Regno Unito: il Parlamento considera azioni contro l’antisemitismo in inquietante crescita

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ukUn’azione urgente è necessaria per contrastare un’ “inquietante” crescita dell’antisemitismo, comprese delle misure che affrontino “l’odio virtuale” sui social media. E’ quanto sostiene un’indagine del Parlamento britannico sull’antisemitismo, condotta da alcuni avvocati di diversi partiti.

A monte vi sono i dati rilasciati settimana scorsa dal Security Trust, secondo cui gli attacchi antisemiti nel Regno Unito hanno raggiunto un preoccupante numero record nel 2014, arrivando a 1.168. È il livello più alto dal 1984, quando è iniziata la raccolta di questi dati.
Il picco ha coinciso con il conflitto fra Gaza e Israele. In luglio è stato registrato un record su base mensile, con 314 incidenti. Fra le città più colpite dal fenomeno Londra, con 583 casi, in aumento del 137%, e Manchester con 309 (+79%). Gli attacchi sono stati verbali e anche fisici e in certi casi sono state lanciate uova da auto in corsa contro persone «visibilmente di origine ebraica», si legge nel rapporto, che camminavano per strada. A questi si aggiungono poi fatti di stretta attualità, come la manifestazione contro l’ “ebraicizzazione” organizzata per il 22 marzo da un gruppo neonazista.

“Nonostante la comunità ebraica sia al suo interno diversificata, c’è una diffusa e concreta preoccupazione, senso di insicurezza, solitudine e paura in seguito alla crescita degli episodi antisemiti dalla scorsa estate e dai successivi eventi mondiali”, sottolinea il report redatto dagli avvocati. “C’è bisogno di una comprensione più sofisticata dell’antisemitismo, insieme a una definizione più chiara dei limiti di quello che è accettabile”.

Secondo gli avvocati britannici, il governo, la polizia e la giustizia devono agire “per garantire alle comunità ebraiche la necessaria protezione dalla continua minaccia terroristica a cui sono soggetti”.

Fra le 34 richieste elencate all’interno del documento, vi è quella di un finanziamento governativo della sicurezza delle sinagoghe e di un organo indipendente che monitori lo sviluppo dell’antisemitismo. Inoltre, si chiede che si adottino delle misure per prevenire la diffusione dell’odio online, dal momento che le parole “Hitler” e “Olocausto” erano fra le 35 più utilizzate su Twitter durante l’estate del 2014. Addirittura, l’hashtag “Hitler aveva ragione” era fra i più twittati al mondo nell’estate di quell’anno.

Dal canto loro, i parlamentari hanno suggerito che gli avvocati considerino delle azioni preventive, come ad esempio delle restrizioni all’accesso a internet per alcuni individui, sulla traccia di quelle per l’uso del web a scopi sessuali.

L’importanza di una presa di posizione così chiara e sentita è evidente anche nelle parole del premier David Cameron, che ha definito il report “enormemente importante”. “Nessuna differenza di vedute sulla politica estera o interna può giustificare l’antisemitismo o qualsiasi altra forma di razzismo, pregiudizio e estremismo”.

Intanto, però, gli ebrei britannici si sentono in pericolo: stando a una recente ricerca il 54% ritiene di “non avere futuro in Gran Bretagna”, il 45% afferma che le proprie famiglie sono minacciate dall’ “estremismo islamico” e il 58% si spinge fino ad affermare di “non avere futuro in Europa” nel lungo termine.