di Anna Balestrieri
In uno sforzo diplomatico significativo e senza precedenti, rappresentanti di diverse nazioni del Medio Oriente si sono riuniti a Doha per un incontro cruciale volto a rilanciare i colloqui di pace nella regione. Il vertice della svolta, nelle speranze del presidente americano Joe Biden, ha visto leader e diplomatici di vari paesi convergere con l’obiettivo di affrontare i conflitti in corso e tentare di promuovere una stabilità a lungo termine.
Il vertice di Doha: l’ultima speranza per un cessate il fuoco
Accuse di Hamas e nuove condizioni di Netanyahu
Il ruolo del Qatar
La visita di Blinken e la Dichiarazione di Netanyahu
L’incontro di tre ore tra Benjamin Netanyahu e Antony Blinken (nella foto) è stato “condotto con spirito positivo“, secondo una dichiarazione dell’ufficio del primo ministro israeliano. L’ufficio di Netanyahu ha rilasciato inoltre una dichiarazione affermando che, sebbene ci siano aree in cui è possibile essere flessibili, certi principi restano non negoziabili, in particolare quelli riguardanti la sicurezza e il rilascio degli ostaggi. Il Primo Ministro israeliano ha anche sottolineato che la comunità internazionale dovrebbe concentrare le sue pressioni su Hamas e sul suo leader Yahya Sinwar, accusandoli di intransigenza per non aver inviato neanche un rappresentante ai colloqui di Doha.
Un futuro incerto: le posizioni divergenti di Israele e Hamas
“Anche oggi, il Primo Ministro insiste affinché restiamo nel corridoio di Philadelphia per impedire ai terroristi di riarmarsi”, ha affermato una dichiarazione del suo ufficio.
“Il Primo Ministro continuerà a promuovere un accordo che massimizzi il numero di rapiti vivi e che consentirà il raggiungimento di tutti gli obiettivi della guerra”.