Dopo l’attentato al Museo Ebraico, una nuova realtà a Washington: “Il terrorismo può colpire ovunque”

Mondo

di David Zebuloni
“Ci aspettiamo che il governo agisca in modo deciso contro chiunque minacci la nostra esistenza con atti terroristici. L’attentato avvenuto a Washington rappresenta un’escalation significativa della violenza antisemita, e dobbiamo rispondere di conseguenza”. Parola di Eric Fingerhut, presidente delle Federazioni Ebraiche del Nord America.

Seicento giorni esatti fa, il 7 ottobre 2023, la vita di milioni di ebrei in Israele e nel mondo è cambiata per sempre. Un preoccupante sondaggio condotto dall’American Jewish Committee ha già rivelato che la maggior parte degli ebrei adulti negli Stati Uniti ha modificato il proprio comportamento nell’ultimo anno per il timore di subire violenze e odio a sfondo antisemita. Un timore assolutamente fondato e reso tragicamente reale la scorsa settimana, quando due giovani impiegati dell’ambasciata israeliana a Washington sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco.

“L’attentato terroristico avvenuto fuori dal Museo Ebraico di Washington ha scosso le nostre comunità, questo crimine orribile è una vera tragedia per tutto il popolo ebraico”, ha dichiarato Eric Fingerhut, presidente delle Federazioni Ebraiche del Nord America, in un’intervista a Makor Rishon. “Stiamo facendo tutto il possibile per proteggere gli ebrei americani da ogni minaccia e per permettere loro di vivere una vita comunitaria sicura e dignitosa”.

Una sfida tutt’altro che semplice. “Da alcuni anni ormai percepiamo che la minaccia contro la comunità ebraica negli Stati Uniti va intensificandosi, ed è per questo che abbiamo già aumentato in modo significativo i livelli di sicurezza nei siti ebraici sensibili”, ha sottolineato Fingerhut. “Di recente abbiamo anche promosso alcuni piani di sicurezza avanzati per tutte le comunità ebraiche del Nord America”.

Eric Fingerhut è stato senatore nel parlamento dello Stato dell’Ohio dal 1997 al 2006 e nel 2004 è stato candidato del Partito Democratico al Senato degli Stati Uniti. Durante il suo mandato alla Camera dei Rappresentanti, è stato promotore di quattro proposte di legge a favore dei legami tra Stati Uniti e Israele. Dal 2019 ricopre il ruolo di presidente e amministratore delegato delle Federazioni Ebraiche del Nord America.

“Dopo il 7 ottobre abbiamo chiesto il sostegno del governo americano e l’abbiamo ottenuto: lavoriamo in piena collaborazione con le autorità di sicurezza locale”, ha rivelato l’ex senatore americano. “Tuttavia, ora ci aspettiamo che il governo faccia di più per proteggere gli ebrei d’America. Che agisca in modo deciso contro chiunque minacci la nostra esistenza con atti terroristici. L’attentato avvenuto a Washington rappresenta un’escalation significativa della violenza antisemita, e dobbiamo rispondere di conseguenza”.

Dall’atroce attacco di Hamas nei Kibbutzim nel sud d’Israele a oggi, i livelli di odio, violenza e antisemitismo negli Stati Uniti sono aumentati in modo esponenziale. “Le manifestazioni pro-palestinesi si sono diffuse molto rapidamente in tutto il Nord America, non solo nei campus delle grandi università”, ha raccontato Fingerhut. “Oggi si sentono ovunque accuse contro Israele di genocidio a Gaza: davanti ai municipi, davanti alle scuole e, ovviamente, sui social network”.

Nonostante ciò, l’ondata di antisemitismo che ha investito gli Stati Uniti non ha realmente sorpreso Eric Fingerhut. “Fin dal primo momento in cui le strade e le piazze si sono riempite di violenti manifestanti, era a noi chiaro che le proteste pro-palestinesi non erano contro Israele, ma contro tutti gli ebrei. Non a caso, già nel novembre 2023, appena un mese dopo il terribile massacro di Hamas, abbiamo organizzato a Washington una marcia contro l’antisemitismo. Avevamo subito riconosciuto la nuova tendenza, e cercato di agire di conseguenza”.

Numerosi movimenti antisemiti avevano già preso di mira gli ebrei americani, ma nell’ultimo anno pare che questi siano passati dalle parole ai fatti, rappresentando ora una minaccia concreta all’esistenza delle numerose comunità ebraiche sparse per il Nord America. “Riteniamo che atti di terrorismo possano verificarsi ovunque, e in qualsiasi momento”, ha affermato Fingerhut. “Ieri è successo a Pittsburgh, oggi a Washington, domani potrebbe accadere in Texas o in California”.

Nel frattempo, le comunità ebraiche cercano di organizzarsi di conseguenza. “I sistemi di sicurezza che oggi proteggono le nostre comunità sono più sofisticati e innovativi che mai”, ha chiarito l’ex senatore. “Abbiamo anche modificato le linee guida sulla sicurezza che da sempre caratterizzano la vita comunitaria. Ad esempio, per partecipare a qualsiasi evento ebraico è necessario registrarsi in anticipo – non è più possibile presentarsi spontaneamente. Anche i luoghi dove si svolgono gli eventi, devono soddisfare standard di sicurezza molto elevati”.

La Federazione delle Comunità Ebraiche del Nord America è un’organizzazione ebraico-sionista che unisce 146 federazioni ebraiche e circa 300 comunità ebraiche indipendenti negli Stati Uniti e in Canada. L’organizzazione protegge e migliora il benessere degli ebrei in 70 Paesi nel mondo, ma non solo.

Durante l’operazione Spade di Ferro, la Federazione ha aiutato Israele a finanziare la ricostruzione dello Stato dopo la distruzione e ha donato diverse centinaia di milioni di dollari a favore di cause umanitarie. “Ogni comunità ebraica negli Stati Uniti sente un legame profondo con lo Stato ebraico – un legame fortissimo che non si può spezzare”, ha concluso Fingerhut. “Siamo assolutamente impegnati al fianco di Israele, per la sua sicurezza e per il suo sviluppo. Oggi e per sempre”.