“La capitale di Israele? Gerusalemme”. Le inutili polemiche sul programma tv l’Eredità

di Paolo Castellano

Polemiche a scoppio ritardato sui social network dopo la pubblicazione di un video del quiz-show televisivo l’Eredità di RAI 1. Nella puntata del 21 maggio, mentre una concorrente stava rispondendo ad alcune domande sulle capitali degli stati mondiali, il conduttore Flavio Insinna le ha chiesto quale fosse quella di Israele. “Tel Aviv”, ha risposto la partecipante. “Gerusalemme”, l’ha corretta Insinna. La risposta ha riacceso il dibattito e gli scontri dialettici sull’attuale capitale israeliana.

La puntata dell’Eredità ha fatto arrabbiare alcuni spettatori, compresi i rappresentanti della comunità palestinese in Italia che hanno convocato un sit-in sotto la sede della RAI di Viale Mazzini. Lo ha riportato Italia Israele Today.

In poco tempo, i dirigenti della RAI hanno risposto alle critiche scagliate da alcuni spettatori, citando autorevoli fonti come l’enciclopedia italiana Treccani. Tuttavia, lo status di Gerusalemme presenta diverse complessità. La parte Est della capitale fu conquistata nel 1967 dall’esercito israeliano, e ancora oggi la comunità internazionale – tranne gli Stati Uniti e un piccolo gruppo di paesi – non la riconosce come capitale dello Stato d’Israele.

Come ha scritto sul suo profilo Facebook Valentino Baldacci, presidente dell’Associazione Italia-Israele di Firenze ed editorialista di Pagine Ebraiche, la polemica su Gerusalemme capitale sarebbe “senza senso”: «Tutti gli organi dello Stato (Presidenza della Repubblica, Knesset, Governo e Ministeri, con l’eccezione di quello della Difesa che si trova a Tel Aviv, Corte Suprema) si trovano da decenni a Gerusalemme, nella parte occidentale della città, che è incontestabilmente israeliana fin dal 1948».

Baldacci ha poi fatto notare che la sede della capitale di uno Stato viene fissata dagli organi costituzionali dello Stato stesso e qualunque ingerenza straniera è inammissibile. «L’annessione di Gerusalemme Est non c’entra niente perché in questa parte non ha sede alcun organo dello Stato e il fatto che l’attuale capo del governo abbia deciso di stabilirvi la propria residenza privata non cambia la situazione».

Il presidente dell’Associazione Italia-Israele di Firenze ha poi definito “ingiustificabile” la scelta di molte nazioni estere di aver lasciato le loro sedi diplomatiche a Tel Aviv, senza spostarle a Gerusalemme: «La scelta di molti paesi di lasciare le loro ambasciate a Tel Aviv, che fu in effetti la capitale subito dopo la nascita dello Stato perché a Gerusalemme si combatteva ancora e perché la situazione restò molto tesa ancora per alcuni anni, è una scelta puramente politica e ingiustificabile secondo le norme del diritto internazionale».

Seguendo questo ragionamento, Baldacci ha scritto che la mossa di Donald Trump e di altri paesi, che hanno deciso di trasferire la propria ambasciata a Gerusalemme, rientra appieno nel diritto internazionale.