Il monumento delle scarpe sulla riva del Danubio a Budapest

Budapest, inaugurate nuove sinagoghe alla memoria degli ebrei assassinati nel Danubio

Mondo

di Ilaria Ester Ramazzotti
“Dalle ceneri, questa comunità viene rianimata”, ha detto il rabbino Simcha Weiss, del rabbinato di Israele, in occasione dell’apertura di due nuove sinagoghe a Budapest. I due templi, uno nella capitale e l’altro nella vicina cittadina di Szentendre, sono stati recentemente inaugurati assieme a nuovi rotoli della Torà, dedicati alla memoria dei circa 600 mila ebrei ungheresi assassinati sulle rive del Danubio tra il dicembre 1944 e il gennaio 1945. Alle cerimonie sono intervenuti rabbini, autorità e cittadini.

“Nessuno poteva distruggere la loro neshama (anima) – ha sottolineato Weiss al Jerusalem Post -. Ci sono 600 mila lettere nella Torah, quelle uccise sul Danubio ora sono tornate al punto di partenza”. Le 600 mila lettere in ciascuna Torah rappresentano così le 600 mila vittime del massacro.

Il rabbino Shlomo Koves, a capo dell’Alleanza ebraica ungherese e emissario dei Chabad-Lubavitch, ha invece sottolineato che queste due sinagoghe offrono agli ebrei di Budapest e Szentendre di apprendere le loro tradizioni: “Tutto questo è dedicato al futuro, ma dobbiamo anche essere orgogliosi delle nostre tradizioni”.

János Fónagy, sopravvissuto all’Olocausto ungherese e parlamentare sottosegretario di Stato alle attività nazionali, ha dichiarato: “Non c’è nessuno della mia famiglia, in gran parte uccisa nella Shoah, che mi dia i ricordi” che invece dà il memoriale scultoreo Scarpe sulla riva del Danubio, che rappresenta iconograficamente le scarpe degli ebrei uccisi e buttati nel fiume, installato lungo il fiume nel 2005, un “memoriale che ricorda coloro che non sono sopravvissuti”, ma che al contempo dà memoria “a quelli a cui mancano i propri ricordi personali. Abbiamo il dovere e la responsabilità di ricordare, di rispettare il passato, ma anche il futuro”.

Per il rabbino Baruch Oberlander, capo del rabbinato ortodosso di Budapest, questa cerimonia ha avuto un significato speciale, avendo ricordato il padre sopravvissuto alla Shoah: “È un privilegio essere qui oggi – ha evidenziato -. Stiamo trasmettendo lo spirito di quei martiri attraverso queste Torà”.