La percezione dell’ebraismo e di Israele in Italia

Italia

Un sondaggio realizzato da ISPO.

Renato Mannheimer presenta un’indagine sulla percezione dell’ebraismo e di Israele in Italia. “Per la maggior parte della popolazione italiana (il 42 per cento) gli ebrei sono ‘simpatici’, ma rimane un preoccupante 32 per cento che invece li considera proprio il contrario”. In ogni caso gli italiani si rivelano favorevoli al fatto che Israele sia l’ospite d’’onore alla Fiera del Libro di Torino: l’’84 per cento di loro è pronta ad affermare che l’’importanza culturale di Israele non ha niente a che vedere con la politica. Anche qui però si incontra un 12 per cento di contrari.

Sono alcuni dei risultati più interessanti del sondaggio realizzato da ISPO su un campione rappresentativo di 1000 soggetti, che è stato presentato domenica 4 maggio nella giornata di apertura di OyOyOy!, il Festival di Cultura Ebraica di Casale Monferrato. Giunto al suo terzo anno di vita, OyOyOy! ha cominciato a porsi delle domande proprio su come la cultura ebraica venga percepita all’interno della società italiana. Un tema quanto mai delicato viste le polemiche suscitate dalla Fiera del Libro di Torino dedicata a Israele. Fiera del libro che ha ospitato, anche un appuntamento di OyOyOy!, giovedì 8 maggio, con la consegna del Premio ad Abraham B. Yehoshua.

Così Renato Mannheimer commenta i dati della sua ricerca: “Questa indagine ha dato risultati piuttosto inattesi: in primis proprio la scoperta di un italiano su tre ‘ostile’ agli ebrei. Analizzando questa percentuale si scopre che l’ostilità si trova in misura relativamente maggiore tra i maschi, tra le persone tra i 50 e i 60 anni, tra i lavoratori autonomi, tra i residenti al centro specie nei comuni medio-grandi. Ma le più accentuate variazioni dell’“’antipatia” verso gli ebrei si rilevano in relazione all’’orientamento politico. Gli atteggiamenti esplicitamente sfavorevoli risultano infatti maggiori tra chi si dichiara di sinistra e laico. Questo risultato contrasta con molte aspettative e ipotesi tradizionali sulla diffusione dell’’atteggiamento ostile verso gli ebrei”.

La parte dell’’indagine più legata all’’attualità della Fiera del Libro sembra minimizzare questa tendenza: la grande maggioranza del paese si schiera a favore dell’invito di Israele alla manifestazione e un numero ancora maggiore di Italiani condanna il rogo delle bandiere con la stella di David. C’è da notare anzitutto lo scarso numero di risposte “Non so” (solo il 4 per cento), segno che sull’’argomento tutti si sono formati un’’opinione. Certo rimane un 12 per cento che si sente vicino a chi condanna questa iniziativa perché contrario alla politica di Israele e un 5 per cento che ritiene “un atto comprensibile” bruciare la bandiera israeliana.

Un’analisi più approfondita rivela che sono maggiormente contrari ad Israele (22 per cento di giudizi sfavorevoli), i giovanissimi fino a 24 anni e, sia pure in misura minore, la generazione tra i 55-64 anni, storicamente più schierata a sinistra. Dal punto di vista territoriale, i giudizi relativamente più critici verso Israele si rilevano al centro, specie nei comuni minori. Non si rilevano grandi differenziazioni tra lettori di giornali e no, ma si dichiarano più antiisraeliani gli strati meno centrali socialmente: chi non lavora, chi risiede, appunto, in comuni piccoli.

Un dato piuttosto allarmante del sondaggio è quello che indica un 23 per cento di popolazione nazionale d’accordo con l’affermazione che “gli ebrei non sono italiani fino in fondo”, di fronte ad un 33 per cento che invece non concorda e ad un’ampia percentuale di neutrali. Infine si rileva una certa ignoranza di fondo: solo l’11 per cento della popolazione riesce a stimare con relativa precisione il numero degli ebrei in Italia, il 56 per cento invece non riesce a dare una risposta.

Mannheimer ha illustrato anche una metodologia che, sulla base degli studi più recenti, distingue almeno tre “tipi” di antisemitismo: quello “classico”, di natura più religiosa, quello “moderno”, di carattere più xenofobo e quello “contingente”, spesso connesso al giudizio su Israele.

“”Non siamo preoccupati tanto per l’antisemitismo che può emergere da questi dati” – commenta Antonio Monaco, presidente dell’associazione organizzatrice di Oyoyoy! – “ma dal fatto che gli ebrei vengano percepiti come una etnia a se stante, quando invece proprio il nostro Festival vuole identificare nella cultura ebraica una delle radici culturali del nostro paese, in grado di dialogare con le idee proposte da altre religioni e visioni etiche””.

Per la cronaca le etnie più simpatiche agli Italiani sono Filippini (51 per cento) e Senegalesi (46 per cento), quelle meno simpatiche Zingari (81 per cento) e Albanesi (74 per cento) e proprio uno degli appuntamento di OyOyOy! sarà una grande Festa Albanese con la partecipazione dei Fanfara Tirana (il 24 maggio), per festeggiare quasi due decenni di integrazione tra la popolazione locale e gli amici di oltre l’Adriatico, ricordando che in Albania, tra il 1943 e il 1945, non è stato ucciso o deportato alcun ebreo.