Antisemitismo nel mondo 2020: diminuiscono gli attacchi fisici, ma aumentano sul web

di Nathan Greppi
Da un lato un calo delle aggressioni fisiche contro le persone, dovuto ai lockdown, dall’altro un aumento sia degli attacchi in rete sia degli atti di vandalismo contro sinagoghe e cimiteri ebraici: questo, in sintesi, è ciò che è successo nel 2020 stando all’ultimo report annuale sull’antisemitismo nel mondo pubblicato dall’Istituto Kantor dell’Università di Tel Aviv, che ha presentato i risultati mercoledì 7 aprile in una conferenza Zoom, moderata dal ricercatore italiano Giovanni Quer.

“In un anno di restrizioni dei contatti, è ovvio che gli attacchi fisici diminuiscano,” ha commentato Moshe Kantor, Presidente dello European Jewish Congress e fondatore dell’istituto. “Tuttavia, con l’aumento dell’antisemitismo online, la prossima ondata di attacchi contro gli ebrei potrebbe essere dietro l’angolo”.

La direttrice dell’Istituto Kantor, Dina Porat, ha illustrato i risultati tramite slide e grafici delle loro ricerche: stando ai dati, gli incidenti violenti sono diminuiti, passando dai 456 del 2019 ai 371 del 2020. Sono diminuiti anche i casi di ebrei feriti fisicamente (da 170 a 107) e dei danni alla proprietà privata (da 130 a 84). Nello stesso periodo, tuttavia, sono aumentati i casi di vandalismo contro sinagoghe, cimiteri ebraici e memoriali della Shoah, passati dai 130 del 2019 ai 159 del 2020.

Passando ai singoli paesi, in molti i casi di antisemitismo sono diminuiti: in particolare, in Francia e in Canada nel 2020 sono diminuiti di almeno il 50% rispetto all’anno precedente. Lo stesso non si può dire per la Germania, dove al contrario il numero totale di atti di antisemitismo è aumentato, passando dai 2.032 casi del 2019 ai 2.275 del 2020.

Sul web invece è aumentato, soprattutto per la crescita di due fenomeni: uno è lo Zoombombing, quando neonazisti si infiltrano in eventi ebraici su Zoom per sabotarli (solo negli Stati Uniti ne sono avvenuti più di 200). L’altro è la crescita del “dark web”, un insieme di siti e blog dove si rifugiano in massa coloro che sono stati bannati dai social per incitamento all’odio.

Nell’anno del Covid, molti dei casi di antisemitismo online riguardano proprio teorie complottiste che accusano gli ebrei e/o Israele di diffondere il coronavirus, o che paragonano le vaccinazioni di massa agli esperimenti nazisti. Nel primo caso, hanno avuto un ruolo importante sia l’estrema destra antisemita sia l’estrema sinistra filopalestinese, oltre all’Iran che tramite canali in altre lingue come Press TV e Hispan TV (canale iraniano in lingua spagnola), diffonde all’estero teorie complottiste sugli ebrei e il Covid-19.

Anche la morte di George Floyd e le proteste di Black Lives Matter hanno avuto un impatto sugli ebrei: come ha spiegato Arie Zuckerman, capo del consiglio dell’Istituto Kantor, sono circolate molte vignette e post che accusavano gli ebrei di collusione con il suprematismo bianco o con la tratta degli schiavi neri avvenuta secoli fa. E se da un lato le attività del BDS siano state indebolite dalla pandemia e dai lockdown, dall’altro hanno unito ulteriormente le forze con il Black Lives Matter e i gruppi Antifa americani.