Quant’è vecchio il Grillo-pensiero!

Mondo

di Davide Romano

Le ultime dichiarazioni di Beppe Grillo al giornale israeliano Yedioth Ahronot hanno fatto un certo scalpore, ma non sono frutto di un’uscita improvvisata. Il comico genovese crede profondamente in quello che ha dichiarato, tanto è vero che non è la prima volta che si lascia andare a frasi del genere.

Le teorie sul complotto ebraico da un lato, e la demonizzazione di Israele dall’altro, sembrano essere un caposaldo del suo pensiero da anni.

Ma andiamo con ordine. Negli USA fece molto scandalo nel 2006 l’uscita di Mel Gibson che, mentre veniva arrestato in stato di ubriachezza, dichiarò: “Gli ebrei sono responsabili per tutte le guerre nel mondo”.  Attenzione: non gli israeliani (che già sarebbe stato un delirio gravissimo), ma gli ebrei tutti. Quindi, per intenderci, anche Woody Allen e Scarlett Johansson. La cosa fece molto scandalo, negli USA. In Europa una sola voce si alzò a difendere il delirio da ubriaco di Mel Gibson, indovinate chi? Proprio lui, Beppe Grillo, che commentò la vicenda in questo modo: “La rete ABC ha cancellato una serie con Mel Gibson sull’Olocausto. Hollywood lo vuole mettere al bando. Alcuni opinionisti americani dicono che le scuse non bastano. Mel Gibson ha sbagliato e deve pagare. E i produttori di origine ebraica, e anche gli altri se ci sono, di Hollywood non devono dargli una seconda opportunità. (…) Israele fa paura. Il suo comportamento è irresponsabile. Ecco, l’ho detto. E non sono neppure ubriaco. Sono solo spaventato per i miei figli. Come forse siamo un po’ tutti. Lo so, Veltroni mi metterà al bando da Cinecittà. Dietro Israele ci sono gli Stati Uniti o dietro gli Stati Uniti c’è Israele, chi è la causa e chi l’effetto?(…)”

Tralasciamo la confusione tra israeliano e ebreo, purtroppo assai comune. Quello che inquieta e che deve fare preoccupare i nostri di figli – e non i suoi – è che nella mente di Grillo ci sono tutti i classici elementi della teoria del complotto ebraico, che già troppi danni ha fatto in passato: Hollywood in mano agli ebrei, Israele che controlla gli Stati Uniti (o viceversa?), Israele che fa paura. Nessuna paura né condanna invece per il massacratore siriano Assad, o per il terrorista Bin Laden, secondo il comico genovese “tradotto male”.

Non era questa però la prima volta che il comico genovese esprimeva deliri del genere. Nel febbraio 2006 infatti, scoppia il caso Ferrando: l’allora esponente del PRC aveva delegittimato l’esistenza di Israele e giudicato un atto di legittima resistenza la strage di Nassiriya. In quella occasione il comico che simpatizza per i regimi definì Ferrando un “estremista di buon senso”.

Nella recente intervista a Yedioth Ahronot il comico/politico ha poi dichiarato che Ahmadinejad non vuole distruggere Israele. Anche qui, nessuna novità. Già anni fa durante un suo spettacolo l’(ex?) comico disse che il sanguinario dittatore iraniano non avrebbe mai negato la Shoah. Glielo ha assicurato suo cognato, che è di Teheran e parla persiano. Secondo l’artista le preoccupazioni del mondo contro Ahmadinejad sarebbero quindi dovute solo a traduzioni faziose del MEMRI (un istituto che traduce in inglese i discorsi dei leader arabi e persiani), il cui peccato originale sarebbe quello di essere stato fondato da un ex-ufficiale israeliano. Ancora e sempre la teoria del complotto ebraico mondiale.

Tali pensieri – espressi dal leader di un partito che si appresta a prendere tra il 15% e il 20% dei voti in Italia – ci devono preoccupare. Sono anni che si va nelle scuole e si dialoga con la classe dirigente del paese, per combattere alla radice il virus dell’antisemitismo che si nutre dell’idea che gli ebrei controllino il mondo. Si pensava finalmente di avere raggiunto dei risultati, ed ecco che ora – grazie a Grillo – rischiamo di avere un’altra fonte di propagazione del virus letale. Anche perché sono tanti i giovani che seguono il suo movimento, e credono in lui e nelle sue parole. Ci vorranno anni per riparare ai danni fatti. Sembra proprio una condanna perenne, per noi ebrei: dover ricominciare ogni volta da capo. Questa volta però – contrariamente ai decenni passati – non c’è neppure modo di dialogare con il leader maximo del Movimento 5 Stelle, chiuso nel suo bunker digitale. Lui non ha mai accettato il confronto, sa di avere ragione e basta. Chi non è d’accordo con lui rischia di essere accusato di essere un ladro o un servo dei poteri forti. Questa visione del mondo sa di vecchio, e ricorda sin troppo i fanatici delle ideologie del secolo scorso. Altro che nuova politica.