La Regina Elisabetta II

Il discorso della Regina Elisabetta: il neo premier Boris Johnson vieterà alle istituzioni inglesi di appoggiare il BDS

Mondo

di Paolo Castellano
Il 19 dicembre presso il parlamento inglese la regina Elisabetta ha pronunciato un discorso, il cosiddetto Queen’s speech, con cui ha inaugurato il nuovo governo Tory guidato da Boris Johnson, vincitore delle recenti elezioni. La regina ha fatto riferimento ai futuri investimenti nella sanità pubblica e al rafforzamento del sistema giudiziario. Oltre all’intervento della sovrana, ha preso la parola anche Boris Johnson che, tra i tanti punti del suo programma di governo, ha affermato che vieterà agli enti pubblici di fare propaganda anti-israeliana e di diffondere le istanze del BDS (Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni per Israele).

«Impediremo agli enti pubblici di assumersi il compito di boicottare i prodotti di altri paesi e di sviluppare una pseudo-politica estera», ha detto Johnson, aggiungendo che la costante attenzione su Israele sia nauseabonda. Infatti, negli ultimi anni diversi enti pubblici hanno supportato il movimento del boicottaggio contro Israele rifiutando i prodotti israeliani provenienti dagli insediamenti. Come riporta Jewish News, per esempio nel 2014 il consiglio comunale di Leicester aveva adottato una posizione contro Israele. Non è stato però un singolo caso politico. Hanno adottato il medesimo atteggiamento anche i consigli comunali di West Dunbartonshire, Gwynedd, Swansea, Highland Newry e Morne, Stirling e Clackmannanshire. Anche diversi sindacati hanno appoggiato il boicottaggio, aiutando le associazioni War on want e Palestine Solidarity Campaign.

In questi anni, le associazioni ebraiche si sono battute con forza per denunciare l’illegalità delle posizioni politiche marcatamente anti-israeliane, appellandosi agli esponenti del governo britannico. Ora il nuovo esecutivo sembra aver recepito il messaggio. Oliver Dowden, ministro di gabinetto, ha ribadito la linea del premier Boris Johnson: «Le nostre istituzioni pubbliche dovrebbero concentrarsi sul lavoro quotidiano senza indicare la politica estera, decidendo quali paesi debbano avere dei rapporti diplomatici con l’Inghilterra». Insomma, la nuova amministrazione ha dunque intenzione di stoppare tali attitudini che hanno comportato la divisione tra le comunità e generato odio.

Di parere contrario, l’associazione sionista di sinistra Yachad che ha una posizione critica riguardo agli insediamenti israeliani. I suoi portavoce hanno dichiarato che la decisione “danneggia il diritto alla libertà di parola” e risulta controproducente nell’affrontare l’antisionismo e l’antisemitismo.