presidente dell'associazione editori di Islanda

L’Islanda pubblicherà un libro che nega la Shoah?

Mondo

di Paolo Castellano

In Islanda, una casa editrice vuole pubblicare un libro che nega la Shoah nel periodo delle vendite natalizie. L’opinione pubblica islandese si è divisa sul tema, innescando un dibattito sulla libertà di espressione. Il volume in questione sarebbe una traduzione dall’inglese del libro – definito nazista dai media locali – intitolato  L’inganno del ventesimo secolo: il caso contro il presunto sterminio degli ebrei europei dell’autore Arthur Butz.

Come riporta un articolo del Jerusalem Post pubblicato il 4 novembre, il testo negazionista risale al 1976 e sostiene che la Shoah, le camere a gas e i sei milioni di vittime siano un’invenzione e una manovra propagandistica. Nonostante il contenuto falso e le deliranti posizioni dell’autore del saggio, in questi giorni il libro è stato pubblicizzato sul web con l’avviso della sua imminente distribuzione nelle librerie d’Islanda per il mercato natalizio.

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Nel frattempo, la città svedese di Malmö ha interrotto i legami con Arab Book Fair, un’associazione culturale che organizza eventi letterari in tutta Europa. I rappresentanti svedesi hanno accolto le segnalazioni di testi antisemiti presenti nelle fiere precedenti e nel sito dell’associazione.  La denuncia dei libri antisemiti promossi dalla Arab Book Fair era arrivata anche dal Simon Wiesenthal Center.

Tornando all’editoria islandese, nell’isola nordica non è vietato pubblicare testi negazionisti che disconoscono apertamente la Shoah. Seppur non ci sia una legge contro il negazionismo, l’associazione editori islandesi può interrompere la distribuzione e la vendita di volumi considerati altamente controversi.

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Potrebbe essere il caso della traduzione del libro di Butz, visto che il capo dell’associazione editori, Heiðar Ingi Svansson, ha rilasciato un’intervista al quotidiano online Vísir in cui paventa una possibile contromisura: «Se ci sarà una richiesta, verrà presa in considerazione a livello aziendale».

Heiðar Ingi Svansson ha sottolineato che si tratti di una questione morale che si scontra con la mancanza di regolamenti che prima di oggi non sono mai stati adottati dall’Islanda.

Fortemente contrario alla censura del libro nazista è Helgi Hrafn Gunnarsson, deputato islandese del Partito Pirata, che ne vuole la pubblicazione: «I fatti parlano da soli. Se questo genere di libri riescono davvero a convincere un numero significativo di persone, allora qualcosa è fondamentalmente sbagliato nella società, il che rende impossibile per le persone fare una distinzione tra vero e falso. Se questo tipo di sciocchezze riesce a convincere un gran numero di persone, significa che la democrazia stessa è a un punto morto».

(Foto: Mbl.is)