Buenos Aires

Aggressione antisemita alla sinagoga Mikdash Yosef di Buenos Aires

Mondo

di Ilaria Ester Ramazzotti
A Buenos Aires, lo scorso 5 aprile, due persone di cui non si conoscono le generalità hanno urlato insulti antisemiti, minacciato e aggredito alcuni membri della sinagoga Mikdash Yosef, nel quartiere Palermo della capitale argentina.

Il rabbino Uriel Husni, capo del centro ebraico, ha detto al Jerusalem Post che i fatti sono stai perpetrati da un uomo e una donna, dopo la fine delle preghiere dell’entrata di Shabbat. Sembra che la donna abbia inizialmente chiesto del cibo e poi iniziato a insultare e aggredire i presenti. Il Times of Israel riporta che i due aggressori sono dei senzatetto e, secondo alcuni, erano ubriachi.

“Dobbiamo uccidere gli ebrei”, ha detto in particolare la donna. L’uomo ha estratto minacciosamente delle bottiglie di vetro e versato un liquido non identificato, sputando all’addetto alla sicurezza e lanciando una pietra a un giovane intervenuto. Vis à vis, sito di riferimento della comunità ebraica argentina, e il sito Gaucho News, riportano che l’uomo, armato di coltello, ha ferito alcuni dei membri della comunità, che sono poi stati curati in ospedale. I siti riportano anche che i due erano stati visti fotografare la sinagoga nei giorni precedenti all’aggressione.

Uriel Husni, rimasto leggermente ferito, è convinto che l’attacco sia stato grave e antisemita per via degli insulti pronunciati dalla donna e dall’uomo, poi fermato dalla polizia. “Non ho mai pensato che potesse accadere una cosa simile – ha detto il rabbino a Vis a Vis -. Ho avuto terrore. Insieme alla sicurezza siamo poi stati in grado di fermarlo. Stiamo adesso chiedendo alla polizia un servizio di sicurezza all’entrata del tempio”.

Il Mikdash Yosef è un centro dedicato ad avvicinare ragazzi e ragazze ebrei all’ebraismo e ad aiutare i giovani in difficoltà, anche quelli con un passato legato a droghe e alcol.

L’AMIA (Asociación Mutual Israelita Argentina) di Buenos Aires ha espresso la sua “totale solidarietà” ai membri della comunità Mikdash Yosef e ha chiesto che la polizia e i funzionari di Stato si occupino di analizzare i fatti accaduti, dichiarando che: “La prevenzione e la sicurezza sono pilastri fondamentali da non trascurare mai, in ogni momento e circostanza. Nessuna manifestazione di odio, discriminazione e violenza può essere tollerata nel quadro di una società democratica”.

“La situazione di impoverimento della nostra Repubblica provoca, in alcuni settori della società in condizioni di marginalità, l’evocazione di vecchi pregiudizi”, ha sostenuto in una dichiarazione la Delegazione delle associazioni israeliane argentine, o DAIA, designando a sua volta l’attacco come antisemita. DAIA ha anche raccomandato l’implementazione di un processo informativo e formativo che permetta all’Argentina di attraversare “questo difficile momento in pace” e di “prendersi cura della nostra comunità, insieme alle agenzie governative responsabili di quella zona”.