Graziano Delrio

Proposta sull’antisemitismo di Graziano Delrio. Se perfino l’antisemitismo è divisivo

Italia

di Ludovica Iacovacci
Il ddl contestato utilizza la versione dell’IHRA (l’Alleanza Internazionale di Memoria per l’Olocausto), che non considera antisemite le critiche verso Israele simili a quelle rivolte a qualsiasi altro paese”. Ma Il messaggio (erroneo) che è passato è che la misura rischia di tacciare di antisemitismo chi vuole discostarsi dalle politiche israeliane. E nel PD si è scatenato uno tsunami.

A sinistra è scontro tutti contro tutti. A questo giro il tema non dovrebbe dividere: l’antisemitismo. Sotto il cielo del campolargo si discute del ddl Graziano Delrio, una proposta parlamentare contro l’antisemitismo, e si teme che la misura possa impedire di criticare Israele (o almeno, questo dicono essere il casus belli). Si parta quindi da un assunto: il ddl Delrio contro l’antisemitismo non vuole imbavagliare i propal. Si potrà continuare a criticare il governo di Israele e per questo non si verrà considerati antisemiti.

Il fatto è che gli allarmismi odierni (lanciati da Angelo Bonelli, Avs, che ha definito la proposta “sconcertante” ma anche da vari esponenti Pd) sono riusciti a scompigliare le carte e a creare confusione sul contenuto del disegno di legge. Il messaggio (erroneo) che è passato è che la misura rischia di tacciare di antisemitismo chi vuole discostarsi dalle politiche israeliane. “Se si è potuto criticare Israele, lo si potrà continuare a fare legittimamente” tranquillizza gli animi il promotore del ddl Graziano Delrio. La questione nasce dalla definizione della parola “antisemitismo”. Il ddl contestato utilizza la versione dell’IHRA (l’Alleanza Internazionale di Memoria per l’Olocausto) la quale chiarisce: “L’antisemitismo è una certa percezione degli ebrei che può essere espressa come odio per gli ebrei. Manifestazioni di antisemitismo verbali e fisiche sono dirette verso gli ebrei o i non ebrei e/o alle loro proprietà, verso istituzioni comunitarie ebraiche ed edifici utilizzati per il culto.”

Quanto al criticare il governo di Israele, il sito IHRA è estremamente chiaro e recita: “Le manifestazioni (antisemite, ndr) possono avere come obiettivo lo Stato di Israele perché concepito come una collettività ebraica. Tuttavia, le critiche verso Israele simili a quelle rivolte a qualsiasi altro paese non possono essere considerate antisemite”. Nessun pericolo per la libertà d’espressione, quindi. In Italia si potrà tranquillamente continuare a dire che Netanyahu è un criminale per aver intrapreso una guerra contro un gruppo terroristico di Gaza. Del resto, lo chiarisce anche lo stesso Delrio: “La definizione di antisemitismo è da noi usata perché assunta dal Parlamento Europeo nel 2017 e dal governo Conte nel 2020: peraltro non le diamo forza di legge, a differenza degli altri progetti, proprio perché molto discussa sia da chi la giudica debole e da chi la giudica eccessiva. È però la definizione che la Repubblica Italiana sta utilizzando nelle strategie contro l’antisemitismo. Non introduciamo nulla di nuovo”.

Il disegno di legge proposto non limita il dibattito, anzi, lo rende più sicuro: nelle scuole, nelle università ed online. La misura conferisce al Governo la delega per l’adozione, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge, di uno o più decreti legislativi, volti a disciplinare in modo organico il contrasto all’antisemitismo on line, determinando le modalità di intervento dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM); vuole rafforzare la tutela e la promozione dell’esercizio della libertà della ricerca e di insegnamento in ambito universitario e nello svolgimento delle attività di collaborazione con studiosi e dipartimenti di altre università italiane e straniere; dispone che presso l’organismo di vigilanza di ogni università sia individuata un soggetto preposto all’attività di verifica e monitoraggio delle azioni per contrastare i fenomeni di antisemitismo, in linea con il codice etico dell’università stessa; infine prevede che le comunicazioni annuali effettuate dalle istituzioni scolastiche, mediante i sistemi informativi del Ministero dell’istruzione e del merito, comprendano anche i dati circa le azioni effettivamente intraprese dalle istituzioni stesse per prevenire, segnalare e arginare la diffusione dell’odio antisemita.

Il ddl porta le firme anche di Simona Malpezzi, Alessandro Alfieri, Alfredo Bazoli, Pier Ferdinando Casini, Tatiana Roijc, Filippo Sensi, Walter Verini, Sandra Zampa, Beatrice Lorenzin, Andrea Martella, Valeria Valente e Antonio Nicita (gli ultimi tre hanno ritirato la firma).

Lo tsunami nel PD

La proposta ha causato un vero e proprio tsunami nel Pd: “Il senatore Delrio ha depositato a titolo personale il ddl che non rappresenta la posizione del gruppo né quella del partito”, tuona il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia. Incalza anche la Boldrini: “La legittima e doverosa critica al governo Netanyahu non è antisemitismo. Ha fatto bene il Pd a chiarire qual è la linea del partito”.

Qualche voce si alza a difesa della misura: “Leggo che in queste ore c’è parecchia confusione, prodotta dai soliti e noti inquinatori di pozzi, sulla proposta di Graziano Delrio per un quadro normativo serio e garantista per contrastare l’antisemitismo soprattutto nelle scuole, nelle università ed online. Le critiche strumentali che leggo sanno di giustificazionismo ed ipocrisia”, così la vice presidente del Parlamento europeo ed esponente del Partito Democratico, Pina Picierno. La misura è stata presentata in data 20 novembre 2025 e per vari giorni il dibattito politico di sinistra è stato infiammato sulla questione.

Il giornalista Maurizio Molinari, commentando l’accadimento, ha tracciato una linea evidenziando come l’antisemitismo crescente sia un’arma usata dalle autocrazie, come la Russia, per dividere le società delle democrazie occidentali sui valori fondanti, sui quali non dovrebbe neanche esserci la necessità di dibattere. L’obiettivo è creare scompiglio. Molinari ha fatto riferimento alle dichiarazioni delle autorità di Parigi che hanno ufficializzato come dietro a molti episodi antiebraici accaduti in Francia si celasse il coinvolgimento della Russia.

In Italia, nei primi nove mesi del 2025 l’Osservatorio Antisemitismo ha registrato circa 776 episodi di antisemitismo; nel 2024 si è arrivati a 877 casi (il doppio rispetto al 2023 che a sua volta registrava dati il doppio superiori rispetto al 2022). 

Un disegno di legge contro l’antisemitismo ha mandato in crisi l’intero arco della sinistra parlamentare e le discussioni terminologiche relative hanno portato a distrarsi dal problema effettivo, ovvero risolvere una piaga sociale che affligge l’intero Paese. Così, mentre ci si divide sulle parole, l’antisemitismo continua a crescere nei fatti: litighiamo sul termometro mentre la febbre sale. Quando si dice “guardare il dito anziché la luna”.