Meglio tardi che mai: report delle Nazioni Unite conferma gli stupri di Hamas

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 di Anna Balestrieri
Dopo cinque mesi dal sanguinario attacco di Hamas del 7 ottobre, la commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite ha emesso un rapporto dettagliato.

Il contenuto del rapporto

Il rapporto delle Nazioni Unite afferma che questi sono avvenuti in almeno tre luoghi: il sito del festival musicale Nova e i suoi dintorni, Road 232 e Kibbutz Re’im, riporta la BBC, che aggiunge di aver “visto e ascoltato prove di stupri, violenze sessuali e mutilazioni di donne in prima persona.

“Un team di esperti delle Nazioni Unite ha affermato che ci sono “fondati motivi per ritenere” che vi siano state violenze sessuali, compresi lo stupro e lo stupro di gruppo, durante l’attacco guidato da Hamas contro Israele il 7 ottobre. Guidata dall’inviata speciale delle Nazioni Unite per la violenza sessuale Pramila Patten, la squadra si è recata in Israele tra il 29 gennaio e il 14 febbraio e lunedì ha pubblicato un rapporto con i risultati.”

“Sono state raccolte informazioni chiare e convincenti sugli stupri e sulle torture sessuali commessi contro gli ostaggi sequestrati durante gli attacchi terroristici del 7 ottobre”, si legge nel rapporto di 24 pagine delle Nazioni Unite.

La preoccupazione per gli ostaggi

Pramila Patten ha aggiunto in un comunicato stampa diffuso insieme al rapporto che ci sono ragionevoli motivi per ritenere che tale violenza, che include altri “trattamenti crudeli, inumani e degradanti”, possa continuare contro coloro – donne, bambini e uomini – che sono ancora detenuti da Hamas a Gaza.

L’inviata ha sottolineato, secondo il Guardian, che “la mancanza di fiducia da parte dei sopravvissuti agli attacchi del 7 ottobre e delle famiglie degli ostaggi nelle istituzioni nazionali e nelle organizzazioni internazionali, come le Nazioni Unite, così come lo sguardo indagatore dei media nazionali e internazionali su coloro che hanno reso pubblici i propri racconti, hanno ostacolato il contatto con i sopravvissuti degli attacchi, compresi i potenziali sopravvissuti/vittime di violenza sessuale”.

Il team delle Nazioni Unite è del parere che la reale portata della violenza sessuale commessa durante gli attacchi del 7 ottobre e le loro conseguenze potrebbero “impiegare mesi o anni per emergere e potrebbero non essere mai del tutto note”.

Il lavoro del team delle Nazioni Unite

La missione composta dalla signora Patten e da nove esperti ha condotto 33 incontri con rappresentanti israeliani dal 29 gennaio al 14 febbraio, esaminando più di 5.000 immagini fotografiche e 50 ore di riprese video. Ha condotto 34 interviste riservate, comprese quelle con sopravvissuti e testimoni degli attacchi del 7 ottobre, con ostaggi rilasciati, primi soccorritori ed altri.

La reazione israeliana

In risposta al rapporto, il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha richiamato l’ambasciatore del paese presso l’ONU, Gilad Erdan, per consultazioni immediate. Il governo israeliano ha espresso frustrazione per la gestione delle Nazioni Unite, poiché Hamas non ha subito alcuna ripercussione da parte della comunità internazionale e a tutt’oggi non è né dichiarata un’organizzazione terroristica né sono state imposte sanzioni ai suoi sostenitori.

La reazione palestinese

Il team di esperti è stato chiamato anche a verificare accuse di violenza sessuale da parte di cittadini israeliani nei confronti di palestinesi in Cisgiordania. Le accuse di abusi sessuali condotte da parte di israeliani nei territori dell’Autorità Palestinese sono riconducibili all’esposizione di parti intime durante le perquisizioni di sospetti o alle minacce verbali di stupro a familiari nel corso di interrogatori. L’inchiesta non ha trovato prove di stupro a danno di cittadini palestinesi.

 

(Foto: manifestazione in Israele per riconoscere le violenze subite dalle donne israeliane)