Politici tedeschi chiedono “un totale divieto” per le manifestazioni antisemite e anti-israeliane dell’Al Quds Day a Berlino

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di Paolo Castellano

Insofferenza a Berlino per i preparativi della marcia che annualmente si svolge nella capitale dello Stato tedesco in occasione del Al Quds Day in cui i manifestati protestano contro Israele, chiedendone la cancellazione dalle mappe insieme ai suoi cittadini ebrei e no. Tutto ciò è infatti incompatibile con i valori della democrazia tedesca che invano sta cercando di cancellare l’evento previsto per il prossimo 8 maggio.

La richiesta dell’annullamento è stata formulata dagli esponenti del partito liberale tedesco FDP. Il portavoce della formazione politica, Holger Kestrel, ha esortato il senato a porre un divieto assoluto per la manifestazione sponsorizzata dall’Iran, in cui sfilano persone che impugnano le bandiere di Hezbollah – gruppo terroristico fuorilegge in Germania – urlando slogan anti-semiti e anti-israeliani.

«Dobbiamo utilizzare tutti i mezzi legali a nostra disposizione per evitare questo vergognoso evento», ha sottolineato Kestrel. E il punto è proprio questo, in base alle leggi tedesche sarebbe difficile vietare alle persone di manifestare. Tuttavia, le condanne arrivano anche dall’opposizione. Andrea Geisel, politico appartenente all’SPD, ha dichiarato che l’Al Quds Day è “uno dei più disgustosi eventi antisemiti”.

A causa delle restrizioni Covid-19, lo scorso anno la manifestazione non si è svolta. Ma nel 2019, circa 2mila manifestanti avevano popolato l’area intorno alla Porta di Brandeburgo, intonando cori contro gli ebrei e a favore della distruzione di Israele. Come riporta Algemeiner, un ebreo berlinese aveva raccontato alla stampa tedesca di aver sentito un manifestante affermare che “Hitler sarebbe dovuto tornare in vita per uccidere il resto degli ebrei”.

L’amministrazione comunale di Berlino ha dichiarato che terrà sotto stretto controllo la situazione in attesa di un divieto che potrebbe non arrivare.