di Elisabetta Bozzi, per il gruppo Percorso della Memoria Diffusa
La mattina di lunedì 5 maggio 2025, presso Villa La Fagiana di Boffalora Sopra Ticino, nella splendida cornice naturale del Parco del Ticino, in un clima raccolto e disposto all’ascolto, si è svolto un evento di particolare bellezza e significato: una nuova visita da Israele, la terza dopo l’inaugurazione, nel settembre 2022, della stele dedicata alla Memoria del Campo A, ossia di quello che fu il Campo-madre della rete Aliyah Bet del dopoguerra in Italia, con la presenza sul posto di Yehuda Arazi “Alon”, capo dell’intera operazione sul suolo nazionale, e di Ada Ascarelli, vedova di Enzo Sereni, principale collaboratrice di Arazi.
Villa La Fagiana, che ne fu la sede, dal 2022 è una delle tappe di questi intensi “tour della Memoria” lungo la nostra Penisola.
A ricevere i visitatori, i membri del Percorso della Memoria Diffusa, gruppo promotore della stele (e di molte altre dediche) composto dall’ANPI (alcune sezioni territoriali riunite sotto il logo del Provinciale di Milano), dall’Associazione Raggruppamento Divisioni Patrioti Alfredo Di Dio – FIVL e dall’Ecoistituto della Valle del Ticino, insieme ad alcuni ospiti italiani: Ismaele Rognoni, Presidente del Parco del Ticino, Giorgio Molho (figlio di Dino Molho, testimone della Shoah), Aldo Li Gobbi (figlio del Gen. Alberto Li Gobbi, che fu nella Resistenza e nel dopoguerra collaborò all’Aliyah Bet), Gianmatteo Salvini, l’attuale proprietario della villa. Tutti sono intervenuti con importanti parole.
Elisabetta Bozzi, Vicepresidente di ANPI Magenta, che dalla ricerca magentina del 2014 è impegnata su questo tema, ha dato il benvenuto a nome del gruppo promotore e ha raccontato la storia del Campo.
L’incontro si è svolto in un clima di grande cordialità, con un bel regalo di apertura da parte degli israeliani, che hanno voluto intonare Bella Ciao in onore della Resistenza italiana. Un gesto che ha commosso tutti i presenti. Così come è stato toccante il racconto del loro vissuto familiare, introdotto da Micha Zielberman, capocomitiva. I visitatori infatti erano tutti discendenti dei passeggeri del Moledet, lo sfortunato piroscafo che salpò nel 1947 da Metaponto con 1568 profughi a bordo e il cui motore si ruppe a poche miglia da Haifa. Costretti a lanciare l’SOS, i clandestini vennero raggiunti dagli inglesi che, invece di accoglierli, li deportarono a Cipro, nei Campi di detenzione.
Micha Zielberman ha quindi voluto donare al gruppo promotore un libro sull’Aliyah Bet del dopoguerra, contenente anche la vicenda del Moledet, prezioso per le foto documentarie ivi riportate.
Il dono è stato ricambiato con un opuscolo in più copie, dal simbolico titolo Il Ponte. Prodotto dall’ANPI di Magenta per queste occasioni, in versione italiana e inglese, l’opuscolo racconta del Campo A e del suo interessante sito, dove molta Storia riaffiora: sovrastato dal ponte napoleonico, teatro di Resistenza durante la guerra, di resilienza dopo.
Il gruppo promotore ha infine chiuso con un messaggio: “Oggi è un evento eccezionale, questo convegno di eredi italiani e israeliani di un’unica storia di Resistenza, qui riuniti casualmente proprio il 5 maggio, giorno, nel 1945, della Liberazione di Mauthausen, l’ultimo Lager nazista ad essere liberato. In quei giorni di maggio finiva anche la Seconda Guerra Mondiale. E l’evento è ancora più eccezionale e commovente perché è il primo dopo il trauma del 7 Ottobre e del lungo conseguente conflitto. Una ripresa e una speranza, che accogliamo con spirito di amicizia. Con l’auspicio che cessino i lutti e ricominci la vita nel segno della fratellanza fra i popoli, nel riconoscimento e affermazione dei diritti di ogni parte, in una prospettiva di convivenza e crescita culturale, con il più sentito augurio di pace”.