Fiori in onore degli assassinati nella sinagoga di Pittsburgh

L’America ebraica in subbuglio; grande attesa per la sentenza a carico di Robert Bowers, autore del massacro alla sinagoga di Pittsburgh

Mondo
di Roberto Zadik
Al processo per la strage di Pittsburgh si attende la decisione finale che verrà emessa entro giovedì.  Pena di morte? O ergastolo? L’autore del massacro è un ex camionista cinquantenne, Robert Bowers, che il 27 ottobre 2018 fece irruzione nella sinagoga Tree of Life uccidendo undici persone.
Dopo cinque lunghi anni, il processo a carico dell’attentatore Robert Bowers, colpevole di aver ucciso undici persone in preghiera nella sinagoga Tree of Life di Pittsburgh, si sta avviando alla conclusione che, a quanto pare, ne prevederebbe la condanna a morte oppure l’ergastolo. Stando agli articoli di due importanti testate, il Jewish Telegraphic Agency (JTA) e il NY Times, giovedì scorso, il 13 luglio, i membri della giuria, composta da dodici persone, si sono riuniti arrivando alla condanna unanime di Bowers, cinquantenne ex camionista.
La  valutazione di una serie di aggravanti  li spingerebbe a chiedere la pena capitale per l’autore di quella folle sparatoria in cui, il 27 ottobre 2018, egli ha sfogato il suo odio antisemita dopo aver fatto irruzione nell’edificio. Secondo i giurati ci sarebbero una serie di aggravanti e si sta decidendo, in queste ore, quale provvedimento applicare, escludendo qualsiasi possibilità di rilascio. Durante questa fase finale che  inizierà questa settimana, da lunedì 17 luglio, i giurati ascolteranno le testimonianze di una serie di soggetti coinvolti in quella strage, da quelli più strettamente colpiti, come i parenti delle vittime ed i feriti dai colpi di pistola di Bowers, fino a coloro che hanno assistito impotenti a quanto stava accadendo.
Tutto dovrebbe concludersi in due o tre giorni con una serie di udienze in cui verranno interpellati circa sette testimoni. Accanto all’accusa ci sarà anche la difesa che esporrà una serie di attenuanti quali i problemi psichici dell’attentatore e le difficoltà della sua vita. Stando a quanto afferma il sito, la sentenza è prevista entro giovedì mattina e si sta valutando il grado di colpevolezza effettiva di Bowers che, a quanto pare, non avrebbe nessun rimorso riguardo a quanto compiuto; la difesa insisterebbe sulla sua schizofrenia e sulla mancanza di un reale intento omicida, elemento indispensabile per l’applicazione della pena capitale.
Immediate le reazioni dei movimenti ebraici locali, come quella di Jeffrey Finkelstein, Ceo della Federazione ebraica di Pittsburgh, che ribadisce il movente antisemita del gesto che, come specifica, “non è certo questione di equilibrio mentale”. Fra i presenti in tribunale, davanti ai giurati, c’erano due dei poliziotti feriti durante l’attacco, i membri delle famiglie delle vittime e anche i famigliari di Bowers. Descrivendo meticolosamente anche gli stati d’animo della seduta, Kampeas, nel suo articolo, evidenzia l’atmosfera di calma apparente che regnava nella stanza e la freddezza dell’avvocato difensore dell’attentatore, Judy Clarke, nota penalista che “sembrava non provare alcuna emozione, compilando il suo quaderno con una serie di appunti e lo sguardo nascosto dagli occhiali da sole”.
Il sito del New York Times, nell’articolo di Campbell Robertson, puntualizza la rarità dei processi per le stragi di massa perché la maggioranza delle volte l’attentatore viene ucciso dalle forze dell’ordine e riferisce che, solamente in pochi casi, gli autori di queste sparatorie che sono sopravvissuti sono stati poi condannati a morte; infatti a Charleston, nel 2015, un estremista di destra che aveva sparato su alcuni fedeli afroamericani, mentre entravano in chiesa, ha avuto l’ergastolo come anche il responsabile della sparatoria in Colorado del 2012 in cui morirono dodici persone. L’articolo approfondisce una serie di argomenti interessanti, come la contrapposizione di opinioni fra  i membri delle congregazioni ebraiche progressiste  New Life (Nuova vita) e Dor Chadash (Nuova generazione) che si oppongono duramente alla pena di morte per l’attentatore e le famiglie delle vittime che, invece, inneggiano alla pena capitale per Bowers. In questi giorni i membri di queste congregazioni avrebbero inviato una serie di lettere di protesta per “ragioni etiche e religiose” insistendo sulla gravità di una eventuale esecuzione mentre, al contrario, coloro che hanno perso i loro cari o sono rimasti feriti temono che le attenuanti possano essere “una facile via di uscita per un crimine che merita il massimo della pena” come afferma il testo.
Cosa sta succedendo in New Jersey?
Arrestato per minacce a luoghi ebraici il giovane Omar Alkattoul ora rischia cinque anni di carcere
Contemporaneamente, in questi giorni, in New Jersey, secondo una notizia uscita sempre sul Jewish Telegraphic Agency e firmata da Julia Gergely, un ragazzo di 19 anni sarebbe in stato di arresto, dallo scorso novembre, sospettato di aver minacciato varie sinagoghe ed istituzioni ebraiche. Il giovane, di nome Omar Alkattoul, è stato giudicato responsabile di attacchi verbali, molto aggressivi, ai danni di sinagoghe e scuole ebraiche; inoltre le autorità investigative, come l’FBI, hanno identificato una serie di elementi preoccupanti quali il suo giuramento di fedeltà all’Isis ed il manifesto estremista, da lui pubblicato sui social, intitolato “Quando le spade si incrociano” in cui egli esprimeva tutto il suo odio antiebraico anche se non è chiaro se e quando egli volesse mettere in pratica le sue minacce. Le associazioni ebraiche hanno chiesto alle autorità di prendere precauzioni speciali contro questo giovane che, stando a quanto rivela l’articolo, rischia cinque anni di carcere. Nel testo viene evidenziato quanto sia un periodo estremamente teso per il mondo ebraico americano, dai commenti antisemiti del rapper Kanye West alle minacce di due uomini che, sul web, avevano annunciato l’intenzione di “sparare a una sinagoga” e che sono stati arrestati a New York.