Disgelo, l’Arabia Saudita rimuove contenuti antiebraici e anti-israeliani dai libri di testo

Mondo

di David Fiorentini
L’Arabia Saudita ha compiuto progressi significativi nell’ammodernamento dei suoi libri di testo per l’istruzione primaria, eliminando gran parte dei contenuti di incitamento all’odio antiebraico. Questi cambiamenti seguono una tendenza positiva finalizzata a promuovere la pace e la tolleranza.

L’Istituto per il Monitoraggio della Pace e della Tolleranza Culturale nell’Educazione Scolastica (IMPACT-se), un organismo internazionale di monitoraggio che analizza i programmi scolastici in conformità agli standard dell’UNESCO, ha esaminato 301 libri di testo, di cui 80 per l’anno scolastico corrente 2022-2023.

“Praticamente tutto il materiale antisemita precedentemente identificato nei libri di testo di studi islamici sauditi è stato rimosso”, evidenzia Marcus Sheff, direttore generale di IMPACT-se, tracciando un filo rosso con “la chiara tendenza alla moderazione nei confronti di Israele”.

Gli aggiornamenti hanno comportato la rimozione di interi capitoli e la scomparsa quasi totale dei contenuti antisemiti, sostituiti da pochi esempi negativi. La maggior parte degli esempi di jihad violenta è stata eliminata e “la maggior parte delle ostilità residue verso Israele è presente solo in un libro di studi sociali”.

Al contrario, sono state promosse pace e tolleranza, criticando le ideologie di organizzazioni terroristiche sostenute dall’Iran come Hezbollah, e censurando i messaggi discriminatori dei Fratelli Musulmani. Il rapporto ha anche elogiato il “notevole miglioramento in termini di parità di genere” e di rimozione di contenuti omofobi.

Inoltre, sono state eliminate le lezioni che propagandavano la “giudaizzazione” della moschea di Al-Aqsa, una falsa accusa spesso ripetuta dal defunto leader dell’OLP Yasser Arafat, secondo cui l’esistenza storica di un Tempio ebraico a Gerusalemme fosse un’invenzione sionista.

Tuttavia, i libri di testo continuano a utilizzare la perifrasi “entità sionista” per riferirsi a Israele, un termine anche usato dall’Iran e da Hezbollah, e descrivono il sionismo come un “movimento coloniale e razzista europeo che mira a espellere i palestinesi dalle loro case”.

Per cui, nonostante grandi passi avanti siano stati fatti, manca ancora abbastanza alla tanto ambita normalizzazione, che però sembra avvicinarsi sempre più.