Il rendering del centro per la memoria

Bielorussia: un centro per la memoria, un segnale contro l’odio

Mondo

di Nina Deutsch
Mentre l’antisemitismo rialza la testa nel mondo, la Bielorussia fa una scelta coraggiosa: a Novogrudok apre un museo dedicato alla Shoah per onorare vittime e resistenti.

 

Nel cuore della Bielorussia, a Novogrudok, dove migliaia di ebrei furono sterminati dai nazisti, nascerà un museo che racconterà non solo l’orrore della Shoah, ma anche una delle fughe più audaci della storia europea. È qui che, il 26 settembre 1943, 250 prigionieri scavarono un tunnel di 250 metri per riconquistare la libertà, nella più grande evasione documentata da un ghetto nell’Europa occupata.

Ora, proprio in questo luogo carico di memoria, verrà inaugurato il Belarusian Museum of the Holocaust and Resistance, primo museo nazionale del Paese dedicato alla memoria ebraica e alla resistenza durante l’occupazione nazista.

L’annuncio, come riporta Jewish News, è arrivato lo scorso 10 luglio con la firma di un accordo storico tra l’Unione Religiosa Ebraica della Repubblica di Bielorussia (presieduta da Artur Livshyts), la fondazione bielorussa MIR, il comitato esecutivo distrettuale di Novogrudok e l’organizzazione britannica The Together Plan.

Un museo per onorare vittime e resistenti

Il nuovo centro sorgerà a partire dall’espansione dell’attuale Museo della Resistenza Ebraica di Novogrudok e si propone di diventare un luogo di educazione, memoria e ricerca internazionale. Una delle sue missioni principali sarà quella di raccontare, accanto allo sterminio, anche le storie di chi si ribellò alla disumanità.

Molti dei 250 fuggitivi del ghetto si unirono infatti ai partigiani Bielski, l’unico gruppo armato interamente ebraico attivo in Bielorussia. Nascosti nella fitta foresta di Naliboki, i Bielski riuscirono a salvare oltre 1.200 ebrei, organizzando una comunità clandestina autosufficiente. La loro vicenda è stata narrata anche nel film Defiance (2008), con Daniel Craig nel ruolo di Tuvia Bielski.

«Il racconto dei Bielski non è soltanto una storia di opposizione: è una storia di salvezza, di comunità e di speranza», ha dichiarato Debra Brunner, co-fondatrice di The Together Plan, partner ufficiale del progetto.

Anche Artur Livshyts, presidente dell’Unione religiosa ebraica in Bielorussia, ha sottolineato la portata dell’iniziativa: «Questo non è solo un museo. È un impegno verso la verità, verso l’educazione e verso la pace. Ricordando il nostro passato, gettiamo le basi per un futuro più giusto e tollerante».

Resistenza e memoria in un tempo fragile

L’apertura di un museo sulla Shoah in Bielorussia ha una valenza che va ben oltre il recupero storico. In un momento in cui il mondo sta assistendo a una drammatica impennata degli atti antisemiti – esacerbati dal conflitto in Medio Oriente – questa iniziativa appare come un gesto potente di responsabilità culturale e civile.

Secondo il rapporto 2024 dell’Anti‑Defamation League (fonte), i crimini d’odio antiebraico hanno raggiunto livelli record in Nord America ed Europa. In molte ex repubbliche sovietiche, la memoria della Shoah è stata a lungo rimossa, politicizzata o semplicemente ignorata. Per questo, la creazione di un museo in un luogo simbolico come Novogrudok rappresenta una chiara rottura con il passato e un messaggio rivolto al presente.

Un futuro che si costruisce anche dal passato

Iniziative come questa dimostrano come la memoria non sia solo un esercizio commemorativo, ma un atto di costruzione civile. Ricordare non serve solo a non dimenticare, ma a vigilare. In un’epoca segnata da tensioni geopolitiche, polarizzazioni e disinformazione, un museo della Shoah in Bielorussia è anche una dichiarazione: non c’è futuro senza verità, e non c’è pace senza memoria.