David Meghnagi in audizione alla Camera dei Deputati

Alla Camera dei Deputati David Meghnagi porta la storia degli ebrei del mondo arabo

Italia

di Nathan Greppi
In relazione agli ultimi sviluppi delle principali questioni mediorientali, si è tenuta nel pomeriggio di mercoledì 21 luglio un’audizione alla Camera dei Deputati da parte di David Meghnagi, docente di Psicologia dell’Università di Roma Tre e già vicepresidente UCEI, per ripercorrere le vicende delle comunità ebraiche dei paesi arabi, specialmente quella libica. L’incontro faceva parte di una serie sul Medio Oriente a seguito dell’ultima crisi israelo-palestinese.

Meghnagi ha iniziato affermando che “la vita e la morte sono affidate alla lingua. […] Se abbiamo cura delle parole abbiamo cura del pensiero. […] Molto del nostro dibattito sul Vicino Oriente è inquinato da parole malate, che arrivano da lontano e sono l’esito di costruzioni ideologiche.” Dopodiché ha illustrato una mappa del Piano Carmel, ideato dai nazisti durante la guerra per invadere completamente il Medio Oriente, tale per cui avevano già pronti i progetti per costruire camere a gas nei paesi dell’area, con l’aiuto dei nazionalisti arabi. Durante tutta la guerra, le potenze dell’Asse contribuirono a diffondere propaganda antisemita in quei territori tramite emittenti come Radio Bari che trasmettevano messaggi in arabo.

Ha sfatato il mito secondo cui la successiva sparizione delle comunità ebraiche nel mondo arabo fosse una diretta conseguenza del conflitto con Israele: già durante la guerra molti ebrei nordafricani furono deportati nel deserto o nei campi di concentramento in Europa, tanto che un quarto della popolazione ebraica della Cirenaica è morta in pochi mesi per le deportazioni. In seguito, ha mostrato un’altra mappa, che mostrava le doppie direzioni dei profughi ebrei fuggiti dai paesi arabi: dalla Libia andarono quasi solo verso l’Italia o Israele, mentre per tutti gli altri la scelta era tra lo Stato Ebraico e la Francia.

Per spiegare il contesto, fece l’esempio dell’Iraq, perché “è il paese in cui gli ebrei hanno maggiormente contribuito allo sviluppo della civiltà araba come tale.” Nella prima metà del ‘900 erano 120.000 persone fortemente integrate nel tessuto socioeconomico, e furono costretti a cedere tutti i loro averi per andare in Israele senza niente. Meghnagi ha spiegato che l’idea degli iracheni era di inondare il nascente Stato Ebraico di decine di migliaia di profughi privati di tutto per farlo collassare (all’epoca la popolazione israeliana era di 600.000 abitanti), e invece si riuscì a integrarli, non senza numerose difficoltà.

Casi simili si verificarono anche in altri paesi arabi, seppur con le dovute differenze: in Libia, quelli che volevano partire dovevano insegnare agli arabi il mestiere degli artigiani, poiché l’artigianato ebraico era un elemento costitutivo di quelle società sin dal Medioevo.

Ha concluso dichiarando che bisogna guardare la realtà senza preconcetti ideologici: “Chi vive su un’isola deve farsi amico il mare, e gli israeliani vivono in un grande mare arabo. Ma nello stesso tempo, credo che debba essere fatta una rivisitazione di questa pagina di storia, che riguarda l’Europa da un lato e il Vicino Oriente dall’altro.”