Strage a Manchester nel giorno di Yom Kippur: due morti e quattro feriti in un attacco contro una sinagoga

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di Anna Balestrieri
Il bilancio è di due morti – Adrian Daulby, 53 anni, e Melvin Cravitz, 66 anni – e quattro feriti, alcuni in condizioni gravi. L’attentatore, identificato comeJihad al-Shamie, 35 anni, cittadino britannico di origine siriana, è stato ucciso dalla polizia sul posto.

Manchester è sotto shock dopo il sanguinoso attentato che, nel giorno di Yom Kippur, ha colpito la comunità ebraica della città. Giovedì 2 ottobre, davanti alla Heaton Park Hebrew Congregation nel quartiere di Crumpsall, un uomo ha compiuto un attacco combinato a colpi di coltello e auto contro i fedeli riuniti per la preghiera solenne. Il bilancio è di due morti e quattro feriti, alcuni in condizioni gravi. L’attentatore, identificato come Jihad al-Shamie, 35 anni, cittadino britannico di origine siriana, è stato ucciso dalla polizia sul posto.

Le vittime: Adrian Daulby e Melvin Cravitz

Le autorità hanno reso noti i nomi delle due vittime: Adrian Daulby, 53 anni, e Melvin Cravitz, 66 anni. “Melvin era un uomo adorabile, uno dei miei migliori amici, non posso crederci”, ha raccontato un vicino al Telegraph. Le famiglie delle vittime sono seguite da ufficiali di collegamento della Greater Manchester Police.

Il capo della polizia, Sir Stephen Watson, ha rivelato un dettaglio drammatico: uno dei due fedeli potrebbe essere rimasto ucciso da colpi d’arma da fuoco sparati dagli agenti nel tentativo di fermare l’assalitore. “Le uniche armi da fuoco impiegate sono quelle dei nostri agenti autorizzati, intervenuti per impedire all’attentatore di entrare nella sinagoga e provocare un massacro ancora più ampio”, ha dichiarato. Un altro ferito ha riportato una lesione non letale da arma da fuoco.

Secondo la polizia, Daulby e Cravitz si trovavano proprio dietro la porta della sinagoga, insieme ad altri fedeli che hanno coraggiosamente cercato di bloccare l’assalitore.

Condanne unanimi e famiglia sotto shock

La famiglia di al-Shamie ha diffuso un messaggio di sdegno e dolore: “Condanniamo con fermezza questo atto odioso, che ha preso di mira civili innocenti e pacifici. Siamo in profondo shock. Le nostre preghiere vanno alle vittime e alle loro famiglie”, ha scritto il padre, Faraj al-Shamie, su Facebook.

Anche il presidente dell’Autorità Palestinese, Mahmoud Abbas, ha condannato l’attentato, ribadendo che “la solidarietà con il popolo palestinese non deve mai essere strumentalizzata per compiere violenze o azioni antisemite”.

La risposta delle istituzioni britanniche

La ministra dell’Interno Shabana Mahmood ha promesso un rafforzamento delle misure di sicurezza: “Faremo tutto il necessario per proteggere la nostra comunità ebraica. I cittadini vedranno un aumento della presenza di polizia presso sinagoghe e altri luoghi sensibili”. Mahmood ha anche definito “disonoranti e anti-britannici” i cortei anti-Israele organizzati poche ore dopo l’attacco in diverse città, che hanno portato a 40 arresti.

Il premier Keir Starmer ha condannato l’attacco, ribadendo l’impegno a “sconfiggere l’antisemitismo in Gran Bretagna”.

Israele ha espresso solidarietà alla comunità ebraica britannica. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha colto l’occasione per criticare ancora una volta i Paesi, tra cui il Regno Unito, che hanno riconosciuto lo Stato palestinese.

Antisemitismo in crescita

L’attentato avviene in un contesto di crescente antisemitismo nel Regno Unito. Secondo i dati del Community Security Trust, nella prima metà del 2025 si sono registrati oltre 1.500 episodi, il secondo dato più alto mai documentato. “È l’incubo peggiore per ogni rabbino e per ogni ebreo: un attacco nel giorno più sacro dell’anno, durante una celebrazione di massa”, ha dichiarato il rabbino Jonathan Romain.

Proteste e celebrazioni scioccanti

L’indignazione è esplosa anche online, dove l’attivista Nick Buckley ha denunciato con un post su X: “I festeggiamenti per gli omicidi di Manchester si sono diffusi in molte città del Regno Unito. Gli ebrei uccisi non sono nemmeno freddi e già li celebrano. Sanno di essere intoccabili e il governo li teme.

 

Una città ferita

Manchester, già colpita in passato dal terrorismo, si ritrova di nuovo a fare i conti con il lutto e con il timore di nuove violenze. La comunità ebraica, tra le più grandi e antiche del Regno Unito, piange due dei suoi membri e chiede protezione.

“Le nostre preghiere sono con le famiglie delle vittime e con tutti i colpiti da questa tragedia,” ha detto il capo della polizia Watson. “I nostri agenti e i soccorritori hanno agito con coraggio per impedire un massacro ancora più grande.”

Un Yom Kippur segnato dal sangue e dalla paura: la ferita resta aperta, mentre il Paese cerca di fare fronte comune contro l’odio e l’antisemitismo.