di Pietro Baragiola
Venerdì 6 giugno tutte le organizzazioni ebraiche che avrebbero dovuto partecipare al Pride Festival di San Diego hanno annunciato il loro ritiro dalla manifestazione, citando come motivazione “gravi rischi per la sicurezza”.
Questa decisione è stata presa dopo che i responsabili dell’evento hanno dichiarato che non avrebbero cancellato come headliner la cantante statunitense Kehlani che negli ultimi mesi ha ripetutamente espresso sentimenti antisemiti e anti-israeliani durante le sue esibizioni e sui social media.
Tra questi vi è anche il messaggio “Long Live the Intifada” che la cantante ha incluso in un video musicale pubblicato lo scorso giugno dopo aver criticato altri artisti per il loro silenzio sul conflitto a Gaza, commentando ‘F##k Israel, F##k zionism and F##k many of you’.
Questo comportamento ha spinto gli organizzatori di diversi eventi statunitensi ad escluderla dai loro palchi, come il concerto della Cornell University e il SummerStage di New York. Tuttavia, il Pride Festival di San Diego ha ignorato le tendenze politiche della cantante, confermandola ufficialmente come headliner dell’evento e spingendo così 33 organizzazioni e sinagoghe ebraiche a firmare un appello per invitare i responsabili a rivedere la loro decisione.
Di seguito riportiamo la traduzione dall’inglese dell’appello firmato dalle organizzazioni ebraiche di San Diego:
La Finest Community Coalition esiste per garantire che San Diego rimanga un luogo in cui la nostra comunità ebraica possa vivere in modo sicuro, protetto e con orgoglio. Crediamo che l’orgoglio, come la nostra missione, debba essere radicato nella sicurezza, nella dignità e nel senso di appartenenza per tutti. Ecco perché siamo profondamente preoccupati dalla decisione del San Diego Pride di presentare l’artista Kehlani come headliner quest’anno.
Il Pride dovrebbe essere una celebrazione dell’inclusione e della solidarietà, non una piattaforma per voci divisive che incitano all’odio e alla violenza.
Negli ultimi mesi, Kehlani ha amplificato la retorica antisemita che è profondamente dannosa per la comunità ebraica. Questi messaggi vanno oltre la critica politica: sono disumanizzanti, alienano e mettono in pericolo gli ebrei di San Diego, compresi gli ebrei LGBTQ+. A seguito di questa decisione, le organizzazioni e gli individui ebrei che da tempo sostengono il Pride, si sono trovati nella posizione di dover mettere in discussione la loro partecipazione, chiedendosi se l’evento di quest’anno sia davvero uno spazio in cui saranno al sicuro e protetti.
San Diego è conosciuta come “la città più bella d’America”. La decisione di invitare Kehlani ad esibirsi al Pride non è in linea con questo spirito. La celebrazione di un gruppo non dovrebbe mai avvenire a spese di un altro. Non c’è orgoglio nell’esclusione e, quando un gruppo emarginato si sente insicuro, perdiamo tutti. A San Diego non c’è spazio per l’odio.
I nostri movimenti sono più forti quando includono tutti. Ciò significa riconoscere il danno causato dall’antisemitismo e rispondere con attenzione e responsabilità.
In un momento di crescente antisemitismo e divisioni sempre più profonde, siamo uniti nella convinzione che la sicurezza, la dignità e la continuità della vita ebraica a San Diego debbano essere protette. Gli ebrei LGBTQ+ non dovrebbero essere costretti a scegliere tra la loro identità LGBTQ+ e quella ebraica.
Altre istituzioni rispettate, tra cui il New York City Pride e la Cornell University, hanno già preso provvedimenti per rimuovere questa artista dai loro eventi per motivi di sicurezza e inclusione. Ora il San Diego Pride ha l’opportunità di dimostrare che “inclusione” significa davvero “tutti”. Esortiamo, dunque, il San Diego Pride a prendere la decisione giusta.
Il San Diego Pride dovrebbe considerare il messaggio che sta trasmettendo e se la sicurezza e la parità dei diritti possano davvero essere i tratti distintivi di questo evento nelle circostanze attuali. Invitiamo i leader della comunità, i funzionari eletti e i cittadini di San Diego di ogni provenienza a unirsi a noi per far sentire la propria voce.
Nonostante il forte sostegno da parte delle comunità locali, questo appello non ha avuto alcuna risposta dagli organizzatori del Pride e così, ad un mese di distanza, la Finest Community Coalition si è vista costretta a rilasciare un comunicato stampa per confermare il ritiro delle sue organizzazioni dall’evento.
“Alla luce della decisione del San Diego Pride di mantenere l’artista musicale Kehlani come headliner del festival, nonostante la sua ripetuta promozione di una retorica antisemita violenta, tutte le organizzazioni ebraiche e le sinagoghe partecipanti – molte delle quali hanno sfilato, fatto volontariato o sostenuto il Pride per anni – si ritireranno dall’evento del 2025” si legge nel comunicato.
Le organizzazioni citate sono: la Federazione ebraica di San Diego, la Lega Antidiffamazione, il Centro comunitario ebraico della famiglia Lawrence (JCC), il Tempio Emanu-El, la Congregazione Beth Israel, la Congregazione Dor Hadash, la Sinagoga Tifereth Israel e il Tempio Adat Shalom.
Anche il direttore medico del festival Jennifer Anger e il vicedirettore Eliyahu Cohen-Mizrahi, entrambi ebrei, si sono dimessi dai propri incarichi al Pride 2025.
“Il mio ruolo è sempre stato quello di garantire la salute e la sicurezza di tutti i partecipanti del Pride ma, come ebreo di San Diego, non posso più ignorare i rischi molto reali che derivano dalla normalizzazione di discorsi di odio come quelli promossi da Kehlani” ha spiegato il dottor Anger alla Jewish Telegraphic Agency. “È straziante allontanarsi da un evento che ho sostenuto per anni, ma, quando la sicurezza della comunità ebraica viene trattata come negoziabile, non abbiamo altra scelta.”
La risposta degli organizzatori
In questi giorni una dichiarazione inviata all’emittente televisiva ABC 10News da parte del consiglio di amministrazione del San Diego Pride ha difeso la decisione di mantenere la presenza di Kehlani all’evento.
“Rispettiamo la decisione della nostra comunità ebraica locale di non partecipare al programma di quest’anno. Ognuno deve pensare per sé, ma speriamo che tutti partecipino come segno di solidarietà verso la nostra comunità queer” si legge nella dichiarazione. “Il San Diego Pride non sostiene né adotta le posizioni politiche di alcun singolo. Piuttosto, onoriamo l’importanza della libertà di espressione e il ruolo che gli artisti svolgono nel plasmare la cultura, sfidare i sistemi e amplificare le voci, nel rispetto delle differenze reciproche.”
Nonostante Kehlani sia confermata come headliner del Pride, secondo quanto dichiarato dall’ufficio del sindaco di San Diego Todd Gloria, ‘il suo contratto è stato modificato per impedirle di impegnarsi in discorsi politici’.
Persino Gloria ha dichiarato che, pur essendo presente alla parata, non parteciperà agli eventi del festival di quest’anno come segno di protesta contro ‘il linguaggio deplorevole utilizzato da Kehlani nei confronti della comunità ebraica.’
Il San Diego Pride Festival è in programma dal 19 a 20 luglio al Balboa Park.
- Leggi anche: Gli ebrei del Regno Unito costretti a ritirarsi dal Pride per problemi di sicurezza
- Leggi anche: Caitlyn Jenner (famiglia Kardashian) parteciperà per la prima volta al Pride di Tel Aviv