dal carcere, Pollard dovrà comunque indossare un braccialetto elettronico che permetta all’FBI di monitorare i suoi movimenti. Egli, inoltre, non potrà lasciare gli Usa per almeno cinque anni.

“Non c’è alcun motivo per trattare Mr. Pollard in questo modo”, commentano i suoi avvocati Eliot Lauer e Jacques Semmelman.

Per parte sua, Pollard non aspetta altro che mettere piede in Israele, per ritrovare la sua seconda moglie ed ottenere dal governo israeliano un cospicuo risarcimento; il partito del Likud sta già proponendo una “legge Pollard” che assicuri al neo scarcerato un’assistenza vitalizia.

Immediate le dichiarazioni del primo ministro Benjamin Netanyahu, una volta saputo del rilascio di Pollard: “ il popolo di Israele accoglie con favore la liberazione di Pollard”.

Ad ogni modo, lo stesso Netanyahu ha chiesto ai suoi ministri di mantenere un basso profilo sulla vicenda-Pollard, convinto che eccessive celebrazioni per la sua liberazione possano indurre gli Usa a non permetterne un più rapido ritorno in Israele.