Francesca Albanese sanzionata dagli Stati Uniti d’America

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di Ludovica Iacovacci

Gli Stati uniti hanno imposto sanzioni contro Francesca Albanese, dal 2022 relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi. Il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha annunciato mercoledì 9 luglio 2025 l’imposizione di sanzioni alla relatrice speciale delle Nazioni Unite Francesca Albanese in risposta ai suoi sforzi per accusare funzionari statunitensi e israeliani presso la Corte penale internazionale. Non è del tutto chiaro che cosa prevederanno le sanzioni, ma è probabile che ad Albanese sarà fatto divieto di recarsi negli States. Albanese non ha commentato pubblicamente le misure, ma in un messaggio a un giornalista di Al Jazeera ha scritto: «No comment sulle tecniche di intimidazione in stile mafioso».

Il segretario di Stato Marco Rubio ha annunciato le sanzioni dichiarando: “Albanese si è impegnata direttamente con la Corte penale internazionale (CPI) negli sforzi per indagare, arrestare, detenere o perseguire cittadini degli Stati Uniti o di Israele, senza il consenso di questi due Paesi. Né gli Stati Uniti né Israele sono parte dello Statuto di Roma, rendendo questa azione una grave violazione della sovranità di entrambi i Paesi. Ha recentemente intensificato questo sforzo scrivendo lettere minacciose a dozzine di entità in tutto il mondo, tra cui le principali aziende americane nei settori della finanza, della tecnologia, della difesa, dell’energia e dell’ospitalità, facendo accuse estreme e infondate e raccomandando alla CPI di perseguire indagini e procedimenti giudiziarie di queste società e dei loro dirigenti. Non tollereremo queste campagne di guerra politica ed economica, che minacciano i nostri interessi e la nostra sovranità nazionale. Albanese ha vomitato antisemitismo, espresso sostegno al terrorismo e aperto disprezzo per gli Stati Uniti, Israele e l’Occidente. Questo pregiudizio è stato evidente nel corso della sua carriera”.

Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar ha accolto con favore l’annuncio e ha dichiarato che si trattava di “un messaggio chiaro. È ora che l’ONU presti attenzione!”

Il pregiudizio anti-Israele di Albanese è stato esposto per la prima volta nel 2022, sotto forma di post antisemiti che ha fatto sui social media, in cui ha affermato che la “lobby ebraica” controlla gli Stati Uniti.

Nel dicembre 2023, Albanese ha definito “inaccettabile” una richiesta ad Hamas per il rilascio dei 251 ostaggi che ha rapito il 7 ottobre, tra cui bambini piccoli e Kfir Bibas di 9 mesi. Non ha mai posto l’attenzione sul rilascio degli ostaggi, 50 dei quali continuano ad essere detenuti a Gaza. Tuttavia, ha chiesto il rilascio di un direttore dell’ospedale di Gaza che è stato arrestato con l’accusa di essere un leader di Hamas.

Poco dopo il massacro del 7 ottobre, Albanese ha pubblicato un libro intitolato “J’Accuse”, che coopta il titolo di un famoso saggio che invocava l’antisemitismo del famigerato processo Dreyfus per un lavoro in cui tentava di spostare la colpa del massacro dagli autori di Hamas a Israele.

Albanese ha anche negato che Israele abbia il diritto all’autodifesa contro Hamas anche dopo il 7 ottobre.

In un’intervista a marzo 2023, Albanese ha dichiarato: “A Israele è stato permesso di portare avanti un progetto coloniale d’insediamento, che si è inevitabilmente tramutato in apartheid”.

Sono iniziate indagini a suo carico nel 2024 poiché nel novembre 2023 Albanese sembra aver intrapreso un lungo tour attraverso l’Australia, il cui itinerario finanziato da organizzazioni anti-israeliane.

Nell’ottobre del 2024 Albanese ha paragonato Israele alla Germania nazista, scatenando l’indignazione di diverse organizzazioni ebraiche, tra cui il Congresso ebraico Mondiale (World Jewish Congress o WJC), che hanno chiesto il suo immediato licenziamento dalle Nazioni Unite.

Nell’ottobre del 2024 in Italia l’associazione Setteottobre chiedeva la destituzione per antisemitismo di Albanese dal suo ruolo.

 

Numerose sono state le pressioni contro le Nazioni Unite per evitare la riconferma del suo posizionamento, avvenuta, in ogni caso, nell’aprile del 2025.

 

Francesca Albanese nei primi mesi successivi al 7 ottobre 2023 si presentò a Quarta Repubblica, programma in onda su Rete 4, dichiarando di “fare l’avvocato”. A seguito di pressioni, nel 2025 ha dovuto ammettere di non essere avvocato e di non aver mai sostenuto l’esame di abilitazione all’esercizio della professione forense.