di Nathan Greppi
Stanno facendo discutere le recenti parole di Papa Francesco, il quale nel suo ultimo libro La speranza non delude mai (scritto assieme al giornalista argentino Hernán Reyes Alcaide e pubblicato da Piemme) ha affermato in merito all’operazione militare israeliana contro Hamas a Gaza che bisognerebbe “indagare con attenzione per determinare se s’inquadra nella definizione tecnica di genocidio formulata da giuristi e organismi internazionali”.
Questa non è la prima volta che, dall’inizio della guerra in corso tra Israele e Hamas, il Papa assume posizioni controverse: nel novembre 2023, ha ricevuto in Vaticano due delegazioni, una israeliana e l’altra palestinese. Dopo l’incontro con la prima delegazione, composta da parenti degli ostaggi israeliani presi da Hamas, alcuni di questi si sono dichiarati delusi dall’incontro. Soprattutto, in molti sono rimasti sconcertati quando il Papa ha detto che “questa non è guerra, è terrorismo”, mettendo sullo stesso piano i massacri compiuti da Hamas e la risposta militare dell’IDF.
Reazioni
Non sono mancate risposte assai critiche alle sue recenti parole sul “genocidio”; in una nota dell’Ambasciata israeliana presso la Santa Sede, si legge quanto segue: “Il 7 ottobre 2023 c’è stato un massacro genocida di cittadini israeliani e da allora Israele ha esercitato il proprio diritto di autodifesa contro i tentativi provenienti da sette diversi fronti di uccidere i suoi cittadini. Qualsiasi tentativo di chiamare questa autodifesa con qualsiasi altro nome significa isolare lo Stato ebraico”.
“Le parole del papa, nel suo ultimo libro riportate dalla Stampa a proposito della necessità di verificare se a Gaza è in atto un genocidio, sono apparentemente prudenti ma rischiano di essere molto pericolose – si legge in una nota dell’Assemblea Rabbinica Italiana -. Questa parola è diventata lo slogan di tutte le manifestazioni anti israeliane che sfociano spesso nell’antisionismo e nell’antisemitismo. Gli ebrei, nel corso della loro storia, sono stati accusati di varie cose tra cui il deicidio e l’omicidio rituale, sono stati trasformati in simbolo del male, in personaggi sanguinari proiettando sugli ebrei le violenze di cui gli ebrei stessi erano state vittime. Queste accuse hanno avuto conseguenze devastanti. Le parole sono importanti e bisogna stare molto attenti a come usarle soprattutto se si svolge un ruolo di guida religiosa. Quello che avviene in questo momento in Medio Oriente, non solo a Gaza, (ricordiamo che ci sono 7 fronti aperti) è estremamente preoccupante e pone problemi a tutti noi. Tutti vorremmo che ciò finisse al più presto, che finissero le ostilità, che non ci fosse più la possibilità di un nuovo massacro come quello del 7 ottobre, che finissero le morti degli innocenti e che venissero finalmente liberati gli ostaggi. L’invocazione alla pace ci accomuna ma il modo peggiore di perseguire la pace è considerare le colpe in modo unilaterale e trasformare gli aggrediti in aggressori o addirittura in vendicatori sanguinari. Siamo sicuri che papa Francesco non avesse queste intenzioni, siamo sicuri che le sue parole derivino da una genuina preoccupazione per la guerra in atto. Riteniamo però che per perseguire la pace sia necessario adottare un ‘altra prospettiva, preoccupandosi di tutte le vittime”.
Critica nei confronti del Pontefice anche la scrittrice e superstite della Shoah Edith Bruck, la quale ha detto in un’intervista a La Repubblica che “Gli direi di riflettere prima di usare certe parole”. La Bruck si è anche dichiarata preoccupata per il crescente antisemitismo in Europa e sulla non reazione del Papa in merito: “Vorrei che la voce del Papa si alzasse forte contro questo odio che sta travolgendo l’Europa”, ha affermato. E con il Corriere della Sera ha approfondito: “La frase del Papa non l’approvo. Il genocidio è un’altra cosa. È quando vengono bruciati milioni di bambini che si può parlare di genocidio”. Quello che sta succedendo nella striscia di Gaza è “Una tragedia. Una tragedia che ci riguarda tutti. Ma Israele non sta distruggendo tutto il popolo palestinese. Questa è una cosa che vuole fare Hamas; ha detto che vuole distruggere gli ebrei di tutto il mondo”. Ma allora – chiede il Corriere – secondo lei perché il Papa ha usato la parola genocidio? “Perché non sente il peso della frase che pronuncia. E per questo la pronuncia con troppa facilità”.
Molto dura anche la studiosa Lucetta Scaraffia, che in un’intervista a Mosaico, dice: “Quello che ha detto Francesco è gravissimo e lede anche la pretesa che il Papa ha sempre avuto di rappresentare una posizione neutrale e al di sopra delle parti”.
Reazioni critiche alle parole di Papa Francesco anche da parte dell’associazione EDIPI (Evangelici d’Italia per Israele): “Si tratta di frasi gravissime che rivelano una inquietante superficialità e pressappochismo completamente sganciate da ogni realtà e verità”, ha scritto in un comunicato Andie Hortai Basana, Presidente di EDIPI. “Auspichiamo che vengano corrette o meglio cancellate nella fase finale della stesura del testo poiché non sono minimamente accettabili andando peraltro incontro a una narrazione estremistica pro pal che va combattuta”.
Le “simpatie” per l’Islam, anche per quello non proprio pacifico, di Jorge Bergoglio non sono certo un mistero: come dimenticare la frase pronunciata davanti ai giornalisti all’indomani della strage di Charlie Hebdo? “Se qualcuno offende mia madre io gli do un pugno“.
Ma la cosa che stupisce davvero, e non da oggi, è il silenzio della Chiesa e di Papa Bergoglio su un vero e conclamato genocidio, quello dei cristiani in Africa perpetrato dagli islamici di BoKo Haram che stanno letteralmente massacrando comunità intere nel silenzio e nell’indifferenza del mondo, cristiano in particolare.
Reazioni dei lettori di Bet Magazine-Mosaico
Le dichiarazioni del papa hanno suscitato reazioni anche nei lettori, che stanno inviando alla nostra redazione i loro commenti. Li pubblichiamo di seguito.
“Questo Papa manca di riflessione acuta prima di esprimersi”
Salve a tutti.
Eccomi qui ad esprimere la mia opinione in merito alle parole scritte dal Papa circa la presunta indagine di genocidio, avanzata da lui medesimo, contro lo Stato di Israele .
Premetto innanzi tutto, che io sono un cattolico “incompleto”, in quanto mi sento completo unicamente attraverso un avvicinamento ed un confronto con la Fede Ebraica. Tanto per intenderci, da molti anni quando prego concludo sempre con lo Shemà, preghiera di un bellezza e profondità estrema. Una volta in totale solitudine ho voluto osservare anch’io nel modo più corretto possibile il digiuno dello You Kippur e ho offerto le mie preghiere a tutte le persone che amo; defunte comprese ovviamente. Quella notte mentre dormivo io non ero più su questa terra: mi sentivo coccolato ed amato. Una sensazione di beatitudine che non ho mai più provato dormendo. Mi sentivo amato soprattutto dalla mia dolcissima amica Ebrea trapassata in una notte a meno di trent’anni. La amerò in eterno!
Tornando a Bergoglio, IO NON MI MERAVIGLIO MAI, circa le sue azioni. Non si tratta di un Papa ipocrita; insomma non credo. Questo Papa sincero ed onesto ha comunque un grandissimo difetto: LA TOTALE MANCANZA DI UNA RIFLESSIONE ACUTA PRIMA DI ESPRIMERSI SU QUALCOSA. Sicuramente tenta di porre tutte le religioni e popoli sullo stesso piano, sullo stesso livello, e così facendo si dimentica, che NON TUTTI i popoli, pur nelle loro umane imperfezioni, pensano, ragionano e quindi agiscono nello stesso modo. In seguito al drammaticissimo massacro verificatosi il 7 Ottobre, un Papa avrebbe dovuto mettere dei paletti ben definiti su quella linea che separa il bene dal male, ma per paura di inimicarsi i musulmani, tende a mantenersi su una posizione costante di neutralità buonistica. Si tratta di un atteggiamento superficiale, che denota UNA MANCANZA DI CARATTERE, QUANDO SERVE. Bergoglio spesso se ne esce fuori con delle affermazioni che denotano una totale mancanza di pragmatismo da far alzare le sopracciglia, socchiudere gli occhi e scuotere il capo… a chiunque dotato di buon senso naturalmente. Anche in questo specifico caso relativo “alla sua presunta indagine”, innanzi tutto un Papa non dovrebbe permettersi di voler indagare, in ciò di cui non è sua competenza né suo diritto (dovrebbe esclusivamente favorire manifestazioni pacifiste per le piazze da contrapporsi a quelle pro-palestina). Non è sua competenza né suo diritto. Ma lui lo fa, semplicemente perché è UNA PERSONA IMPULSIVA E SUPERFICIALE, non perché ce l’ha con qualcuno. NON CE L’HA CON NESSUNO, CREDETEMI, ma è una persona che prende troppe decisioni ATTRAVERSO L’INCAPACITÀ DI UN INTELLIGENTE RIFLESSIONE. UNA RIFLESSIONE, CHE POTREBBE PORTARLO A CONSIDERARE DI DESISTERE, A RINUNCIARE.
Mio caro Papa Bergoglio, perché secondo Lei si dovrebbe indagare su una questione così delicata ? È stato per caso condizionato da qualcuno in particolare? Non lo sapremo mai, ma con tutto rispetto DOVREBBE IMPARARE A RIFLETTERE MOLTO DI PIÙ PRIMA DI AGIRE o PARLARE. FARLO È COSA SALUTARE!
Scusate Amici Ebrei, se mi sto dilungando troppo, però devo ammettere che da sempre questo Papa NON MI È MAI PIACIUTO. Lo rispetto, perché si tratta di una persona buona, MA CIÒ NON BASTA PER ESERCITARE UN RUOLO COSÌ IMPORTANTE. Sinceramente avrei preferito, assolutamente, che fosse rimasto Papa Ratzinger. Lui di intelligente riflessione ne aveva persino troppa, ma ha abbandonato il suo ruolo, non soltanto perché era anziano, ma perché era “troppo onesto”, per accettare scomode realtà.
L’ultima assurdità di Bergoglio è stata quella di sostituire alcune parole del Padre Nostro, perché secondo le sue consultazioni verso persone autorevoli, necessitava di un aggiornamento. Per noi cristiani il Padre Nostro è l’unica preghiera che ci ha lasciato Gesù Cristo ed è quindi la più importante di tutte. Ma dico io, dopo 2000 anni di storia in cui si sono succeduti esegeti di indiscutibile saggezza, se ne arriva questo papino e decide che tutti dobbiamo trasformare questa preghiera, perché così è più comprensibile per tutti quanti? Mio caro papino io la reciterò sempre come me l’ha insegnata mia mamma, che ora non c’è più ! Amen
Shalom a tutti
P.M.