Singapore. Arrestato terrorista che voleva uccidere gli ebrei in nome di Hamas

di Paolo Castellano

Il 10 marzo i giornali di Singapore hanno riportato la notizia dell’arresto di un terrorista pro-Hamas che aveva intenzione di pugnalare i membri della comunità ebraica locale durante la consueta preghiera nella sinagoga di Maghain Aboth. Come si legge sul The Straits Time, le autorità locali hanno applicato la legge sulla sicurezza interna mettendo in stato di fermo un 20enne singaporiano.

Il sospettato, Amirull Ali, lavorava nel corpo nazionale delle forze armate di Singapore e gli investigatori ritengono che si sia radicalizzato intorno ai 14 anni dopo essersi interessato al conflitto israelo-palestinese.

Come riporta il Jerusalem Post, l’attentatore aveva organizzato un piano di vendetta contro gli israeliani, identificando gli ebrei di Singapore come responsabili di presunti crimini umani nella Striscia di Gaza. Seguendo la sua ideologia, avrebbe ucciso il maggior numero di fedeli di religione ebraica per colpire indirettamente lo Stato ebraico.

Motivazioni illogiche, smontate anche dal ministro singaporiano agli Affari interni K. Shanmugam che ha dichiarato che gli ebrei di Singapore sono cittadini locali e non hanno mai avuto legami con le Forze di difesa israeliane. «Si può supportare la causa palestinese, ma non va bene andare in giro a uccidere le persone», ha sottolineato il ministro.

In base alle indagini della polizia, Ali sarebbe un lupo solitario senza legami con una cellula terroristica o gruppo politico palestinese. Il terrorista avrebbe deciso di organizzare il suo piano sanguinoso perché infastidito dai presunti maltrattamenti dei palestinesi. Ali ha sostenuto che se fosse morto mentre accoltellava un ebreo nel nome di Hamas, avrebbe raggiunto il paradiso.

Per raggiungere il suo obiettivo, negli scorsi mesi Ali ha studiato la letalità delle armi bianche sul corpo umano e ha visitato diverse volte la sinagoga Maghain Aboth per familiarizzare con il luogo.

A seguito dell’arresto del terrorista, il Ministero della Difesa di Singapore ha detto di non poter escludere che “qualcuno tra i cittadini singaporiani possa essersi radicalizzato”.

(foto: the Straits Times)