25 aprile: la Brigata ebraica in corteo senza le bandiere NATO. Recepito l’appello dell’ANPI Milano

di Paolo Castellano

Dopo un lungo periodo, durato tre anni a causa delle restrizioni Covid, il prossimo 25 aprile torneranno in piazza Duomo i cortei di associazioni e cittadini – compresa la Comunità ebraica di Milano a fianco del vessillo della Brigata ebraica – per celebrare la liberazione dell’Italia dal nazifascismo.

Tuttavia, la manifestazione di quest’anno, organizzata dall’ANPI e altri promotori, è sicuramente influenzata da ciò che sta accadendo a tre ore di volo dalla penisola italiana: il conflitto tra Russia e Ucraina. In questo contesto, negli scorsi giorni, l’ANPI nazionale è stata criticata da Davide Romano, direttore del Museo della Brigata ebraica di Milano, per le ambiguità sull’invasione russa dell’Ucraina

L’associazione partigiana si è difesa, rigettando le accuse attraverso le dichiarazioni del presidente di Milano e provincia Roberto Cenati. In altre occasioni, l’ANPI ha dichiarato di essere dalla parte degli ucraini e della pace.

Il dibattito nazionale si è riverberato anche sul locale, a Milano, teatro recentemente di un confronto tra Romano e Cenati. Infatti, in un’intervista, rilasciata l’11 aprile a Il Giornale, Romano ha criticato l’ANPI nazionale per l’atteggiamento ambiguo sul conflitto russo-ucraino e ha annunciato che avrebbe sfilato a Milano con le bandiere dell’Ucraina e della NATO.

Appresa l’iniziativa, Cenati ha lanciato un appello a Romano e a chi sfilerà di non portare bandiere della NATO o altri discutibili vessilli in corteo per evitare eventuali incidenti che potrebbero rinvigorire le contestazioni soprattutto nei confronti della Brigata ebraica.

Romano ha accolto positivamente le osservazioni di Cenati. Per questa ragione, il prossimo 25 aprile non ci saranno le bandiere della NATO ma verranno sventolate quelle dell’Ucraina.

A questo proposito, Mosaico-Bet Magazine ha intervistato Cenati e Romano per far chiarezza sulle loro posizioni.

Roberto Cenati: “La bandiere della NATO un richiamo per i contestatori della Brigata ebraica”

 All’ANPI viene contestata una posizione ambigua sull’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Che ne pensa?

L’ANPI nazionale e milanese hanno condannato l’aggressione russa dell’Ucraina, uno stato sovrano. La Russia ha compiuto un atto di guerra che ha violato il diritto internazionale, mettendo a repentaglio la sicurezza non solo dell’Europa ma dell’intero pianeta. Questa è la posizione sia di ANPI Milano che dell’ANPI nazionale. Posizione ribadita in sede interna e pubblica.

Qual è il suo giudizio personale sul conflitto in Ucraina?

Personalmente ritengo che l’invasione dell’Ucraina dimostri che Putin ha scelto di usare la forza delle armi per ridefinire l’architettura della sicurezza europea. Ha messo in discussione tutta la struttura della geopolitica europea a scapito del rispetto per la democrazia. Lo stato autocratico di Putin ha aggredito fortemente uno stato democratico.

Per di più, è molto doloroso assistere alle sofferenze del popolo ucraino costretto a lamentare gravissime perdite umane che comprendono bambini, donne e anziani. Tutti quanti abbiamo visto quello che è successo a Bucha e anche negli altri massacri della popolazione civile. In questo contesto, l’Unione europea dovrebbe far sentire in modo più forte la sua voce per definire una soluzione politica del conflitto. Bisogna che la politica ritorni al primo posto e che il ruolo dell’UE venga svolto a pieno titolo perché per ora mi sembra che l’Europa si sia mossa in ordine sparso.

Dunque, questo 25 aprile a Milano sarà dedicato anche al popolo ucraino?

A causa dell’emergenza Covid, dopo tre anni abbiamo ripristinato questa manifestazione nazionale a Milano. Ospiteremo sul palco di piazza Duomo un intervento di una cittadina ucraina per dare il segnale della nostra attenzione alla devastazione che è in atto in Europa e per denunciare con molta forza l’aggressione della Russia a uno stato sovrano.

Cosa ne pensa della proposta di Davide Romano di sfilare in corteo con le bandiere della NATO?

Non condivido affatto la proposta dell’amico Davide Romano di sfilare con le bandiere della NATO. Inoltre, nella sua intervista rilasciata a il Giornale c’è un’imprecisione di carattere storico. Lui ha detto che “la NATO rappresenta una continuazione della lotta alleata contro il nazi-fascismo”. Non è assolutamente vero. La NATO è un organismo militare che fa capo al Patto Atlantico istituito nel 1949. Nasce come alleanza militare a seguito della rottura delle alleanze internazionali contro il nazi-fascismo e l’inizio della guerra fredda. È sbagliato dire che è una continuazione dell’alleanza internazionale contro il nazi-fascismo. La presenza delle bandiere di un organismo militare non mi sembra opportuna in una giornata nella quale devono sfilare le bandiere dell’Ucraina, dell’Europa, dell’Italia e della Brigata ebraica. Sarà già un 25 aprile particolare, facciamo una manifestazione che unisca e che non divida. Per queste ragioni, ho il timore che l’esposizione di altri vessilli sia un richiamo per quei provocatori che ogni 25 aprile si ritrovano in piazza San Babila a contestare in modo ignobile la Brigata ebraica.

Davide Romano: “La libertà è democrazia. Via le ambiguità sull’invasione russa dell’Ucraina”

In una recente intervista ha dichiarato che porterà le bandiere della NATO in corteo. L’ANPI ha disapprovato la sua iniziativa. Cosa farà?

Ho parlato con l’ANPI Milano e per rispetto dell’amico Cenati non porteremo le bandiere della NATO, comprendendo le sue preoccupazioni per la delicata situazione. Ad ogni modo, ciò non toglie valore alla proposta. In tempi migliori lo avremmo fatto e questo comunque rimane un problema. Francamente non riesco a capire perché durante il 25 aprile non si possa sfilare con le bandiere della NATO o degli Stati Uniti. Personalmente ritengo che durante il 25 aprile si festeggi la liberazione e l’arrivo della democrazia. Non festeggiamo l’introduzione del comunismo in alcuni paesi dell’Est Europa. Bisogna capire bene di cosa si stia parlando quando ci si riferisce al concetto di libertà. Perché è innegabile che questa celebrazione si presta ad alcune ambiguità: c’è una parte dei manifestanti che inneggia al comunismo che non è dicerto simbolo di libertà.

Dunque chiede un maggior supporto ai valori della democrazia senza equidistanze…

Ricordiamoci che la parola libertà la usava anche Hitler. Libertà è una parola vuota. Se vogliamo essere più concreti dobbiamo allora parlare di democrazia, diritti umani, libertà di stampa, libertà d’opinione e di sindacato. Sono aspetti su cui dobbiamo lavorare tutti. Sicuramente lo faremo con Cenati e con tutti quelli che vorranno. A parte ciò, si deve cercare di chiarificare, anche all’interno del 25 aprile e della popolazione italiana tutta, che noi non siamo dalla parte di una “libertà generica” ma a favore della democrazia. Non ci sono dubbi nella scelta tra democrazia e dittatura. Come non ci sono dubbi con chi stare tra Ucraina e Russia, Israele e Iran o Cina e Taiwan. È la stessa battaglia. Non c’è nessuna differenza. Ciò vale anche per quel pacifismo ambiguo che tende a fare un’equidistanza, come se si potesse essere equidistanti tra uno stupratore e una stuprata. L’Ucraina oggi è la stuprata e la Russia è lo stupratore. In questo caso, l’equidistanza è un atteggiamento orribile e inaccettabile. Perciò porteremo in corteo le bandiere dell’Ucraina a fianco di quelle della Brigata ebraica.

I valori ispiratori della Brigata ebraica si legano a un concetto di democrazia?

La Brigata ebraica si collocava all’interno degli Alleati. Sono orgoglioso del fatto che dove è passata la Brigata ebraica è sorta la democrazia. Dove è passata l’Armata Rossa sono sorte dittature. Come ebrei, penso che questa differenza sia qualcosa che ci debba rendere ancora più orgogliosi perché è una differenza sostanziale e il problema è chi non lo capisce.