“Basta con le menzogne e basta con l’estremismo”: oltre 400 star di Hollywood firmano la lettera aperta contro le proteste anti-Israeliane

Personaggi e Storie

di Pietro Baragiola
Sostenuta da personalità di spicco tra cui l’imprenditore televisivo Haim Saban, l’attrice Patricia Heaton e gli amministratori delegati di Mattel, Warner Records e Fox Entertainment Global, la lettera accusa le campagne anti-Israele di diffondere disinformazione, giustificare le atrocità di Hamas e mettere in pericolo gli ebrei in tutto il mondo. (Nella foto da sinistra Mayim Bialik, Haim Saban e Debra Messing).

 

Giovedì 29 maggio più di 400 leader del mondo dello spettacolo hanno firmato una lettera aperta, pubblicata dall’organizzazione no profit Creative Community for Peace (CCFP), chiedendo il rifiuto della retorica estremista e della diffusione di disinformazione anti-Israele.

Questa lettera è la prima del suo genere ed è stata scritta in risposta all’attacco al Museo Ebraico di Washington D.C. della scorsa settimana e per ribattere alla pubblicazione di diverse missive da parte dell’industria dell’intrattenimento piene di affermazioni fallaci e accuse incendiarie.

“Questo flusso di menzogne contro il popolo ebraico e la patria ancestrale degli ebrei ha assunto un carattere mortale negli Stati Uniti” ha affermato l’attrice Mayim Bialik (The Big Bang Theory) alla rivista The Jewish News. “È importante che oggi i personaggi pubblici utilizzino le loro piattaforme in modo responsabile.”

Sostenuta da personalità di spicco tra cui l’imprenditore televisivo Haim Saban, l’attrice Patricia Heaton e gli amministratori delegati di Mattel, Warner Records e Fox Entertainment Global, la lettera accusa le campagne anti-Israele di diffondere disinformazione, giustificare le atrocità di Hamas e mettere in pericolo gli ebrei in tutto il mondo.

“Basta con le menzogne e basta con l’estremismo” si legge nel documento avvertendo del fatto che molte celebrità con milioni di follower, nonostante siano ben intenzionate, sono state “manipolate” nel diffondere narrazioni allineate con Hamas, senza rendersi conto del danno causato.

“Imploriamo queste persone di unire la loro voce a quella della chiarezza morale, della pace e della tolleranza, invece che a quella della divisione, della distorsione e della delegittimazione” ha spiegato Bialik.

La lettera della CCFP collega direttamente l’incitamento sui social media alle conseguenze nel mondo reale, citando gli omicidi a Washington come prova che slogan come “Free Palestine” vengono utilizzati come arma per incitare alla violenza. Un evento che non deve mai più ripetersi.

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Di seguito riportiamo il contenuto della lettera aperta tradotto dall’inglese:

Noi sottoscritti diciamo basta! Basta con le menzogne e basta con l’estremismo.

Hamas, l’Iran, i loro alleati e simpatizzanti ideologici in Occidente hanno inondato il mondo con le loro menzogne odiose e l’incitamento all’antisemitismo dal 7 ottobre, menzogne volte a demonizzare Israele, il popolo ebraico e i suoi sostenitori.

Alcune celebrità e personaggi pubblici ben intenzionati sono stati manipolati da questo flusso costante di disinformazione, che hanno anche contribuito ad amplificare.

Il 21 maggio 2025 abbiamo visto che queste menzogne possono avere conseguenze mortali quando due giovani sono stati uccisi fuori da un museo ebraico a Washington D.C. mentre l’assassino gridava “Free Palestine” (Palestina libera), uno slogan che è ormai diventato un invito alla violenza.

La guerra è orribile, perché causa sofferenze a troppi civili, ed è per questo che, nonostante Hamas abbia lanciato guerre contro Israele nel 2008, 2012, 2014, 2018 e 2021, queste guerre sono state di breve durata.

Ma il raccapricciante massacro di Hamas del 7 ottobre 2023 ha cambiato tutto.

Tragicamente, la sofferenza dei civili a Gaza è una strategia di Hamas, con un funzionario dell’organizzazione che ha affermato che si tratta di un “piccolo prezzo” da pagare.

Quando la Russia ha lanciato la sua guerra contro l’Ucraina, sono state le donne e i bambini a rifugiarsi nella metropolitana per mettersi in salvo, mentre gli uomini combattevano in superficie.

Al contrario, a Gaza, dopo che Hamas ha lanciato la sua guerra genocida contro Israele, sono stati i suoi combattenti a rifugiarsi nella “metropolitana”, lasciando donne e bambini in superficie per usarli come scudi umani.

Questa è una guerra iniziata da Hamas, che può porvi fine rilasciando gli ostaggi, deponendo le armi e liberando così anche i palestinesi di Gaza dal suo regime tirannico.

Eppure, Hamas rifiuta di cedere sulla sua richiesta di ripulire tutta la terra tra il fiume e il mare dagli ebrei, come afferma nella sua stessa carta:

“Il Giorno del Giudizio non arriverà finché i musulmani non combatteranno gli ebrei e li uccideranno. Allora gli ebrei si nasconderanno dietro le rocce e gli alberi, e le rocce e gli alberi grideranno: ‘O musulmano, c’è un ebreo nascosto dietro di me, vieni ad ucciderlo’ (articolo 7).”

La campagna anti-Israele condivide questo estremismo.

La campagna anti-Israele rifiuta di ritenere Hamas responsabile della morte e della distruzione causate dal suo uso illegale e ripetuto di ospedali, moschee, scuole e strutture delle Nazioni Unite per lanciare attacchi e proteggere i propri centri di comando.

La campagna anti-Israele rifiuta di riconoscere che la stragrande maggioranza dei “giornalisti” che diffondono propaganda a Gaza sono, in realtà, membri o sostenitori delle stesse organizzazioni terroristiche, arrivando persino a unirsi ad Hamas il 7 ottobre per aiutare a trasmettere al mondo il massacro compiuto in Israele.

La campagna anti-Israele diffonde la calunnia antisemita secondo cui lo Stato ebraico – e tutti gli ebrei che sostengono Israele – sono assetati di sangue, prendono di mira intenzionalmente i civili e commettono “genocidio”.

La campagna anti-Israele fa affermazioni oltraggiose, come quella che Israele avrebbe cercato di uccidere 14.000 bambini in 48 ore, affermazioni così eclatanti che dovrebbero crollare sotto il peso della loro stessa assurdità. Eppure, queste affermazioni sono amplificate dai media, oltre che dalle celebrità che condividono questa disinformazione con i loro milioni di follower sui social media.

La campagna anti-Israele sostiene che gli ebrei siano colonizzatori, quando invece sono indigeni della terra di Israele e hanno il diritto all’autodeterminazione nella loro patria storica, come sancito dalla Carta delle Nazioni Unite.

Rifiutiamo tutte queste menzogne.

Rifiutiamo il movimento anti-Israele che si appropria di ogni causa di giustizia sociale, affermando in modo scandaloso che stare dalla parte della comunità LGBTQIA+ o dei movimenti antirazzisti, anticolonialisti, anti islamofobici e antisemiti significa stare contro Israele.

Tutto questo viene fatto per dipingere Israele e gli ebrei di tutto il mondo come l’incarnazione del male assoluto. Questo è antisemitismo.

Chiediamo a tutti i nostri colleghi di respingere questa retorica estremista e la diffusione di disinformazione, affinché possiamo lavorare per un futuro in cui gli israeliani e i palestinesi possano vivere fianco a fianco in pace e dignità.

 

I firmatari

Questa lettera è considerata dai suoi firmatari ‘un appello alla verità, alla responsabilità e alla correttezza da parte di coloro che dispongono di piattaforme influenti’, come ha spiegato Haim Saban a The Jewish News.

Insieme a Saban altre celebrità che hanno aggiunto il loro nome alla lettera sono: attrici come Debra Messing, Uzo Aduba, Julianna Margulies e Rebecca De Mornay; la conduttrice televisiva Sharon Osbourne; il dirigente Gary Barber; la cantautrice Diane Warren e molti altri.

La lista completa è presente sul sito della Creative Community for Peace.

“È dovere degli intrattenitori e dei personaggi pubblici influenzare i loro fan in modo responsabile” hanno affermato in una dichiarazione congiunta il presidente del CCFP David Renzer e il direttore esecutivo Ari Ingel, ringraziando i firmatari. “Senza una correzione di rotta, vedremo solo più odio, più violenza e più persone innocenti prese di mira semplicemente perché ebree.”