I mille ebrei di rav Sizomu

Mondo

Una Yeshivà a Nabugoye Hill.
Abuyadaya in luganda (la lingua dell’Uganda) significa “il popolo di Giuda” ed è il termine con cui nel Paese africano dai primi del 1900 si indica la tribù ebraica. Una realtà, questa, di cui difficilmente si sente parlare, ma che conta circa 1.100 componenti distribuiti in otto comunità e possiede da qualche anno un rabbino capo, Rabbi Gershom Sizomu. Dopo cinque anni di studi rabbinici a Los Angeles e in Israele, rav Sizomu è tornato nel suo Paese natale. Da allora è riuscito a portare a termine 250 conversioni, ad aprire una yeshivà a Nabugoye Hill, oltre a sostenere numerosi villaggi stretti dalla morsa della fame e a ospitare in una moderna pensione centinaia di ebrei provenienti da tutto il mondo.
È esattamente dal 1919 che si può parlare ufficialmente di ebrei in Uganda: è infatti il leader militare Semei Kakungulu a decidere, quell’anno, che il Vecchio Testamento è vero e, una volta saputo che esso è legato all’ebraismo, a decretare “Allora saremo ebrei”.