Deportazioni: Stato e Ferrovie condannati in Francia

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Un tribunale amministrativo ha condannato lo Stato francese e l’operatore delle ferrovie nazionali, Sncf, al pagamento di una multa di 62.000 euro per il ruolo avuto nella deportazione di due ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale. La sentenza è destinata a costituire un importante precedente. Il tribunale amministrativo di Tolosa ha infatti accolto la denuncia della famiglia del deputato del partito dei Verdi Alain Lipietz, il cui padre e zio furono portati in treno, nel maggio del 1944, in un campo di internamento a Parigi. I due sopravvissero alla guerra.
Non è la prima volta che la famiglia Lipietz si è rivolta in tribunale. In passato altri giudici avevano concluso che le Sncf, durante la guerra, erano comandate dall’esercito tedesco di occupazione e che il governo collaborazionista di Vichy era una “aberrazione” di cui l’attuale Stato francese non poteva essere responsabile.
Ora la famiglia parla di “vittoria storica”: è infatti la prima volta che lo Stato e le Sncf, in quanto tali, sono stati condannati. La corte ha riconosciuto che quel tragico trasporto non fu opera di singoli individui o di collaborazionisti ma avvenne per precisa responsabilità dello Stato.
Nel corso di una recente udienza, Lipietz aveva fatto presente che la giurisprudenza era cambiata dal 1995, quando il presidente Jacques Chirac aveva riconosciuto il ruolo della Francia nella persecuzione degli ebrei, e poi nel 1997, quando il processo a Maurice Papon, soprannominato il “boia di Lione” durante il governo di Vichy, aveva provato il coinvolgimento del governo nelle deportazioni.
Le Ferrovie francesi hanno ora annunciato ricorso in appello.