Non si ferma l’ostilità antisraeliana. Da Roma a Madrid, da Atene al Marocco ecco le manifestazioni contro lo Stato ebraico; ultime tappe New York e Islamabad

Mondo

di Roberto Zadik
Non solo l’incubo dell’inaudita ferocia del terrorismo di Hamas e di una delle guerre più cruente della sua storia per Israele, non solo l’allarme per la crescita esponenziale degli episodi di antisemitismo, ma questo ottobre maledetto è stato caratterizzato da centinaia di manifestazioni filopalestinesi che continuano a susseguirsi senza tregua nelle piazze e nelle strade di mezzo mondo.

L’articolo del Times of Israel firmato dalla redazione del sito e uscito domenica 29 ottobre riassume quanto sta accadendo in vari punti del Pianeta, partendo dalla manifestazione newyorchese avvenuta sabato 28 ottobre nel quartiere di Brooklyn. Si è trattato di una protesta molto concitata in cui, stando all’articolo, migliaia di persone si sono riversate lungo le strade protestando contro l’azione militare israeliana a Gaza.

 

Fra le frasi più dure del corteo, i dimostranti hanno polemicamente sottolineato che “l’esercito israeliano cerca di minimizzare il numero delle vittime civili”. Il testo evidenzia come siano stati giorni estremamente convulsi nella Grande Mela e che anche venerdì, in un corteo nella zona della Stazione Centrale di Manhattan, siano state arrestate centinaia di persone, fra cui molti ebrei newyorchesi, che protestavano contro i bombardamenti israeliani a Gaza.

A New York attualmente vivono un milione e mezzo di ebrei e migliaia di musulmani e in queste tre settimane dall’inizio del conflitto si sono susseguite un gran numero di proteste alcune delle quali particolarmente accese come quelle di venerdì e di sabato. Nei cortei tanti gli slogan e le frasi dai toni esplosivi fra urla, striscioni e disordini di vario tipo. “Ci stiamo mobilitando attraverso New York riversandoci qui a Brooklyn” ha detto il 21enne Abdullah Akl “per invocare a gran voce la liberazione di ogni singolo palestinese!” mentre l’organizzatore della protesta di Brooklyn, Nerdeen Kiswani si è scagliato contro alcuni politici americani, come il sindaco di New York Eric Adams e il Governatore dello Stato Kathy Hochul accusati di “incrollabile sostegno a Israele”.

Fra le manifestazioni peggiori, i media newyorchesi hanno ricordato le proteste universitarie di settimana scorsa in cui presso il New York Cooper Union College si è verificato un episodio particolarmente grave. Un gruppo di studenti ha iniziato ad inneggiare un gran numero di slogan antisraeliani rivolgendosi contro una fazione di coetanei ebrei, presenti sul posto. Poco dopo terrorizzati dalle affermazioni pronunciate, per venti minuti i ragazzi di religione ebraica si sono barricati nella biblioteca scolastica al riparo da quel gruppo di sostenitori filopalestinesi che dopo le parole sono passati alla violenza. Infatti successivamente agli slogan, alcuni di quei facinorosi hanno cominciato a sferrare pugni contro le porte dell’edificio scatenando il panico.

 

Le reazioni a questo episodio di assoluta gravità non sono mancate e la Casa Bianca ha diffuso un comunicato di condanna contro l’antisemitismo nei campus universitari americani, vertiginosamente aumentato negli ultimi tempi. “In solo tre settimane” come ha puntualizzato al Times of Israel il segretario Andrew Bates “abbiamo assistito a una serie di disordini studenteschi in cui si è arrivati a chiedere la distruzione di Israele e gli studenti ebrei terrorizzati hanno dovuto barricarsi nell’edificio. Questi episodi sono estremamente disturbanti”.

Numerosi cortei, alcuni dei quali molto inquietanti si sono susseguiti in svariati Paesi europei e non solo. Fra i luoghi coinvolti nei disordini filopalestinesi, Madrid in cui trentacinquemila attivisti propalestinesi hanno attraversato le vie della città gridando il consueto slogan “Palestina Libera” mentre in Gran Bretagna diecimila manifestanti a sostegno dei palestinesi hanno chiesto il “cessate il fuoco” (ovviamente solo a Israele e non ad Hamas che sta tempestando ininterrottamente di missili, da settimane, lo Stato ebraico) e lo stesso è successo in Francia, Polonia e Svizzera.

Imponenti proteste anche in Marocco a Casablanca, domenica 29 ottobre , in Grecia e in Pakistan. Una delle peggiori manifestazioni si è tenuta domenica ad Atene. Il sito racconta che oltre cinquemila persone hanno protestato in maniera particolarmente accesa contro “Il massacro dei palestinesi nella Striscia di Gaza”. Una sommossa molto forte in cui vari cori hanno attaccato Israele definendolo “Stato assassino” e i manifestanti se la sono presa anche col Governo ellenico che venerdì si è astenuto dal voto alle Nazioni Unite a favore della fine delle ostilità fra Gaza e lo Stato ebraico. La protesta ha visto la partecipazione di Youssef Dorchom, Ambasciatore dell’Autorità Palestinese e di una vasta rappresentanza del KKE, Partito Comunista Greco. In conclusione il Times of Israel cita le manifestazioni pakistane a Islamabad in cui sempre nella giornata di domenica migliaia di estremisti hanno intonato slogan antiamericani e il partito Jamaat e-Islami ha annunciato una marcia contro l’Ambasciata Statunitense. Stando al testo gli attivisti del partito, uomini, donne e bambini hanno marciato per due chilometri impugnando striscioni e poster a sostegno dei palestinesi e contro Israele e gli Stati Uniti. I manifestanti hanno invocato una sommossa da parte dei leader musulmani a sostegno di Gaza fino “alla liberazione dei palestinesi e della loro terra”. Un’altra analoga protesta si è tenuta sempre in Pakistan, nella città di Quetta a sudovest di Islamabad.