Parigi al massacro, Bataclan e Eagles obiettivi mirati

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Gli Eagles of death metal, la rock band californiana che stava suonando la sera del 13 novembre al Bataclan di Parigi, si era esibita al Tel Aviv Barby Club, il 12 luglio di quest’anno. In quella occasione Jesse Hughes, il frontman della band, aveva dichiarato: “Non mi sono mai sentito a casa come qui, non mi verrebbe mai in mente di boicottare un posto come questo, e se qualcuno ha qualcosa da ridire, beh non me ne importa niente di quello che pensano quegli sxxxxxi””. Aveva rifiutato così il diktat del boicottaggio, che tanti musicisti hanno invece intrapreso contro Israele. Tra le vittime dell’attacco si segnala anche Nick Alexander, addetto al merchandising della band. Il rock è peraltro uno dei nemici giurati per le frange estremiste dell’islam, per le quali tutto ciò che la musica rappresenta – libertà, gioia, amore – è peccato, tanto da vietare, nelle città controllate dal Califfato, anche l’ascolto di radio e di stereo.

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Jesse Hughes, a Tel Aviv questa estate

Ma c’è di più: il Teatro Bataclan, che tra gli obiettivi dell’attacco terroristico è quello dove si è avuto il maggior numero di vittime e dove le modalità del massacro sono state più feroci, vere e proprie esecuzioni, appartiene – come informa un’Ansa – a proprietari ebrei e ospita spesso conferenze e manifestazioni di organizzazioni ebraiche, ed è per questo, da tempo, nel mirino di terroristi.
“Avevamo un progetto di attentato contro il Bataclan perché i proprietari sono ebrei” avevano spiegato alla polizia, nel febbraio 2011, alcuni membri di “Jaish al-Islam”, l’Esercito dell’Islam, sospettati dell’attentato costato la vita a una studentessa francese al Cairo nel febbraio 2009.

Pare quindi che – come per altro dichiarato nei loro canali dagli stessi terroristi dell’Isis –  gli obiettivi siano stati scelti con molta cura.