Israele e i missili dall’Iran: un pericolo incombente

Israele

Pubblichiamo un articolo postato da Luciano Assin sul suo blog L’altra Israele in merito alla notizia di settimana scorsa sull‘intercettazione da parte degli israeliani di una nave carica di missili provenienti dall’Iran diretta a Gaza.

La crisi in corso fra Ucraina e Russia sta sconvolgendo gli equilibri planetari riproponendo ormai sopiti scenari da guerra fredda. E’ comprensibile dunque capire come la cattura di una nave mercantile contenente missili di provenienza siriana destinati a gruppuscoli terroristici della sotto fauna jhadica di Gaza sia passata inosservata.

Ma per noi israeliani notizie del genere pur facendo parte del tran tran quotidiano risvegliano sempre il mai sopito orgoglio nazionale ricordandoci una volta di più di quanto sia lunga e complicata questa infinita lotta contro il terrorismo. Per chi ancora non lo sapesse l’esercito israeliano tramite uno dei corpi scelti della marina, la shayetet 13 si è impossessato della Klos C, una nave mercantile battente barriera panamense contenente un carico di missili particolarmente sofisticati.  Anche se i missili provengono verosimilmente dall’armamentario siriano, il mandante della spedizione è il suo patrono iraniano. Se teniamo conto che una spedizione del genere prende almeno sei mesi di tempo, ci si può rendere conto di quanto sia organizzato e ramificato il servizio informazioni degli israeliani.

Chi organizza una spedizione del genere deve prima di tutto mischiare le carte in maniera tale da rendere molto difficile risalire al mandante originario. Bisogna aprire una falsa compagnia commerciale, noleggiare una nave, arruolare l’equipaggio e caricare la merce in modo che niente desti sospetto. In qualsiasi momento le navi in navigazione sono decine di migliaia e riuscire a individuare un cargo sospetto in questo “mare” di imbarcazioni non è cosa da poco.

In casi del genere il servizio informazioni deve identificare la nave, chi sia il proprietario, qual’è la sua storia di navigazione, chi sia l’armatore attuale, se sia già stata coinvolta in attività sospette ecc. Una volta raccolte tutte le informazioni bisogna stabilire la rotta possibile ed il luogo ed il momento più favorevoli. Paradossalmente l’equipaggio è il meno sospettato, e nella maggior parte dei casi si rivela estraneo a tutta l’operazione.

In questo caso specifico la qualità delle informazioni raccolte è ancora più impressionante se si tiene conto che i missili sono stati scoperti in poche ore, un tempo relativamente breve dato che una nave del genere trasporta migliaia di tonnellate di merce.  Poter provare che il carico era composto anche da merce proibita è fondamentale per giustificare un assalto militare ad una nave civile rientrando così nelle regole del codice marittimo internazionale.

Gli iraniani cercano per il momento di digerire il rospo, ma cosa ancora più importante dal loro punto di vista capire come un’operazione del genere possa essere stata scoperta. Per il regime di Teheran si tratta certamente di un brutto colpo, ancora più pesante se teniamo in conto tutti gli altri tentativi falliti di introdurre nella striscia di Gaza armamenti sofisticati in grado di ridurre in modo consistente il vantaggio tecnologico israeliano. I convogli marittimi e terrestri organizzati nel Sudan e i vari tentativi di organizzare un ponte aereo sono stati individuati e colpiti.

L’obiettivo finale degli Iraniani è chiaro e noto da tempo: riuscire a creare una base avanzata ai confini di Israele. Le alleanze e le rivalità fra i vari protagonisti sono più complessi: gli iraniani preferiscono in questo momento la jhad islamica a hammas, e contemporaneamente sono in antagonismo con l’Egitto di Sisi per il dominio nella regione. Non bisogna dimenticare che il generale egiziano ha bloccato da tempo il contrabbando di armi destinato a Gaza.

Fino ad oggi gli iraniani si sono dimostrati motivati e determinati, il prossimo tentativo è solo questione di tempo.