Operazione ultima possibilità

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L’ha chiamata “Operazione ultima possibilità”. Si tratta di Efraim Zuroff, 60 anni, storico americano, direttore del Wiesenthal Center che, dopo la morte di Simon Wiesenthal, è più che mai deciso a scovare e portare in tribunale gli ultimi nazisti ancora in vita. Effettivamente si tratta proprio dell’ultima possibilità perché l’età anagrafica degli ultimi sopravvissuti si fa sempre più alta.

In cima alla lista dei suoi ricercati c’è l’assistente di Eichmann, Alois Brunner, responsabile del massacro degli ebrei viennesi, che oggi avrebbe 95 anni. Altrettanto importante sarebbe la cattura di Aribert Heim, medico viennese che nei 50 giorni trascorsi a Mauthausen uccise centinaia di ebrei con brutali esperimenti. Oggi ha 93 anni, alto 1,90 di altezza, 47 di scarpe, una cicatrice sulla guancia destra. A giugno fu segnalato a Marbella. Quando gli investigatori si presentarono, era però già fuggito.
Trovarono invece il norvegese Fredrik Jensen, una ex SS di alto grado, decorato direttamente da Hitler. Oggi ha 86 anni vive tranquillamente in Spagna e non può essere arrestato perché, come norvegese, non è più perseguibile. La Norvegia è, insieme alla Svezia, un paese in cui i crimini di guerra cadono in prescrizione.
Nell’elenco dei ricercati è stato depennato Martin Bormann, il segretario privato di Hitler. Abita a Klagenfurt, ma gli austriaci si rifiutano di estradarlo in Croazia dicendo che per motivi di salute non sarebbe in grado di subire un processo.
Per Zuroff l’organizzazione Odessa non esiste più ma continua ad esserci uno stretto collegamento tra i vecchi nazisti. Il suo lavoro si fa ogni anno più difficile, e non solo per l’età dei ricercati; non esiste infatti più la collaborazione che per esempio il Mossad forniva a suo tempo a Wiesenthal e quindi Zuroff deve muoversi solo con suoi investigatori e informatori.