Episodi antisemiti nel 2018 in Italia in crescita del 66% secondo i dati dell’Osservatorio del CDEC e il rapporto del Kantor Center

Italia

di Ilaria Ester Ramazzotti
197 episodi di antisemitismo, il 66% in più rispetto al 2017 e al 2016, quando ne erano stati registrati 130 in ciascun anno. Ma nessun caso di aggressione fisica o di comprovata discriminazione. È quanto emerge dai dati raccolti in Italia dall’Osservatorio Antisemitismo della Fondazione CDEC di Milano nell’arco del 2018.

I dati sono stati pubblicati nel maggio di quest’anno nel rapporto del Kantor Center dell’Università di Tel Aviv, rapporto dal titolo “Antisemitism Worldwide 2018 – General Analysis”, che fa il punto sull’antisemitismo nel mondo e in singole nazioni.

Ma in che cosa consistono i 197 casi di antisemitismo rilevati sul territorio italiano? 133 si riferiscono a episodi avvenuti sul web, 36 a diffamazione e insulti, 12 a scritte sui muri e grafiche offensive, 7 a minacce alle persone (fisiche o in generale), 4 a vandalismo, 2 a antisemitismo sui media, oltre a 3 episodi di categorie differenti. Vediamoli più nel dettaglio.

L’antisemitismo online

Su Internet, secondo quanto è stato rilevato, si trovano parole e argomentazioni antisemite dichiaratamente espresse, persino in forme aggressive. Il web rimane il luogo privilegiato per la diffusione di discorsi di incitamento all’odio, in cui l’antisemitismo è pienamente legittimato. Facebook è in particolare il social network più utilizzato in questi casi. Dei 133 episodi di antisemitismo accaduti sul web, 70 sono stati rilevati su Facebook, 25 su Twitter, 9 su YouTube, 28 in siti Internet e 1 su WhatsApp.

Diffamazione e insulti

Nel 2018 ci sono stati episodi di diffamazione o di insulto contro persone ebree o contro istituzioni ebraiche, come l’UCEI e lo stesso Osservatorio Antisemitismo. Le persone colpite sono state 7, fra cui un rabbino e Gad Lerner, Emanuele Fiano, Sandro Parenzo, Enrico Mentana e Liliana Segre, vittime di invettive antisemite specialmente sui social media.

Scritte e immagini antisemite

Scritte o graffiti di stampo antisemita sono state fatte risalire alla mano di gruppi neonazisti e di estrema destra. Sono riconoscibili il simbolismo usato, per esempio le svastiche, ma anche gli slogan da stadio, spesso rilanciati sul web.

Minacce alle persone

I casi di minaccia registrati sono in totale 7, dei quali circa la metà avvenuti contro persone fisiche, molestate, offese o aggredite solo perché identificate come ebree. Fra le altre minacce, quella di un uomo che su Facebook incitava a ‘’uccidere gli ebrei’’.

Vandalismo

I 4 casi di vandalismo sono generalmente avvenuti contro simboli della memoria della Shoah, soprattutto pietre d’inciampo.

Le parole e i temi antisemiti e antisionisti

Il rapporto Kantor scrive che le vecchie accuse contro gli ebrei, legate a temi religiosi, all’antigiudaismo, a pregiudizi e stereotipi, come le accuse di “deicidio”, ‘’del sangue’’ e “di cospirazione”, appaiono tornare in auge fra le argomentazioni antisemite recentemente riproposte, con una recrudescenza osservata negli ultimi mesi. E se alcuni temi come la negazione della Shoah restano soprattutto appannaggio dell’estrema destra, i vecchi stereotipi e mitizzazioni, quando declinati contro lo Stato di Israele, si adattano anche all’estrema sinistra, all’islamismo estremista e a uno spettro più eterogeneo.

L’accusa di cospirazione, applicata agli ebrei e ai sionisti, si articola oggi in tre rami, che si possono così sintetizzare:

  • ebrei e sionisti dominano l’Occidente, sono ricchi e potenti e possiedono tutte le banche, presiedono posti di comando, governano e manipolano l’informazione;
  • sono razzisti, soprattutto nel Medio Oriente, e si comportano come o peggio dei nazisti con i palestinesi, che oggi subiscono un genocidio peggiore della Shoah;
  • hanno una forte influenza occulta e “dietro le quinte”, governano l’opinione pubblica mondiale e orchestrano e tramano ovunque nel mondo. L’attacco alle Torri gemelle dell’11 settembre 2001, le guerre in il Medio Oriente e in Africa, il terrorismo jihadista, al Qaeda e l’ISIS sono frutto del loro lavoro.

Nel web, trovano spazio teorie cospirative e un antisemitismo che appare “socialmente accettato” in particolare tra i giovani. Più ci allontaniamo dalla Seconda Guerra Mondiale e dalla Shoah, più il tabù sull’antisemitismo sembra rompersi.

In Europa, preoccupano i successi elettorali e politici dell’estrema destra, ma aumenta anche l’antisemitismo di sinistra a sostegno dell’antigiudaismo islamista e contro Israele, come nel movimento BDS. Una certa ostilità contro gli ebrei si alimenta così della “demonizzazione” dello Stato ebraico, che nei discorsi legittima l’antisemitismo.