Le aziende high-tech israeliane per l’occupazione delle donne haredi

di Paolo Castellano

Israele è la start-up nation per eccellenza. Un modello che altri paesi cercano di imitare per sviluppare i loro sistemi produttivi investendo principalmente sul settore high-tech. Tuttavia, l’economia legata all’innovazione tecnologica necessita di laureati con una solida formazione e di una particolare attenzione per il capitale umano.

Come riporta NoCamels, in Israele i lavoratori con alta preparazione sono richiestissimi dalle grandi aziende, ma ci si è accorti che non è facile individuarli, soprattutto se sono ultraortodossi. In base a un sondaggio realizzato nel 2018 dall’Israel Advanced Technology Industries si è scoperto che solamente il 3% della popolazione ultraortodossa lavora nel settore high-tech. Negli ultimi anni la percentuale è cresciuta e le donne ultraortodosse sono in prima fila per contratti con industrie tecnologiche. Tuttavia, Israele ritiene che le donne haredi abbiano grande potenziale per l’economia digitale e ha deciso di scommettere su di loro.

Per questo motivo, Scale-Up Velocity e Start-Up Nation Central hanno inaugurato un programma di formazione biennale dedicato alle donne haredi israeliane che frequentano seminari religiosi. Il progetto si chiama ADVA e include corsi di ingegneria software e di programmazione high-tech.

Il primo ciclo biennale è terminato a dicembre 2020. Tra le prime 20 iscritte, 13 ebree ultraortodosse hanno ottenuto un impiego in prestigiose aziende come Apple, Facebook, XM Cyber e Check Point Software Tecnologies.

Dunque, il tasso di occupazione è alto per chi frequenta il programma ADVA che si basa su un approccio a tre livelli: lezioni teoriche, esercitazioni pratiche e sviluppo di competenze interpersonali. Dopo il periodo di frequenza le iscritte acquisiscono competenze a metà tra una laurea in informatica e matematica. Inoltre, i docenti che formano le donne haredi sono altamente qualificati e provengono da importanti università israeliane.

Per creare il progetto ADVA sono stati investiti 3,1 milioni di dollari ma gli organizzatori hanno dichiarato che la cifra verrà recuperata attraverso le tasse ricevute dall’indotto del settore high-tech. Dunque la formazione ad alto livello non giova soltanto alle ultraortodosse disoccupate ma anche allo Stato israeliano.

(foto: wypr.org)