Ungheria, ebrei in piazza in nome della memoria

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Migliaia di ebrei ungheresi hanno celebrato giovedì 20 marzo il 70 anniversario dell’invasione del Paese da parte dei nazisti, riuniti davanti alla sinagoga centrale di Budapest per ricordare gli oltre 600.000 ebrei uccisi dai nazisti durante la guerra.

Una manifestazione, questa, che si inserisce nella polemica sollevata qualche mese fa dalla comunità ebraica ungherese riguardo all’atteggiamento di banalizzazione della memoria e della responsabilità degli ungheresi nella Shoah messo in atto dal governo di Viktor Orban, evidente nella scelta di far costruire un monumento in ricordo dell’invasione nazista. “Così facendo, si suggerisce che la responsabilità per le deportazioni fosse dei nazisti occupanti – sostiene l’Associazione delle comunità ebraiche ungheresi (Mazsihisz) – mentre in realtà le autorità ungheresi del regime Miklos Horthy collaboravano pienamente». Da qui la scelta di boicottare gli eventi governativi per i 70 anni della Shoah nel Paese, fino a quando il piano di costruzione no  fosse stato cancellato. Al momento, però, quello che è stato ottenuto è solo un posticipo del progetto fino a maggio.

Rimane dunque molto “calda” la situazione degli ebrei in Ungheria, un Paese dove negli ultimi anni si sono moltiplicati gli episodi di antisemitismo, e in cui lo Jobbik, partito di estrema destra molto rappresentato in Parlamento (43 seggi su 386), non fa mistero delle proprie posizioni radicalmente antisemite e razziste.