di Ludovica Iacovacci
Il Ministero degli Esteri di Israele ha accusato i media internazionali di abbandonare il giornalismo e di impegnarsi in politica, a seguito di uno studio che ha rivelato un pregiudizio schiacciante nella copertura dell’operazione Rising Lion condotta da Israele contro l’Iran.
“Quando 150 media scelgono in modo sincronizzato di smettere di riportare notizie, di gettare i valori della stampa e la pluralità di opinioni nella spazzatura, e invece pubblicano un manifesto politico uniforme e pre-copione contro Israele – questo ti dice quanto sia grande il pregiudizio contro Israele nei media globali“, ha dichiarato il Ministero. “I rapporti che vediamo nei media globali su Gaza non raccontano la vera storia lì. Raccontano alla campagna di bugie che Hamas diffonde. Questo non è giornalismo. Questa è politica.”
I commenti sono arrivati dopo che lo Jewish People Policy Institute ha pubblicato uno studio che analizzava diciassette importanti siti di notizie internazionali, con una portata combinata di oltre due miliardi di visitatori lo scorso giugno. La ricerca, condotta utilizzando strumenti di intelligenza artificiale, ha esaminato come è stata coperta la legalità delle azioni militari durante i combattimenti tra Israele e IRAN.
I risultati hanno mostrato che il 77% della copertura si è concentrata su Israele, mentre solo il 23% si è rivolto all’Iran, anche se l’Iran ha effettuato attacchi sistematici contro i civili. I principali siti di notizie come la CNN e il New York Times hanno dedicato circa tre quarti della loro analisi legale all’IDF, mentre su Al Jazeera English la cifra è salita al 92%.
L’attenzione su Israele è continuata per quasi tutti i 12 giorni di combattimenti, compresi i giorni in cui i missili iraniani hanno colpito centri civili, istituzioni accademiche e l’ospedale Soroka. Nonostante l’uso da parte dell’Iran di munizioni a grappolo, vietato dal diritto internazionale, la copertura è in gran parte incentrata sulle accuse contro Israele.
I ricercatori hanno anche scoperto che i funzionari iraniani che usavano “retorica legale” sono stati citati molto più spesso dei funzionari israeliani che spiegavano la legalità delle azioni dell’IDF. Lo studio ha avvertito che l’uso ripetuto di termini come “crimini di guerra” e “violazioni del diritto internazionale” crea un inquadramento negativo che rafforza le campagne internazionali di delegittimazione.
L’Istituto ha raccomandato a Israele di pubblicare rapporti legali ufficiali all’inizio di ogni round di combattimenti, aumentare l’uso del linguaggio legale da parte dei funzionari statali ed espandere la sua presenza digitale per evidenziare la legalità delle operazioni dell’IDF mentre espone le violazioni nemiche.
Robert Neufeld, uno degli autori dello studio, ha concluso: “I risultati mostrano un chiaro pregiudizio nella copertura mediatica: Israele viene esaminato sotto una lente d’ingrandimento legale, mentre l’Iran, che ha effettuato sparatorie sistematiche su una popolazione civile, viene trattato con clemenza. Un uso più intelligente della retorica legale e una presenza più forte nell’arena internazionale sono essenziali per la lotta per la coscienza”.