Da sinistra Ilan Boni, l'imam Yahia Pallavicini e Walker Neghnagi (foto: LuigiRugger

7 ottobre 2023 – 7 aprile 2024. Cristiani e musulmani si uniscono alla comunità ebraica

Italia

di Sofia Tranchina
A parlare durante la cerimonia tenutasi il 7 aprile nella sinagoga di via Guastalla in occasione dei 6 mesi dall’inizio della guerra sono stati anche gli esponenti delle principali organizzazioni religiose in Italia: il presidente della COREIS (Comunità Religiosa Islamica Italiana) e imam della Moschea al-Wahid Yahya Pallavicini, Monsignor Luigi Bressan, vicario episcopale per la cultura, la carità, la missione e l’azione sociale della diocesi, e Mons. Pier Francesco Fumagalli. A loro si è affiancata la consigliera dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia Anna Tognotti.

«È giusto essere qui insieme a ricordare le vittime del 7 ottobre, perché ci sentiamo fratelli», ha spiegato Monsignor Luigi Bressan, «e dobbiamo uscire di qua con l’energia di creare legami di comunione e di pace». Per questo, ha chiesto ai presenti di concentrarsi e osservare i «volti dei rapiti in silenzio, tenendo a mente che ognuno di noi è immagine del volto di Dio e dunque il 7 ottobre è stato uno sfregio all’umanità intera e ogni persona in meno è il segno del volto di Dio che manca tra di noi».

Ebrei, cristiani e musulmani hanno «un’identità comune e una responsabilità comune, una storia intrecciata di fraternità e tragedie, che li deve rendere solidali», ha aggiunto Mons. Fumagalli. Le “parole malate” – quali genocidio, coloni, e apartheid – «finiscono per avvelenare tutti. Questo che viene chiamato un conflitto di civiltà è in realtà un conflitto di barbarie».

Parole forti sono arrivate dall’Imam Yahya Pallavicini, che ha ricevuto intimidazioni da correligionari che avrebbero voluto impedirgli di partecipare all’evento, spingendolo a mostrare solidarietà soltanto ai fratelli musulmani, «soprattutto per il numero maggiore di vittime». Un atteggiamento «mafioso» non degno di un «musulmano onesto che si astiene da cattivi pensieri», spiega l’imam: si tratta di «speculazione sui defunti».

L’inevitabile tristezza per le vittime della guerra in corso e per la distruzione della Striscia di Gaza è accompagnata dall’orrore per quanto accaduto il 7 ottobre e per la sorte dei rapiti. Esclusioni, intimidazioni e ritorsioni non debbono boicottare la «libera testimonianza di un’intelligenza della religione e della ragione, nella difesa della sacralità della vita e della dignità della morte», che va «difesa dalle corruzioni di chi pretenda di manipolarla associandola a giudizi totalitari e arbitrari».

L’imam ha messo particolarmente in guardia contro la propaganda di odio che vorrebbe «tutti da una parte e tutti contro l’altra»: ciò è «quanto di più lontano dalla sapienza dei maestri musulmani ed ebrei».

Ripercorrendo i fatti degli ultimi sei mesi, a partire dagli «omicidi e rapimenti dell’organizzazione criminale di Hamas, che – in antitesi alla dottrina tradizionale islamica – ha giurato di sterminare gli ebrei nel mondo», Pallavicini ha denunciato la crescente «volgarità e arroganza di alcuni fratelli musulmani», i quali, insieme ad altri fanatici e «esponenti israeliani di estrema destra», hanno portato in Europa e nel mondo a un «clima di crescente odio, discriminazione e follia collettiva pericolosa».

Tra i sintomi peggiori, oggi vediamo «musulmani che boicottano altri musulmani da tavoli di confronto Istituzionale solo perché non barattiamo la nostra fratellanza religiosa con gli ebrei per trasformarci in antisemiti».

Infatti a Torino un militante propal ha definito indegna la COREIS, e ne ha chiesto l’esclusione dal Coordinamento delle associazioni musulmane, perché il suo presidente Pallavicini ha dichiarato in un’intervista che «se uno dei due Stati è ostaggio di una milizia jihadista, quello Stato non sarà mai ben governato, e lo Stato confinante non sarà mai al sicuro», e quindi «la soluzione dei due Stati rimane un’utopia finché i palestinesi non danno credibilità e fiducia a un’alternativa politica che governi con saggezza e onestà».

Infine, l’imam ha espresso le sue speranze per la liberazione degli ostaggi senza condizioni, e la «liberazione dei cittadini da questa crudeltà: lavoriamo insieme per la custodia e la trasmissione di un modello autentico di giustizia e conoscenza, per due popoli che convivano in sicurezza e si rispettino».

Anna Tognotti

 

Importante anche la voce di Anna Tognotti, consigliera UGEI, ha infine raccontato la «battaglia sottile e non violenta» che combattono ogni giorno i giovani ebrei d’Italia, costretti a rivedere le proprie abitudini per sentirsi al sicuro, cambiare le proprie amicizie, e combattere nelle università e sui social «l’antisemitismo strisciante», facendo fronte a insulti e minacce, paura, tristezza e rabbia.

 

Qui il video integrale dell’evento.

 

Nella foto in alto: da sinistra Ilan Boni, l’imam Yahia Pallavicini e Walker Meghnagi (foto: Ruggero Gabbai)