Tentano di boicottare i datteri di NaturaSì, perché provengono da Kibbutz israeliani

Italia

di David Fiorentini
È circolata sui social media e nelle chat private la notizia che attivisti pro palestinesi avrebbero tentato di boicottare i datteri della catena alimentare NaturaSì poiché provenienti da Israele. “Datteri provenienti dai kibbutz Samar e Neot Smadar nella zona del Mar Rosso, dove collaboratori provenienti da varie parti del mondo lavorano assieme contribuendo alla pacifica convivenza della regione” recita il volantino pubblicitario dell’azienda, che da ormai tanti anni si rifornisce dalle piantagioni del Negev.

Tuttavia, pare che la buona parte dei datteri importati quest’anno siano rimasti invenduti a seguito di polemiche legate al conflitto attualmente in corso a Gaza.

Fondata nel 1985, EcorNaturaSì S.p.A è una società specializzata nella produzione e nella vendita di alimenti biologici e biodinamici, con sede a Conegliano, provincia di Treviso. Nella sua attività, è sempre stata una bandiera dei principi di ecosostenibilità e salvaguardia della biodiversità, promuovendo numerose iniziative, si legge nel sito, “nel pieno rispetto della terra, della natura, dell’ambiente e quindi dell’uomo.”

Per conoscere la posizione dell’azienda, abbiamo provato a contattare il suo Ufficio Stampa, in attesa di ulteriori aggiornamenti sulla vicenda.

Tuttavia, questa non è la prima istanza di un boicottaggio di prodotti israeliani, tanto è vero che a partire dal movimento BDS sono nate numerose campagne per disincentivare l’acquisto di prodotti agricoli israeliani, come ad esempio avocado e pompelmi rosa. Ma anche di boicottaggio di intere multinazionali, come nei confronti di Carrefour, che tutt’oggi vende prodotti kasher, o di Puma, che fino a poco tempo fa è stato lo sponsor tecnico della nazionale israeliana di calcio.

Invitiamo chi è contrario a questo stato di cose a recarsi nei negozi NaturaSì a comprare i datteri.