Gli ebrei del Regno Unito costretti a ritirarsi dal Pride per problemi di sicurezza

Mondo

di Michael Soncin
Il crescente antisemitismo non ha permesso per la seconda volta consecutiva la partecipazione al Pride del gruppo ebraico LGBT+, in quanto Pride in London, che organizza la manifestazione, non ha accettato una formazione in materia per gli steward.

«Gli ebrei LGBT+ britannici meritano lo spazio affinché possano celebrare la propria identità assieme a quella di tutte le altre persone LGBT+ del Regno Unito. Siamo profondamente delusi da Pride in London e speriamo riflettano sul fatto che, da due anni a questa parte, KeshetUK si è sentita costretta a ritirarsi».

A riferirlo, come riporta Jewish News, è stato un portavoce dell’associazione che coordina da oltre un decennio la partecipazione ebraica al Pride nella capitale britannica. Secondo KeshetUK, il ritiro obbligato è dovuto al fatto che sarebbe venuta a meno la volontà di garantire una sicurezza dal punto di vista psicologico e fisico nel bel mezzo del più importante evento LGBT+ del paese, previsto a Londra il 5 luglio prossimo.

Avevano contattato i responsabili di Pride in London per la prima volta nel luglio 2024, senza ricevere alcuna risposta fino all’inizio di quest’anno. Dall’incontro che si è poi formalizzato poche settimane fa, KeshetUK ha richiesto una formazione sulla consapevolezza dell’antisemitismo – visto lo spaventoso aumento nella nazione – da parte degli steward volontari, che usualmente presenziano all’evento. Richiesta che sarebbe stata negata assieme a diverse altre.

Senza le dovute garanzie di tutela sono costretti a rinunciare al Pride, anche se volevano partecipare «disperatamente», in quanto l’evento rappresenta per loro come affermato: «una celebrazione della nostra doppia identità di ebrei e di persone LGBT+». Al contempo altri gruppi di ebrei LGBT+ stanno organizzando degli eventi alternativi rispetto a quella giornata. KeshetUK ha riconfermato la disponibilità di partecipare in futuro all’evento centrale a patto che non vengano a mancare le condizioni necessarie di sicurezza.

Pride in London si è espressa con una dichiarazione, dove però non sarebbe stata riportata una menzione sulla presa di coscienza dell’antisemitismo. «Rimaniamo aperti a un dialogo continuo con KeshetUK, come abbiamo comunicato direttamente all’organizzazione. I nostri protocolli di sicurezza sono sviluppati attraverso un’ampia collaborazione con le agenzie cittadine e i professionisti della sicurezza per proteggere tutti i partecipanti».

Ad intervenire sulla vicenda anche Andrew Gilbert, vicepresidente del Board of Deputies of British Jews: «Siamo dispiaciuti nel vedere che, ancora una volta, KeshetUK non si è sentita in condizioni di marciare al Pride di Londra. È dovere di tutte le organizzazioni che si impegnano a promuovere comunità inclusive farlo e invitiamo Pride in London a includere gli ebrei LGBTQ+ al Pride».

Crediti fotografici: Jewish News