Netanyahu all’ONU: è già tardi per fermare l’Iran

Israele

Israele e Stati Uniti sono impegnati in una serie di colloqui segreti per fissare una “linea rossa” sul programma nucleare iraniano, un orizzonte oltre il quale non verrà più consentito a Teheran di eludere i controlli internazionali sulla natura del programma. Lo ha rivelato alla radio israeliana il vice ministro degli Esteri israeliano Danny Ayalon, precisando che “al momento gli eccellenti contatti con gli americani si stanno concentrando su questa questione”.
Per Ayalon, nonostante Barack Obama nel suo intervento alle Nazioni Unite non abbia stabilito una “linea rossa” nei confronti dell’Iran, è “molto importante” il fatto che il presidente Usa abbia esplicitamente avvertito Teheran che non le sarà consentito di dotarsi di armamenti nucleari.

E il nucleare iraniano è stato anche il motivo dominante dell’intervento alle Nazioni Unite del premier israeliano Netanyahu.

Aiutandosi con un cartello quasi da fumetto, ha illustrato il livello di rischio oltre il quale Israele si sentirà autorizzato ad intervenire.

“Sta diventando tardi, molto tardi per fermare la minaccia nucleare iraniana. Il mondo con un Iran che avesse a disposizione armi nucleari sarebbe come un mondo con al Qaeda con armi nucleari”, ha detto il premier israeliano. “Ora sono arrivati alla seconda tappa. A primavera prossima, al più tardi in estate, arriverenno alla tappa finale, dell’arricchimento dell’uranio. Dopo di che sarà solo questione di mesi, o di settimane, prima che possano raggiungere un livello di arricchimento sufficiente a fabbricare una bomba nucleare”. E ha continuato: “Nel nostro giorno più sacro, il giorno del Kippur  il tiranno iraniano ha invocato la nostra scomparsa. Ma la Storia ha dimostrato che quanti hanno cercato di cancellarci, hanno fallito e che il popolo ebraico è riuscito a superare tutti gli ostacoli”.

Ieri il presidente iraniano Ahmadinejad aveva rivendicato di fronte all’Assemblea dell’ONU, per il suo paese, il diritto a sviluppare tecnologie nel nulceare civile, negando l’intenzione di dotarsi di una bomba atomica. Ma le sue parole contrastano con quanto rilevato dagli osservatori internazionali e, accompagnate dall’ennesimo anatema contro l’ “entità sionista destinata a scomparire dal Medio Oriente”, suonano grottesche.

Ma cosa pensano gli israeliani di un eventuale intervento in Iran? La maggioranza degli israeliani (56%) teme in varia misura che nel 2013 si verificherà un conflitto fra Israele ed Iran. Lo afferma il quotidiano Ha’aretz sulla base di un sondaggio di opinione. Se effettivamente divampasse una guerra di larga scala, potrebbe essere messa in forse – secondo il parere del 50% degli intervistati – la stessa esistenza di Israele.
“Il pubblico è spaventato, impaurito” commenta il giornale secondo cui gli israeliani non sono persuasi dalle assicurazioni del governo che eventuali attacchi alle retrovie israeliane provocherebbero solo perdite contenute.