La sede del New York Times

Il New York Times non pubblicherà più vignette politiche

Mondo

di Paolo Castellano
È deciso. A partire dal 1 luglio la versione internazionale del quotidiano americano The New York Times non pubblicherà più vignette satiriche a sfondo politico. La decisione del giornale arriva dopo mesi di dibattito sulla vignetta giudicata antisemita, pubblicata sull’edizione internazionale, dall’opinione pubblica in cui erano stati ritratti Donald Trump come un cieco con la kippah e Benjamin Netanyahu come un cane con la stella di David. La stessa dirigenza del New York Times si era scusata per la caricatura dagli evidenti luoghi comuni antisemiti creata dall’artista portoghese António Moreira Antunes e pubblicata lo scorso 25 aprile all’interno dell’edizione internazionale del quotidiano americano.

Vignetta pubblicata dal New York Times su Trump e Netanyahu
La vignetta pubblicata dall’edizione internazionale del New York Times in aprile con Trump cieco trainato da un cane con il viso di Netanyahu

Come riporta Jewish Press, la scelta di non pubblicare più vignette satiriche a sfondo politico però sta scatenando numerose critiche. Per esempio il disegnatore del New York Times, Patrick Chappatte, ha espresso il suo dispiacere per la recente decisione. Egli ha pubblicato un post nel suo blog in cui si dice preoccupato per le implicazioni e le conseguenze che ci saranno sulla libertà d’espressione.

«In tutta la mia vita professionale sono stato guidato dalla convinzione che la libertà politica del vignettista appartiene al sua grande senso di responsabilità […] Nell’aprile del 2019, una vignetta su Benjamin Netanyahu nella versione internazionale ha suscitato una diffusa indignazione», ha sottolineato Chappatte.

Il New York Times ha però respinto le accuse di censura, sostenendo che la disposizione era prevista da tempo. James Bennet, redattore della sezione opinioni del giornale, ha specificato che la decisione non ha a che fare con la vignetta su Trump e Netanyahu, ma riguarda soltanto una scelta editoriale per allinearsi alla versione americana del New York Times che non ha caricature.  

«Abbiamo intenzione di continuare a investire in forme di giornalismo di opinione, incluso il visual journalism, che esprimono sfumature, complessità e voci forti da diversi punti di vista su tutte le nostre piattaforme», ha sottolineato Bennet.