Era prevedibile, era previsto, era annunciato. E così è stato. La manifestazione del 25 aprile a Milano ha visto sfilare il corteo in onore della Brigata Ebraica in mezzo a insulti e fischi di decine di militanti filo-palestinesi. “Stato di Israele”, “Stato di terrore”, “Sionisti carogne tornate nelle fogne”, “Fuori i sionisti dal corteo”, “Palestina libera, Palestina rossa” e “Assassini”): slogan come questi sono risuonati al passaggio dei manifestanti della Brigata Ebraica e del PD, che aveva deciso di ‘proteggere’ la Brigata Ebraica. Ma non solo: i manifestanti hanno fischiato anche l’Aned, che sfilava con i nomi dei campi di concentramento: un vero paradosso (o controsenso?) in una manifestazione che ricorda la Resistenza e le vittime del nazifascismo…
A nulla, dunque, è servita la decisione di sfilare non con le bandiere di Israele, come si fa solitamente, ma con dei vessilli con il logo della Brigata Ebraica.
Ma nonostante tutto, la presenza della Brigata Ebraica, messa in forse fino all’ultimo minuto – e annullata a Roma dalla Comunità Ebraica – si è comunque svolta, onorando quegli eroi venuta dall’allora Palestina che avevano combattutto in Europa contro il nazi-fascismo . “Eravamo oltre 700 – ha commentato al Corriere della Sera Daniele Nahum, esponente PD -. Abbiamo avuto tanti applausi. Per noi è un risultato incredibile”. Al suo fianco, riporta il Corriere, c’era “quasi tutta la giunta milanese, la vicesindaco Ada Lucia De Cesa-ris, i colleghi Del Como e Granelli” e “da Roma sono arrivati a dar man forte i deputati Emanuele Fiano, Lia Quartapelle, Ivan Scalfarotto, Gennaro Migliore”.
Perché come bene ha scritto Maria Grazia Meriggi il 21 aprile sul Manifesto – testata notoriamente critica contro Israele, che in altri articoli aveva sostenuto l’inappropriatezza della presenza della Brigata Ebraica alla manifestazione – “La Brigata ebraica nella Liberazione è a casa propria”. “La Bandiera della Brigata ebraica appartiene a una delle formazioni che sono state in prima fila nella liberazione d’Europa- scrive – È quindi a casa propria il 25 Aprile. I movimenti di liberazione attuali – come quello palestinese – hanno tutto da guadagnare in credibilità politica nel rispettare questa presenza”.
I.M.